• Mar 05 Dic 2023

Il Castello di Tagliolo: quando la storia si fa vino

Ti auguro tempo per toccare le stelle

e tempo per crescere, per maturare

Tratto da: “Ti auguro tempo” di Elli Michler

Ci sono territori che sono capaci di entrarti nel cuore in un momento, ai quali ti leghi solo perché ti fanno stare bene e sono capaci di raccontarsi, direi quasi di farsi respirare oltre che guardare e, ovviamente, assaggiare. Queste terre hanno, però, bisogno di interpreti, di persone che, anno dopo anno, si impegnino a mantenerne le tradizioni e il paesaggio lavorando anche con lo scopo di far giungere questi valori al grande pubblico, affinché sempre più persone imparino a conoscerli, amarli e rispettarli. Non parlo di martiri o asceti bensì di imprenditori capaci di coniugare l’etica con il reddito, la crescita con il rispetto e l’amore per le proprie terre.

L’Ovadese – in provincia di Alessandria, nel Piemonte sud-orientale – è per me uno di questi territori: un ampio susseguirsi di colline, vigneti, boschi e antichi borghi nel quale il tempo sembra essere sospeso tra ieri e domani in un oggi dilatato e affascinante. È la terra del dolcetto, un vitigno difficile da vinificare e da comprendere, capace di raccontare il terroir in ogni sua sfumatura, tramite il suo grande frutto e le sue durezze, talvolta domabili e accattivanti, talvolta indomite ma dal fascino inimitabile. Queste colline sono però anche capaci di accogliere altre varietà e altre interpretazioni donando a ciascuna di esse la loro impronta figlia del suolo, del clima e di una viticoltura che si perde nei secoli passati.

Le righe che seguiranno cercheranno di raccontare queste colline tramite la storia e l’impegno odierno di un’Azienda – il Castello di Tagliolo – che ha percorso insieme a loro il lungo percorso dal Medioevo ai giorni nostri godendo dei suoi successi, patendo dei suoi errori e impegnandosi oggi per la sua rinascita.

L’Azienda Agricola Castello di Tagliolo: il tempo, la famiglia e la terra

Il territorio

Tagliolo Monferrato (AL) è un piccolo e storico comune sospeso fra la Pianura Padana, Ovada e l’Appennino per il quale la vitivinicoltura è da sempre uno dei motori principali dell’economia e che trova nelle sue due più note Denominazioni – Ovada Docg e Dolcetto di Ovada Doc – il fulcro della propria identità enoica.

Le colline dell’ovadese, attraversate dal torrente Orba, sono da sempre ritenute particolarmente vocate alla viticoltura in virtù delle loro caratteristiche pedoclimatiche. I suoli dove insistono le vigne di Dolcetto dedicate a questa denominazione vengono complessivamente suddivisi in terre bianche e terre rosse.

Le terre bianche sono costituite da suoli calcareo-marnosi con tessitura franco limosa, limitata presenza di sostanza organica e assenza di pietrosità; se ne ottengono vini sapidi e strutturati.

La ricchezza di ossidi di ferro e magnesio caratterizza l’altra tipologia di suoli, ovvero le cosiddette terre rosse, complessivamente meno diffuse delle precedenti.

Il clima è di tipo temperato suboceanico con estati calde e inverni freddi; la temperatura media annuale è di circa 12°C mentre le precipitazioni, concentrate prevalentemente nei mesi di maggio e novembre, raggiungono normalmente i 650 – 950mm all’anno; è evidente un trend positivo lungo una direttrice da nord verso sud che porta a punte di oltre 1100 – 1200mm annui in prossimità dell’Appennino ligure.

La storia

Nato a partire da un’antica torre di avvistamento contro i Saraceni del secolo X, il Castello diviene una fortezza più ampia nel corso del Medioevo vedendo crescere intorno a sé anche un antico borgo; tale borgo, tutt’ora perfettamente conservato e facente parte delle proprietà aziendali, nel corso degli anni arriva a ospitare, a partire dal 1100, anche una Corte di Appello, segno dell’importanza politica e giuridica da esso rivestita. La fortezza, nata a partire dal 1300, viene poi trasformata, nel corso del XVII secolo in una dimora nobiliare. Gli ultimi importanti interventi di restauro risalgono alla fine del XIX secolo a cura del noto architetto, archeologo e pittore portoghese, Alfredo d’Andrade.

Una via dell’antico borgo

La famiglia dei Marchesi Pinelli Gentile abita ininterrottamente nel Castello dall’ormai lontano1498 quando un membro della famiglia Gentile sposo Battistina Doria, la quale portò in dote il castello. In seguito,nel 1750 una ragazza della famiglia Gentile andò in sposa a un membro della famiglia Pinelli, dando così origine all’attuale cognome.

La produzione di vini presso il Castello ha origini antiche ed è documentata in forma scritta dall’inizio del secolo XV; in tempi relativamente recenti, il bisnonno di Luca Pinelli Gentile, l’attuale titolare, già esportava i propri vini in Francia, Danimarca e Argentina. È interessante ricordare come, a seguito di un suo viaggio nella zona di Bordeaux nel corso del 1895, quest’uomo, impressionato dalla qualità dei vini che aveva assaggiato e già ben conscio dell’importanza del suolo per la produzione di vini di alto livello, fece portare col treno e con i carri due vagoni di ciottoli direttamente dalle Graves nei propri vigneti nella speranza di poter in tal modo migliorare i propri prodotti. In seguito, suo nipote Oberto, il padre di Luca, fece divenire la produzione di vino una vera e propria attività imprenditoriale dando così origine, in senso moderno, all’Azienda così come noi oggi la conosciamo.

Il Castello di Tagliolo

Il Castello di Tagliolo oggi

Oggi l’Azienda può contare su circa 20 ettari di vigneto in corpo unico – ad eccezione di circa 2 ettari coltivati a Cortese – siti su pendii a quote di poco superiori ai 250m s.l.m. con esposizione sud-orientale; le vigne sono allevate su suoli argillosi ricchi di scheletro riconducibile alla tipica calcarenite monferrina detta Pietra da Cantone e localmente identificata con il nome di tufo.

Il giardino del Castello

La cantina è ospitata negli antichi locali una volta adibiti a dispensa del Castello e la cui parte centrale più antica è databile al X secolo; i vini prodotti, quando necessario, sono maturati prevalentemente in botti grandi anche se in cantina è presente un piccolo numero di barrique e tonneau. Le antiche prigioni, confinanti con l’attuale cantina, sono oggi adibite a infernot – come localmente sono denominati i locali sotterranei utilizzati alla conservazione del vino – e ospitano la collezione privata nella quale sono conservate, tra le altre, storiche bottiglie aziendali a partire dal 1815. Attualmente, l’Azienda produce un numero di bottiglie variabile fra le 60.000 e le 75.000 all’anno.

Il Castello di Tagliolo affianca alla produzione di uve e di vino, un’intensa attività di ospitalità che si concretizza nell’organizzazione nel giardino panoramico e all’interno di alcuni saloni del Castello – in particolare nella Bigatteria, il locale in passato adibito all’allevamento dei bachi da seta – di eventi e matrimoni con una capacità ricettiva di 150 ospiti seduti. Inoltre, alcune case del borgo Medioevale sono state adibite a guesthouse mentre altre continuano a ospitare le famiglie che da generazioni vivono nel borgo. Il Castello è anche autorizzato alla celebrazione di matrimoni civili.

Il Castello di Tagliolo e i suoi vini: le degustazioni

Nelle righe che seguiranno riporterò le mie note di degustazione di alcuni dei vini prodotti da questa Azienda; qualora non diversamente indicato, gli assaggi sono avvenuti nel corso della mia visita presso il Castello svoltasi il giorno 22 novembre 2018. Oltre ai vini di seguito narrati, mi preme segnalare il Dolcetto di Ovada Doc 2013 “La Castagnola”, degustato a Milano nel corso dell’edizione 2018 di Bottiglie Aperte e descritto in un mio precedente articolo dedicato a tale manifestazione.

Riserva del Marchese – Vino Spumante di Qualità Metodo Classico Brut

Ottenuto da uve pinot nero in purezza figlie della vendemmia 2012, questo Metodo Classico, sboccato all’inizio dell’estate 2018, è stato affinato in bottiglia per 60 mesi sui propri lieviti; ne sono state prodotte 1000 bottiglie.

Di color paglierino intenso e brillante impreziosito da lente catenelle di piccole bollicine, questa Riserva del Marchese sfoggia un naso di ottima finezza e intensità regalandoci note di mela gialla e albicocca alle quali si affiancano i sentori della mandorla dolce non tostata e del fieno oltre a quelli speziati della liquirizia; a questi, col trascorrere dei minuti, si affiancano le sensazioni di miele e fiori di tiglio e, a completarne il già ampio bouquet, i profumi del cioccolato bianco e dei fiori di camomilla.

L’ingresso al palato è teso ma non aggressivo in virtù dell’ottimo corpo e della piacevole morbidezza; la pulizia della bocca è garantita dalla vibrante freschezza e da un’effervescenza aggraziata ed elegante; molto lunga la persistenza e piacevolmente “balsamica” la chiusa grazie alle ben presenti sensazioni dei già ricordati fiori di tiglio.

Riserva del Marchese – Vino Spumante di Qualità Metodo Classico Brut Rosé

Prodotto per mezzo di una vinificazione in rosa di uve pinot nero in purezza vendemmiate nel 2012, anche questo Rosé è stato affinato sui lieviti per 60 mesi; ne sono state prodotte solo 500 bottiglie.

Il suo lucente color rame intenso, percorso da un’effervescenza fine e persistente, ci conduce a un naso ampio ed elegante nel quale le note dei piccoli frutti rossi, del melograno e della pesca a polpa gialla affiancano, quasi mettendole in evidenza, le sensazioni speziate del tamarindo e della liquirizia nonché quelle garbatamente agrumate del mandarino; il suo bouquet trova pieno compimento in virtù dei più “dolci” sentori di piccola pasticceria alla crema.

Il sorso è ampio, teso e nitido; l’ottimo corpo e l’altrettanto marcata struttura trovano nerbo e personalità nella vivace freschezza e nelle piccole bolle che ne costituiscono l’effervescenza; chiude lungo ed elegantemente amaricante.

Bianco del Castello – Monferrato Doc bianco – 2016

Le uve chardonnay e sauvignon blanc utilizzate per questo Monferrato Doc – in passato titolare di una sua propria Denominazione, ovvero Castel Tagliolo Doc – sono fermentate separatamente in tonneau e, in seguito, i vini da esse ottenuti sono maturati sempre in tonneau; a fine di tale periodo i due vini vengono assemblati e riposano poi alcuni mesi in acciaio in attesa di essere imbottigliati.

Di color paglierino intenso, apre con note di frutta a polpa gialla matura a cui si affiancano rapidamente le sensazioni floreali della ginestra oltre a quelle agrumate del cedro fresco; i dolci sentori del miele millefiori ne completano l’interessante panorama olfattivo.

Vino rotondo, ampio, di ottimo corpo e assai morbido trova il proprio equilibrio grazie alla garbata freschezza e alla ben presente sapidità; buona la persistenza.

Rosso del Castello – Monferrato Doc Rosso – 2013

Prodotto a partire da uve cabernet sauvignon (80%) e barbera (20%) e maturato esclusivamente in barrique usate, il Rosso del Castello 2013 si offre al nostro sguardo per mezzo di un intenso color rubino, preludio a un bouquet fine e intensamente fruttato nel quale spiccano le sensazioni di ciliegia matura e ribes rosso che sembrano sostenere e valorizzare le note speziate della noce moscata nonché quelle floreali dei giaggioli. Eleganti sentori di pepe nero e una lieve sfumatura di peperone giallo regalano all’insieme ulteriore complessità.

Vino di buon corpo e buona morbidezza, trova personalità e sostegno nella fitta e piacevolmente nervosa tessitura tannica nonché nella ben vestita freschezza; più che soddisfacente la persistenza.

La Castagnola 24 – Dolcetto di Ovada Doc – 2013

Questo Dolcetto di Ovada Doc deve il proprio nome all’omonimo vigneto nonché alla sua maturazione minima di almeno 24 mesi in barrique usate; l’annata qui descritta è però rimasta in barrique per ben 34 mesi. È importante segnalare, inoltre, che un po’ più della metà delle uve dolcetto utilizzate per la sua produzione sono state appassite per un periodo di quasi due mesi.

La vigna ” La Castagnola”

Dal calice, nel quale sfoggia un vellutato, molto intenso e luminoso color rubino, emergono intense e fragranti note fruttate di ciliegia, mora e prugna fresca affiancate dai sentori speziati della cannella e della noce moscata nonché da fini sensazioni floreali ben riconducibili al potpourri di fiori rossi.

Vino di grande succo, ottimo corpo e spiccata morbidezza, trova sostegno e carattere nei tannini fitti, dolci e piacevolmente nervosi oltre che nella composta – ma nitida – freschezza; decisamente adeguata la persistenza.

Ovada Docg – 2015

Ottenuto da uve dolcetto in purezza vinificate in acciaio, questo Ovada Docg è stato maturato per circa quattro mesi in botte grande prima della sua messa in bottiglia.

Il suo color rubino intenso ci conduce a un bouquet intensamente fruttato nel quale spiccano le note di ciliegia matura e di mora affiancate da eleganti note speziate di noce moscata e dai profumi floreali del glicine; timidi e piacevoli sentori di sottobosco nel completano il quadro olfattivo.

Ingresso piacevolmente nervoso grazie ai tannini ancora vividi pur se di ottima fattura, si apre all’assaggio regalando notevole morbidezza, un garbato calore e un corpo pieno e polposo; lunga la persistenza.

Degustazione del giorno 8 ottobre nel corso dell’edizione 2018 di Bottiglie Aperte

Ambra Nobile – Vino ottenuto da uve appassite

Ottenuto da uve cortese (60%) e sauvignon blanc (40%) appassite, questo Ambra Nobile ha maturato per oltre un anno in tonneau.

Il suo brillante color dorato impreziosito da intense sfumature rame crea grandi aspettative che certo non saranno deluse quando, avvicinato il calice al naso, inizieremo a percepire le fini e accattivanti note di albicocca disidratata e uvetta appassita; una lieve rotazione del calice permette al suo bouquet di esprimersi pienamente offrendoci un ricco carosello di profumi tra i quali spiccano le sensazioni di cotognata, rosa bianca appassita e mandorla dolce fresca.

Vino ampio, rotondo, piacevolmente dolce e, nel contempo, di eccellente equilibrio grazie alla vibrante freschezza che ne sorregge anche la pienezza del corpo e l’importante struttura donando una beva lunga, assolutamente non stucchevole e ricca di emozioni e personalità.

Azienda Agricola Castello di Tagliolo

Via Castello, 1

15070 Tagliolo Monferrato (AL)

castelloditagliolo@libero.it

www.castelloditagliolo.it

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