Era l’ormai lontano 2010 quando il Consorzio Franciacorta decise, in accordo con il Prof. Leonardo Valenti, di lanciare un progetto di studio, recupero e valorizzazione di un antico vitigno probabilmente originario della Valtenesi, un’area sita in prossimità delle sponde bresciane del Lago di Garda. Al progetto, inizialmente, aderirono cinque aziende franciacortine, ovvero, Castello Bonomi, Barone Pizzini, Berlucchi, Ferghettina e Ronco Calino. Le motivazioni alla base del progetto, oltre a quelle evidenti di conservazione di uno storico rappresentante del germoplasma viticolo autoctono, erano legate al riscaldamento globale e alla conseguente difficoltà nel garantire la necessaria acidità – in particolare malica – alle basi spumanti.
Castello Bonomi, non essendo partito dall’impianto di nuove barbatelle ma avendo soprainnestato tale vitigno su ceppi già presenti e produttivi, riuscì a svolgere la prima vendemmia, e la conseguente prima vinificazione sperimentale, già a partire dal 2011 ottenendo fin da subito risultati incoraggianti. In tal senso, è opportuno specificare che le note vegetali che si sviluppano nelle basi spumanti ottenute da erbamat – dovute alla presenza di composti solforati detti tioli come, ad esempio, nel sauvignon blanc – scompaiono completamente nel corso della rifermentazione in bottiglia.