• Dom 16 Feb 2025

Vinchio Vaglio, dove convivono cooperazione e qualità, nelle parole del Presidente Lorenzo Giordano

Vinchio Vaglio rappresenta un modello nell’ambito delle cantine sociali piemontesi coniugando il rispetto per la tradizione all’innovazione tecnologica e alla ricerca della qualità.

Le Cantine Sociali in Italia: storia di un percorso vincente

Le cantine sociali – o cantine cooperative – sono una realtà più che affermata sia in Italia sia nel resto del mondo. Il modello cooperativo ha fatto il proprio ingresso nella filiera vitivinicola in Germania, nella seconda metà del XIX secolo, con il nome, tutt’ora in uso, di Winzergenossenschaft. I viticoltori italiani non tardarono, però, a seguire la strada aperta dai colleghi d’Oltralpe e, con la fine dello stesso secolo, iniziarono a essere fondate le prime cantine sociali del nostro Paese. In Piemonte – e in Italia – la prima nata fu la Cantina Sociale di Oleggio (NO) sorta nel 1891 e, nel 1954, unitasi alla Cantina Sociale di Fara Novarese dando così vita alle Cantine dei Colli Novaresi. In seguito, tale modello produttivo ed economico si diffuse in tutta la nostra penisola dando vita a un grandissimo numero di cantine più o meno grandi. Attualmente, il settore è sempre estremamente vitale e in grado di svolgere un ruolo importantissimo sia nel mantenere vitale la filiera vitivinicola sia nel diffondere – anche se su questo aspetto c’è spesso ancora da lavorare – un cultura del buon bere e del rispetto del territorio. La fotografia delle cantine sociali italiane ci restituisce un settore con oltre 480 cantine, 140.000 soci conferitori, 9.000 dipendenti e un giro d’affari di 4,5 miliardi di euro, pari al 60% della produzione nazionale di uva complessiva (WineBlogRoll, 2021).

Alcune vigne conferenti a Vinchio Vaglio

L’immagine pubblica delle cantine sociali

Non è certo una novità né una provocazione sostenere che in Italia – ma anche all’estero – il mondo vitivinicolo abbia intrapreso negli ultimi decenni un percorso generalizzato di abbandono della produzione mirata alla quantità per iniziare a intraprendere la strada di una produzione quantitativamente più contenuta ma di qualità estremamente superiore. Nel nostro Paese la data di svolta può essere fatta coincidere con lo scandalo del metanolo (1986) che mise il mondo del vino di fronte alla cruda realtà della necessità di cambiare rotta non solo per evidenti motivi di salute pubblica, legalità ed etica ma anche perché era necessario riconquistare la fiducia dei consumatori mostrando loro che i vignaioli italiani rappresentavano una parte sana della nostra agricoltura e che il vino italiano, oltre a essere salubre, era in grado di competere in qualità con i più blasonati paesi produttori. La risposta è stata dirompente e ha portato in meno di 40 anni l’Italia a occupare un ruolo di primo piano nei mercati e nella percezione di qualità degli appassionati di tutti Paesi.

In questo quadro di rinascita, le cantine sociali – in questo bisogna essere sinceri – non hanno generalmente reagito con l’auspicata rapidità ma, e questo è un dato di fatto che deve riempire tutti noi di non celato orgoglio, hanno ormai sempre più intrapreso un virtuoso riscatto che ne ha portate molte ai vertici della qualità dei vini italiani e, cosa per certi versi ancora più importante, ha aumentato diffusamente il livello delle qualità media dei loro vini senza, giustamente, rinnegare la vocazione alla produzione anche di vini quotidiani dove, sia ben chiaro, quotidiani non vuol dire cattivi bensì adatti ad essere consumati con piacere ad ogni pasto che non sia quello della festa.

Marco Giordano, Direttore della Cantina Vinchio Vaglio

Vinchio Vaglio: l’anima cooperativa della barbera

La cooperazione vitivinicola nel Piemonte sta vivendo un periodo di notevole crescita qualitativa che sta portando sempre più cantine sociali all’attenzione sia degli esperti sia dei consumatori. Tra le Cantine piemontesi che da più tempo hanno raggiunto il risultato di coniugare qualità, reddito e mantenimento delle tradizioni non si può non citare Vinchio Vaglio (AT).

La storia

Fondata nel 1959 da un piccolo gruppo di soli 19 viticoltori dei Comuni di Vinchio e di Vaglio Serra (Asti), Vinchio Vaglio dovette inizialmente combattere con un problema apparentemente ridicolo ma, al contrario, molto sentito dai viticoltori locali, figli di un Paese dai mille campanili e dalle innumerevoli piccole rivalità tra comuni e relativi abitanti, ovvero in quale dei due comuni costruire la Cantina. La soluzione fu decisamente salomonica e fu quindi scelto un terreno pianeggiante – fatto questo che si rivelò in seguito fondamentale per la crescita e la logistica della Cantina stessa – al confine fra i territori di Vinchio e Vaglio Serra.

La cantina iniziò a imbottigliare parte della propria produzione, e a promuovere il proprio vino sul mercato, già negli anni ’60. Nel 1985, mentre molte altre zone viticole stavano sostituendo i vecchi vigneti con impianti più moderni, Vinchio Vaglio decise di individuare i migliori vigneti dei propri soci con età superiore ai 50 anni e di produrre un vino chiamato “Vigne Vecchie”, mostrando così una lungimiranza non comune in quel periodo.

Oggi, Vinchio Vaglio, pur producendo un gran numero di etichette che coinvolgono i principali vitigni e le principali Denominazioni del Piemonte meridionale, ha focalizzato buona parte della propria attività – e della relativa notorietà – sulla barbera (al femminile perché altrimenti i vignaioli piemontesi, giustamente, si offendono…) realizzando numerose etichette capaci di dare un quadro esaustivo della qualità che può essere ottenuta da questo grande vitigno piemontese

La Barbera d'Asti DOCG Superiore "Vigne Vecchie"

Vinchio Vaglio nei numeri

Alla fine del 2022, questa importante cantina sociale poteva contare sul lavoro e sulle uve di 195 soci con circa 500 ettari di vigneti in produzione. A seguito di questa vendemmia sono stati vinificati 42.142,80 quintali di uva tra i quali voglio citare i 522,25q di uve biologiche idonee alla Barbera d’Asti DOCG, oltre ai 9.423,64q di uve convenzionali idonee alla produzione di Barbera d’Asti DOCG e ai 733,56q utilizzati per la produzione di Nizza DOCG. Complessivamente, sono stati prodotti 30.093,53 ettolitri di vino; nel 2021 il fatturato totale è stato di 10.017.122€ dai quali è stato ottenuto un dividendo complessivo per i soci pari a 4.517.000€ a ulteriore riprova dell’importanza economica che tale cooperativa riveste per il territorio.

Per concludere, ritengo interessante indicare che i principali mercati esteri di questa cantina sono USA, Regno Unito, Canada, Danimarca, Germania, Francia, Svezia, Cina, Giappone, Corea del Sud, Australia ovvero Nazioni sempre più alla ricerca di vini di qualità.

L’intervista al Presidente Lorenzo Giordano

Nelle prossime righe affronteremo – direttamente con le parole del Presidente di Vinchio Vaglio, Lorenzo Giordano – alcuni importanti problemi legati alla cooperazione vitivinicola e alla promozione del territorio e del suo vitigno principe, la barbera.

Benvenuto Lorenzo e grazie per aver gentilmente accettato di rispondere alle domande che seguiranno e che tenteranno di aprire una finestra su due mondi spesso proteiformi e controversi ovvero quello della barbera e quello delle cantine cooperative piemontesi e, più in generale, italiane.

Inizio quindi subito con la prima domanda, ovvero qual è attualmente la capacità di penetrazione della barbera nei mercati italiano ed estero?

Negli ultimi anni è cresciuta molto, sono infatti anche aumentate le aziende che imbottigliano Barbera, arrivando ad essere oltre 500, che puntano molto sui mercati esteri e sono fondamentali per continuare a far conoscere il nostro territorio ed i nostri prodotti.

La barbera – ormai meritatamente sdoganata dall’immagine stereotipata di vino da osteria – ha vissuto negli ultimi decenni un vero e proprio Rinascimento: come riuscite a Vinchio Vaglio a far convivere l’anima tradizionale di questo vitigno con un’interpretazione più nobile e moderna?

Indubbiamente la qualità percepita della Barbera non è più quella di un tempo, noi abbiamo cercato di mantenere la tradizione soprattutto nel vigneto con un assistenza agronomica che va dalla potatura alla raccolta, ma adattata alle tecniche e alle tecnologie moderne dalla vinificazione all’imbottigliamento.

Oggi la barbera è un vino armonico con grande bevibilità, che grazie alle sue diverse denominazioni può esprimere un carattere più quotidiano o uno molto più importante e strutturato con una grande longevità.

Lorenzo Giordano, Presidente ella Cantina Vinchio Vaglio

Le cantine cooperative hanno intrapreso ormai da anni un percorso teso ad abbandonare le produzioni di massa, spesso di scarsa qualità, per orientarsi verso vini di maggior pregio pur giustamente senza abbandonare la produzione di vini quotidiani. Vinchio Vaglio è stato – e continua a essere – un punto di riferimento nel mondo cooperativo regionale e nazionale per quanto riguarda la ricerca della qualità: quale ritieni debba essere la strada a medio e lungo termine per consolidare e comunicare gli eccellenti risultati ottenuti da queste fondamentali realtà dell’Italia enoica?

Di grande importanza è la consapevolezza delle potenzialità del nostro territorio, e del fatto che nella nostra zona abbiamo una sola strada da seguire: quella della qualità.

Molto importante è infatti la gestione dei 500 Ha di vigneto dei nostri soci, che ci permettono di fare progetti di alta qualità, com’è stato per il Vigne Vecchie e per il Sei Vigne Insynthesis, ma anche di gestire al meglio i cambiamenti climatici in modo da avere sempre la scelta giusta per aumentare la qualità.

Ora una domanda più concisa: come vengono percepiti i vini delle cantine cooperative dai consumatori sia esperti sia meno competenti?

Posso dire che purtroppo vi è ancora qualche pregiudizio (un tempo forse giustificato) verso la cooperazione nel mondo vinicolo. Oggi le Cantine Sociali rappresentano in ettari vitati la fetta più grande della produzione Piemontese e ne detengono quindi gran parte della qualità.

Per fare breccia nei mercati e convincere i consumatori bisogna quindi diventare un marchio e diventare garanzia di qualità, Vinchio Vaglio da anni ormai lavora proprio per questo!

Vinchio Vaglio vede il focus della propria produzione nella barbera ma offre numerose altre etichette tra le quali non posso non citare grignolino, freisa e dolcetto. Queste varietà stanno attraversando una prolungata crisi di attenzione da parte dei consumatori e – credo di poter aggiungere – anche da parte di molti produttori. Quali pensi possano essere i percorsi da seguire per rilanciare tre vitigni che – alla pari della barbera – vantano una nobile storia e indiscutibili qualità?

Come hai giustamente evidenziato oltre alla barbera, che occupa il 70% della nostra produzione, nell’ampia gamma dei nostri prodotti troviamo diversi altri vitigni tra cui alcuni storici come grignolino, freisa e dolcetto che però oggi faticano molto sul mercato.

Purtroppo cercare di rilanciare un vitigno è un processo molto lungo e complesso e sicuramente la necessità è che non solo un azienda ma un intero territorio se ne faccia carico, processo che infatti è ancora in corso per un vitigno come la barbera.

Noi cerchiamo di fare la nostra parte per far riscoprire questi vitigni autoctoni anche con degustazioni guidate e per trasmetterne la storia e la qualità! Ovviamente il nostro segreto rimane sempre quello di produrli con passione cercando di far esprimere al massimo le caratteristiche del vitigno!

Per concludere, una domanda sui giovani: come si pongono oggi i ventenni di fronte al vino in genere e, più in particolare, nei confronti dei vitigni tradizionali monferrini?

Nelle nuove generazioni ed in particolare anche nelle donne troviamo rispetto al passato una ricerca e una voglia di scoprire sempre più importante. La cultura del vino anche verso vitigni magari meno blasonati così come il turismo verso le nostre colline del Monferrato sono un trend in aumento negli ultimi anni.

Sta a noi quindi raccontare e comunicare sempre di più quello che i nostri vini e il nostro territorio possono esprimere per continuare ad attrarre le nuove generazioni.

Cantina sociale di Vinchio – Vaglio Serra

Regione San Pancrazio, 1

14040, Vinchio (AT)

welcome@vinchio.com

www.vinchio.com

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