• Lun 04 Dic 2023

50 sfumature di pinot noir

L’omaggio di Voghera al poliedrico vitigno internazionale: l'Italia

La manifestazione

Arrivata alla IV edizione la manifestazione 50 sfumature di pinot noir”, patrocinata dal Movimento Turismo del Vino Lombardia, prevede un percorso itinerante cittadino che coniuga le esigenze dei produttori di vino e la realtà commerciale di Voghera, porta storica dell’Oltrepò Pavese. Dal 14 al 16 ottobre 2023, gli appassionati del pinot noir o i semplici enocuriosi hanno avuto la possibilità di degustare le diverse interpretazioni di questa varietà borgognona all’interno di attività commerciali o semplicemente lungo le stradine di questa elegante cittadina.

L’accreditamento per ricevere i calici da degustazione si è svolto all’interno dei locali di una struttura moderna e funzionale “Co-Working 70”, che offre spazi multimediali dove lavorare, business lounge, sale per riunioni e un caveau del vino: davvero suggestivo e originale, all’interno di un’ex banca, questo piccolo spazio è adatto non solo per la conservazione di bottiglie, ma è a disposizione per workshop, degustazioni, conferenze stampa o per apprendere come disegnare con il vino (una pittrice ha spiegato come dipingere su carta, semplicemente con una piccola quantità di pinot nero).

Il pinot noir

Considerato “enfant terrible” dei vitigni a bacca nera, il pinot noir è un’uva esigente, capricciosa, incostante e difficile da allevare e vinificare: necessita di climi freschi dalla forte escursione termica e un sottosuolo con un buon drenaggio, favorito dalla pendenza dei terreni, preferibilmente calcarei, ghiaiosi e ciottolosi. La buccia sottile e povera di antociani lo rende delicato non solo per il colore, mai troppo intenso e spesso, ma anche – insieme ai vinaccioli – per la difficoltà della gestione dei suoi eleganti ma nitidi tannini, forse il vero problema per i vini prodotti. I territori dello Champagne e della Borgogna rappresentano il suo habitat ideale e particolarmente vocato, dove riesce a esprimersi con grande eleganza e armonia olfattiva; le note di piccoli frutti rossi (lampone, ciliegia, fragola) o di violetta di un vino giovane lasciano il posto agli aromi speziati, al sottobosco, al cuoio, alla nocciola, a volte anche alle sensazioni selvatiche di uno più maturo.

Il pinot noir in Italia e nel mondo

Con circa 3000 ettari vitati, l’Oltrepò Pavese è la prima zona in Italia per superficie vitata per questa varietà e la terza a livello europeo; Voghera, in sole tre edizioni di questa manifestazione è stata riconosciuta dalla stampa di settore e dal pubblico “Capitale nazionale del pinot noir”.
L’Oltrepò Pavese – al 45° parallelo (lo stesso dei territori bordolesi), a sud del fiume Po e a pochi chilometri dal confine piemontese, ligure ed emiliano – è caratterizzato dal clima fresco e ventilato apprezzato dalle viti durante la loro maturazione; i terreni della zona collinare bassa sono costituiti da rocce di origine argillosa/marnosa/sabbiosa, mentre quelli più alti sono connotati da una marcata componente gessosa. Questa area geografica così unica è stata definita curiosamente dal giornalista e scrittore Gianni Brera “una provincia a forma di grappolo d’uva”.
Il pinot noir è la grande uva della Côte d’Or in Borgogna, ma in Francia dà il meglio di sé anche in Champagne ed è diffuso in Lorena, Loira, Jura, Alsazia e Savoia. Protagonista di grandi vini in Italia, nel resto del mondo ritroviamo questo vitigno in paesi come gli Stati Uniti, la Nuova Zelanda e l’Australia, il Sud Africa, la Germania, il Marocco, l’Ungheria, il Canada, l’Argentina, il Cile, la Svizzera e il Liechtenstein.
Un approfondimento sull’origine e le parentele di questo nobile vitigno è disponibile in questo articolo precedentemente pubblicato su World Wine Passion

Foto di Fabio Volpentesta

Le etichette

Alla manifestazione sono state presentate circa 80 etichette, nelle tipologie in bianco, rosso (anche in versione “chinato”), rosato e spumante, provenienti da regioni di diversi continenti: non solo Italia (Lombardia, Trentino-Alto Adige, Marche, Sicilia, Campania), ma naturalmente anche Francia (Borgogna, Champagne), USA (California), Germania (Rheingau), Argentina (Mendoza), New Zealand (Malborough).

Quella che segue è la descrizione sensoriale di alcuni vini, prodotti in Italia, degustati durante la giornata, in un clima davvero festoso e animato da una grande partecipazione di pubblico.

Nelle prossime settimane, un secondo articolo narrerà le etichette estere.

Le degustazioni

Bertelegni – Alexander Magnus – Pinot nero Brut –  2018

Dal generoso territorio dell’Oltrepò Pavese arriva questo spumante con certificazione biologica, sur lie per trenta mesi e sboccato nel marzo 2023; ha un residuo zuccherino di 8 g/l e una percentuale di alcol in volume del 12,5%. Questo blanc de noir è realizzato dalla cantina Bertelegni con oltre un secolo di storia, in località Rocca Susella.

Il bicchiere sprigiona all’istante piacevoli note di crosta di pane e biscotto al burro che si allungano in una combinazione di frutta secca, di agrumi e di spezie dolci; perlage intenso ed elegante sia alla vista che al gusto.

www.cantinebertelegni.it

Cantina Meran – Festival – Alto Adige DOC Blauburgunder – 2021

A oltre un secolo dalla sua fondazione, questa cooperativa vinicola conta oggi oltre 360 soci, ciascuno profondamente legato alla tradizione e allo splendido paesaggio del territorio meranese.La zona di coltivazione per questo pinot nero si trova a Lagundo, nel Sud Tirolo, a circa 550 metri s.l.m. con terreni leggeri e permeabili d’origine morenica. Dopo la fermentazione alcolica a temperatura controllata, segue la malolattica e la successiva maturazione in botti di rovere e in barrique usate per diversi mesi.

Il colore è un rosso rubino scarico e il naso è diretto con sentori di ciliegia selvatica, sottobosco, chiodi di garofano e pepe nero; in bocca è di medio corpo con una presenza appena percettibile dei tannini e una sensazione retro-olfattiva poco persistente, ma che richiama ad aromi di frutta matura, di cuoio e di grafite.

www.kellereimeran.it

Foto di Fabio Volpentesta

Cantina Pietrasanta – Sofia – Metodo Classico VSQ Rosé

L’Azienda Agricola Pietrasanta di San Colombano al Lambro (MI) si occupa ormai da anni non solo di produrre vino di qualità, ma anche di promuovere il territorio e di avvicinare adulti e bambini al mondo vitivinicolo. Negli anni ’90 Carlo Giovanni Pietrasanta è tra i fondatori del Movimento Turismo del Vino, la cui consacrazione come associazione avverrà durante l’edizione 1993 di Vinitaly; nasce così il concetto moderno di accoglienza enoturistica.

Lo spumante “Sofia”, dedicato alla figlia di Carlo, oggi presidente del MTV Lombardia, è un metodo classico prodotto da pinot nero in purezza; le uve provengono da una vigna di 40 anni, coltivata a cordone speronato e una resa di circa 50 q/ha. Inizialmente vengono trattate con una leggera macerazione in pressa per circa sei ore, a cui segue la presa di spuma in bottiglia e la sosta sui lieviti per 36 mesi.

Nel bicchiere si veste di un bel rosa cipria molto invitante e un perlage fine e persistente; spiccano al naso immediatamente intensi profumi di fragoline di bosco, lampone in confettura, petali di rosa, agrumi. Al palato è fresco, cremoso e sapido con sensazioni retro-olfattive che ricordano l’arancia, il rabarbaro e la melagrana.

www.facebook.com/CantinaPietrasanta

Foto di Fabio Volpentesta

Cantina I Gessi Defilippi – Maria Cristina – VSQ Metodo Classico Brut

Nel piccolissimo comune di Oliva Gessi, tra Casteggio e Montalto Pavese, si trova questa cantina, arrivata alla quinta generazione. In degustazione il loro spumante è ottenuto da pinot nero in purezza con sosta sui lieviti di 24 mesi.

Vino delicato e semplice ma di buona fattura; il colore è giallo paglierino chiaro attraversato da un perlage fine e persistente. Al naso, oltre alla classica nota di crosta di pane, percepiamo anche i fiori e la frutta bianca; piacevole e fresco al palato.

www.cantineigessi.it

Montelio – Metodo Classico Oltrepò Pavese DOCG Extra Brut – 2019

La storica Azienda Agricola Montelio si trova a Codevilla (PV), dove i vasti terreni di proprietà sono per metà coltivati a vigneti e per metà a grano, erba medica, piante officinali, legumi. Accanto acortese, riesling italico, malvasiadi Candia aromatica, barbera, uva rara, croatina, è presente il pinot nero, protagonista del successivo spumante degustato.

Con 36 mesi sui lieviti questo blanc de noir millesimato si presenta alla vista con un colore giallo paglierino attraversato da sfumature verdoline e da bollicine dalla grana molto fine e persistente. I profumi spaziano dalla pera, mela verde e agrumi fino a un bouquet di fiori secchi arricchito da un sottofondo delicatamente balsamico; in bocca la freschezza è esaltata dalla sapidità con una effervescenza decisamente avvolgente e cremosa

www.montelio.it

Foto di Fabio Volpentesta

Oltrenero – Metodo Classico Oltrepò Pavese DOCG Brut

La realtà di Oltrenero, in località Il Bosco a Zenevredo (PV), rappresenta una sorta di filosofia produttiva, un modo per continuare a tramandare il patrimonio vitivinicolo di un territorio vocato alla spumantistica fin dalla fine dell’Ottocento. “Oltrenero” è un gioco di parole che coniuga i confini ondulati e rigogliosi dell’Oltrepò Pavese con il vitigno che meglio lo identifica, il pinot nero naturalmente; quasi il 75% di questa varietà allevata in Italia proviene da qui.

Con sboccatura giugno 2023, questo piacevole e invitante spumante riposa sui lieviti per 30 mesi; nel bicchiere il colore è un giallo paglierino molto tenue con bolle finissime e continue, mentre all’olfatto emergono profumi di brioches e di prodotti da forno, con un sottofondo floreale e fruttato. Il sorso è cremoso dalla delicata freschezza e si chiude rievocando un bouquet di piccoli frutti rossi e una buona mineralità avvolta da note agrumate; residuo zuccherino è di 6 g/l e il titolo alcolometrico volumico 12%.

www.oltrenero.it

San Salvatore – Pino di Stio – Paestum IGT Rosso – 2020

Foto di Fabio Volpentesta

Decisamente sono ansioso e incuriosito di assaggiare un pinot nero in versione cilentana: infatti l’azienda Agricola San Salvatore 1988 è ubicata in contrada Zerilli di Stio in provincia di Salerno.

Accanto ai vitigni più tipici del Cilento (aglianico, fiano, falanghina, greco), in una zona, ultima nata in Campania, che non ha ancora pienamente espresso il suo potenziale, il proprietario di questa realtà vitivinicola ha voluto scommettere proprio sul pinot nero; per citare le sue parole “cura e rispetto si fondono grazie all’innovazione nella nostra moderna cantina, ad un tiro di sguardo dai templi, dotata di un impianto fotovoltaico che ci consente di ridurre al minimo l’immissione di anidride carbonica”.

Il vigneto coltivato a pinot nero su un terreno argilloso-calcareo, si trova nel cuore del Parco nazionale del Cilento, a Stio, a 550 metri s.l.m. con una esposizione a sud sud-ovest, sfiorato dalle brezze marine del Tirreno; il nome evoca un’area ricca di boschi e di caratteristici pini, oltre a querce, castagneti, gelsi selvatici.

Il vino affina in barrique usate di secondo e terzo passaggio per almeno un anno e per i successivi 18 mesi in bottiglia.

Alla vista, il colore rubino molto scarico rivela riflessi granati; al naso, accanto al bouquet di piccoli frutti di bosco, di rosa canina e di sottobosco ritroviamo sensazioni di macchia mediterranea e di spezie. Al gusto, si presenta piacevolmente fresco con una morbida beva, giustamente tannico; il finale è lungo con un ricordo di fiori e frutta secca.

www.sansalvatore1988.it

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