• Dom 06 Ott 2024

Una vita fra le bollicine: la Cantina Scuropasso, Fabio Marazzi e l’Oltrepò Pavese

Scegli un lavoro che ami e non dovrai lavorare neppure un giorno in vita tua

Confucio 551 – 479 a.C.

Perché visitare una cantina? Certo, assaggiarne i vini, percorrerne le vigne e apprenderne le modalità di produzione sono aspetti importanti ma che possono tranquillamente essere approfonditi anche mediante un buona enoteca o la lettura delle relative schede tecniche. Ciò che rende unica la visita presso un’Azienda è la possibilità di parlare con il vignaiolo nella speranza di cogliere in fondo al suo sguardo un lampo, ovvero la luce della passione, di quel sentimento vero e indispensabile che lo porta a “fare il vino” perché è giusto farlo, perché le vigne glielo chiedono e perché l’emozione di un grande bicchiere non può mancare nella vita sua e in quella di chi avrà la fortuna di assaggiare il frutto del suo lavoro.

Fabio Marazzi, l’attuale titolare della Cantina Scuropasso

Credo che quanto ho appena scritto sia particolarmente vero nel caso di Fabio Marazzi e della sua Cantina Scuropasso, in frazione Scorzoletta di Pietra de’ Giorgi (PV) nell’omonima valle: Fabio non ha solo quella luce negli occhi, Fabio si illumina quando parla del suo lavoro, delle sue vigne e del suo territorio, che ama profondamente nonostante tutte le difficoltà che da decenni lo caratterizzano. Rigoroso, competente e attento, offre un’ospitalità nel contempo schietta, sincera e professionale. Racconta il proprio lavoro con la semplicità di chi conosce veramente ciò di cui parla e non sente, pertanto, il bisogno di dimostrarlo con inutili ampollosità; è capace di ascoltare – dote spesso rara – e di rispondere centrando sempre il nocciolo della questione ma, soprattutto, riesce a far divenire palpabile il proprio entusiasmo, rendendolo tangibile nelle sue parole ma, soprattutto, nei suoi vini.

Cantina Scuropasso: la storia, la terra e le vigne

La storia

Una storia tutta all’insegna della famiglia quella di questa cantina oltrepadana con una grande vocazione spumantistica affiancata da una certo non celata passione per i grandi rossi del territorio, Buttafuoco in prima battuta. Una tradizione famigliare che vede oggi coinvolte, in vario modo, anche la moglie Manuela e le figlie Flavia, studentessa di Viticoltura ed Enologia presso l’Università Cattolica a Piacenza, e Francesca, che sta frequentando il quarto anno di Medicina presso l’Università di Pavia.

Da sinistra verso destra: la figlia Flavia, la moglie Manuela, l’altra figlia Francesca e Fabio Marazzi.

Nata nel 1961 dalla volontà e dall’impegno di Federico Marazzi – papà di Fabio – e di suo zio, Primo De Contardi, la Cantina Scuropasso trova immediatamente la propria via verso la spumantistica collaborando con il notissimo enologo Franco Zuliani e la già affermata realtà franciacortina della Berlucchi e fornendo loro basi spumanti da Pinot nero in purezza ottenute dalle uve della Valle Scuropasso, in piccola parte ottenute dai 3ha di vigneto aziendale e per il resto acquistate da vignaioli limitrofi; nel corso del 1963 questa collaborazione, che sarà mantenuta per quasi 40anni, si concretizza con la fornitura di ben 100 ettolitri di Pinot nero base spumante. Con la metà degli anni ’70, la Cantina amplia le proprie collaborazioni iniziando a fornire a Fontanafredda, di Serralunga d’Alba, la base spumante per la produzione del loro Contessa Rosa.

È in questo periodo che Fabio inizia ad appassionarsi agli spumanti Metodo Classico e alla loro produzione, grazie anche alla stretta collaborazione con un altro più che noto enologo – Lorenzo Tablino – dal quale apprende l’importanza della spremitura soffice e l’uso delle fermentazioni spontanee tramite il pied de cuve oltre alla possibilità, nelle annate migliori, di conservare, raffreddandolo, una quota di mosto da utilizzare per il tiraggio nel corso della primavera successiva.

Il presente

Era il 1988 quando Fabio, classe 1962, entrò ufficialmente a far parte dell’Azienda iniziando a produrre le prime bottiglie di Metodo Classico e avviandosi a concludere le forniture alle altre Aziende. Oggi Cantina Scuropasso può contare su circa 15 ettari di vigne di proprietà oltre a circa altri 3ha in conduzione per una produzione complessiva di circa 100.000 bottiglie. Nei loro vigneti, oltre al Pinot nero, sono presenti Moscato bianco, Croatina, Barbera, Uva rara e Vespolina, localmente chiamata Ughetta di Canneto. L’Azienda, che da sempre ha limitato i trattamenti in vigna al solo utilizzo di zolfo e rame, è oggi in conversione biologica che si concluderà con la vendemmia 2018, la prima che potrà quindi essere certificata. Dal 2017, Cantina Scuropasso ha aderito al Club del Buttafuoco Storico iscrivendo la Vigna Pianlong, a Canneto Pavese, tra quelle autorizzate a produrre il noto Buttafuoco Storico; la prima annata di questo rosso sarà in commercio a partire dal mese di novembre del 2020.

I suoli e i vigneti

I vigneti aziendali, situati in gran parte in comune di Pietra de’ Giorgi, sono principalmente coltivati su suoli calcareo-argillosi, a quote comprese fra i 200 e i 300m s.l.m. e con esposizioni prevalentemente comprese fra est e sud-est. Queste regole generali trovano, però, alcune importanti eccezioni per quanto riguarda le vigne deputate alla produzione delle uve impiegate per gli Spumanti Metodo Classico e per il Buttafuoco Storico. Le uve Pinot nero preposte alla spumantizzazione provengono, infatti, da due vigne aventi una esposizione sud-orientale e l’altra nord-orientale oltre a un terzo appezzamento, deputato alle uve che daranno vita al Pas Dosé, orientato a levante a una quota di circa 600m in comune di Ruino (PV) e che insiste su suolo prevalentemente calcareo.

Vigna Pianlong – dalla quale provengono le uve Barbera, Croatina Uva rara e Vespolina utilizzate per il Buttafuoco Storico e per un altro Buttafuoco Doc, il Lunapiena – si trova, invece, in comune di Canneto Pavese a un’altitudine di circa 250m s.l.m., su suolo ricco di ghiaia e argilla e gode di un orientamento verso sud-est.

Cantina Scuropasso: i suoi vini, le sue emozioni

Roccapietra Zero- VSQ Pinot nero Metodo Classico Pas Dosé

Di color paglierino brillante arricchito da un perlage molto e fine e persistente, il Roccapietra Zero -figlio della vendemmia 2010 – regala un naso molto più improntato alla finezza e alla complessità che non all’intensità e dal quale emergono nitide le sensazioni di mela gialla croccante, pesca bianca e uva spina oltre a quelle agrumate del cedro fresco. Col trascorrere dei secondi, il suo spettro olfattivo offre altre sorprese quali note di vegetale secco, riconducibili al tè nero, oppure sentori di erbe aromatiche quali la salvia e il timo; lievi sfumature di liquirizia, mandorla fresca e gelsomino ne completano il bouquet.

All’assaggio, spicca per la cremosità delle bollicine oltre che per l’ottima struttura, il preciso equilibrio e la lunga persistenza.

Un pas dosé capace di coniugare carattere e linearità con ampiezza e piacevolezza di beva: da provare possibilmente più e più volte.

Degustazione del giorno 2 marzo 2018; bottiglia del lotto L 16 327 sboccata nel mese di settembre 2017

Roccapietra – Oltrepò Pavese Metodo Classico Pinot nero Docg Brut – 2010

Dal calice, nel quale sfoggia un lucente color dorato chiaro nel quale infinite minuscole bollicine sembrano rincorrersi, emergono note di frutta gialla matura, oltre a eleganti sensazioni di mela Golden leggermente avvizzita, che danno vita a un tappeto di profumi sui quali sembrano appoggiarsi i sentori di liquirizia, bergamotto, crema pasticciera, nocciola tostata. Il già più che articolato bouquet, col tempo, trova ulteriore complessità con l’emergere di sfumature di erbe aromatiche e miele di castagno.

L’attacco in bocca è, allo stesso tempo, ampio e nitido, grazie alla sua morbidezza e all’ottima struttura sorrette entrambe, come in un edificio dalle forme slanciate, dall’affilata freschezza e da un’effervescenza morbida e cremosa.

Spumante dalla lunga persistenza e dal fin di bocca di particolare eleganza, regala una beva piacevole e decisamente intrigante.

Degustazione del giorno 11 marzo 2018; bottiglia del lotto L 11 074 sboccata nel mese di ottobre 2015

Roccapietra Cruasé – Oltrepò Pavese Metodo Classico Pinot nero Docg Brut Rosé – 2011

Il suo brillante colore buccia di cipolla intenso è percorso da piccole e persistenti bolle che gli conferiscono ulteriore luce e fascino. Dal calice, emergono note di piccolo frutto – ribes rosso e fragolina di bosco – unitamente a sensazioni di pesca gialla mentre il tutto è percorso da soffusi ricordi floreali di rosa rossa; col tempo, il suo panorama olfattivo – già complesso ed elegante – trova pieno compimento grazie ai sentori speziati del tamarindo e della liquirizia oltre a quelli agrumati del mandarino.

All’assaggio, si offre ampio, morbido e di ottimo corpo e, nel contempo, equilibrato e di eccellente beva grazie alla vivace freschezza e a bolle gradevolmente percepibili pur se non aggressive; soddisfacente la persistenza.

Un Metodo Classico da conoscere, capace di raccontare il Pinot nero e il suo grande terroir e che spicca all’assaggio per pienezza e bevibilità.

Degustazione del giorno 25 febbraio 2018; bottiglia del lotto L 11 075 sboccata nel mese di marzo 2017

Palatinus – Bonarda dell’Oltrepò Pavese Doc Frizzante – 2016

Ottenuta da uve Croatina (90%), Barbera e Uva rara (per il rimanente 10%), questa Bonarda ben rappresenta le caratteristiche di una Denominazione divenuta emblema del territorio. Nel calice, si offre di un impenetrabile color porpora dalle cui fitte maglie emerge una lieve e gradevole effervescenza. La tipicità del Palatinus trova pieno riscontro nel suo panorama olfattivo nel quale dominano le note di piccoli frutti rossi di bosco – tra i quali spiccano la fragola e il lampone – e alle quali si affiancano sensazioni di ciliegia matura e fiori di glicine.

L’attacco in bocca è caratterizzato dagli importanti tannini e dall’altrettanto ben presente freschezza che offrono carattere e sostegno al suo buon corpo e alla sua morbidezza nonché all’aggraziata dolcezza dovuta al modesto residuo zuccherino (10g/l). L’effervescenza, presente ma garbata, ne completa il quadro tattile e gustativo donandole ulteriore freschezza e piacevolezza di beva; adeguata la persistenza.

Degustazione del giorno 8 aprile 2018; bottiglia del lotto L 17 180

Buttafuoco Doc – 2015

Ottenuto da uve Croatina (45%), Barbera (35%), Uva rara (15%) e Vespolina (5%) prodotte nelle vigne di circa 40 anni di età in comune di Pietra de’ Giorgi, questo Buttafuoco Doc è vinificato e affinato esclusivamente in cemento e in acciaio.

Di color porpora impenetrabile, si presenta al naso con mature sensazioni fruttate di ciliegia, mora, mirtillo nero e marmellata di fragole a cui, col passare del tempo nel calice, si affiancano le note floreali dell’iris nonché i sentori più dolci della caramella Rossana.

Al palato, si offre ampio, succoso ed equilibrato grazie all’ottima struttura e all’altrettanto evidente morbidezza; la fitta trama tannica e la ben presente acidità gli conferiscono equilibrio, nerbo e piacevolezza di beva; più che adeguata la persistenza.

Degustazione del giorno 1 maggio 2018; bottiglia del lotto L 17 167

Buttafuoco Doc – 2014

Rispetto all’annata 2015 appena descritta, questo 2014 – ottenuto dalle stesse vigne e mediante le stesse tecniche di cantina – se ne differenzia per l’evidente speziatura al naso nel quale si riconoscono sensazioni di pepe nero e noce moscata. All’assaggio, si presenta con un corpo leggermente più leggero – figlio dell’annata assai piovosa – e con una persistenza leggermente più corta ma sfoggia tannini più morbidi ed evoluti oltre a un equilibrio più compiuto.

Degustazione del giorno 21 aprile 2018; bottiglia del lotto L 17 163

Lunapiena – Buttafuoco Doc – 2012

Prodotto con uve Croatina (50%), Barbera (25%), Vespolina 15%, Uva rara (10%) prodotte dalla vigna Pianlong a Canneto Pavese , il Lunapiena 2012 è stato affinato parte in barrique di secondo e terzo passaggio e parte in tonneau lavorati a vapore.

Dal calice, nel quale questo Buttafuoco sfoggia un impenetrabile color rubino in cui si possono ancora scorgere gli ultimi riflessi porpora, emergono ricche e succose note fruttate riconducili alla ciliegia matura, alla mora, al mirtillo nero e alla confettura di lampone. Su questo palcoscenico di frutti maturi compaiono, in sequenza, numerosi altri attori tra i quali è facile riconoscere le sensazioni speziate della noce moscata e del pepe nero oltre a sentori floreali riconducibili al potpourri di fiori rossi.

L’attacco al palato è ampio, succoso e caldo; la pienezza del corpo e la sua evidente morbidezza trovano il loro contraltare nella fitta e giovanile struttura tannica oltre che nella nitida freschezza; adeguata la persistenza. Una nota di merito è dovuta al sobrio uso del legno capace, in tal modo, di preservare le caratteristiche dei vitigni esaltandone il frutto, la morbidezza e le note speziate.

Degustazione del giorno 6 maggio 2018; bottiglia del lotto L 17 163

Cantina Scuropasso
Fraz. Scorzoletta 40/42
27040, Pietra de’ Giorgi (PV)
info@scuropasso.it
www.scuropasso.it

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