• Mer 11 Set 2024

Artimino, dove la cultura è benessere, il cibo è storia e il vino è cultura

La Tenuta di Artimino a Carmignano (PO) vede la propria origine nel 1596 per volere Ferdinando I de’ Medici e da allora coniuga l’eleganza di un’indiscussa nobiltà con la coltivazione della vite e dell’olivo rappresentando tutt’oggi una realtà modello di ospitalità, bellezza e cura dei particolari

Il borgo medioevale, una villa medicea patrimonio UNESCO, lo splendido panorama delle colline toscane e poi – ancora – l’esclusiva ospitalità, l’eccellente ristorazione e – aspetto fondamentale per la Tenuta di Artimino – la produzione di vino e olio di non comune qualità: tutto ciò – e altro ancora – è racchiuso nella Tenuta, un gioiello di quell’Italia che ha capito che, a differenza di quanto spesso improvvidamente affermato, nel nostro Paese l’ambiente è vita, la cultura è ricchezza, il cibo è storia e il vino è cultura.

La Tenuta di Artimino

Avvolta dal fascino unico delle colline toscane, la Tenuta di Artimino si sviluppa nel comune di Carmignano – in provincia di Prato – per una superficie di 730 ettari nei quali, oltre alla storica villa della famiglia Medici oggi patrimonio UNESCO, sono presenti vasti boschi, estesi vigneti e ampi oliveti. Un ruolo essenziale è riservato all’ospitalità nell’Hotel Paggeria Medicea, accanto a Villa “La Ferdinanda”, o nelle casette medioevali dello storico Borgo, sempre all’interno della Tenuta; grande attenzione è riservata anche alla gastronomia grazie al lavoro svolto nel ristorante Biagio Pignatta, così chiamato in memoria del primo maggiordomo di Ferdinando I de’ Medici.

L'Hotel Paggeria Medicea

Breve storia della Tenuta

Abitato fin dall’epoca etrusca, il territorio della Tenuta trova un proprio primo importante punto di svolta nel “colpo di fulmine” che fece innamorare, nel 1596, Ferdinando I de Medici di questi colli, portandolo a far costruire – sotto la guida dell’architetto Bernardo Buontalenti – Villa Ferdinanda. In seguito, Cosimo III iniziò a coltivare la vite dando di fatto origine all’antesignano dell’attuale Carmignano DOCG.

Trascorrono i secoli e le vicende della storia fino a quando, negli anni80 dello scorso secolo, uno grande ciclista e imprenditore – Giuseppe Olmo – decise di acquistare la Tenuta dando così origine al nuovo corso di queste splendida realtà che, ad oggi, è guidata dalla terza generazione della famiglia, ovvero Annabella Pascale e Francesco Spotorno Olmo.

Non si può, infine, non citare l’ingresso nella conduzione enologica di Artimino del celebre enologo Riccardo Cotarella che, a partire dal 2022 insieme al suo team, lavora per raggiungere la miglior espressione possibile dei vini di un terra così fortemente vocata alla vitivinicoltura.

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Annabella Pascale

La secolare storia del vino di Carmignano

Cosimo III de’ Medici (1642-1723) fu il penultimo granduca di Toscana e fu, nel contempo, un uomo con una visione precisa di ciò che era necessario per la tutela della qualità e della rinomanza di cui, già allora, godevano alcuni vini toscani.

Cosimo III, infatti, aveva già in precedenza mostrato di essere ben consapevole del valore economico che il vino rappresentava per le terre da lui amministrate tanto da emanare, il 29 novembre 1704, la “Rinnovazione delle leggi in materia di vino, macello, poste, procacci, vetturini”, un testo di 84 pagine, che raccoglie tutte le leggi sulla circolazione e sulla vendita del vino. Non soddisfatto del risultato ottenuto, l’anno successivo abroga la legge appena promulgata sostituendola, il 25 settembre 1705, con la “Moderazione della nuova legge del vino” per “facilitare maggiormente l’esito del vino”. Nella nuova “Moderazione” è, infatti, previsto quanto segue: “i padroni possono acquistare liberamente il vino dai contadini a compera o a sconto di debito, i contadini possono portare il vino a Firenze e contrattarlo liberamente”.

Le Fagianaie Lodges

L’editto del 1716

Il suo interesse per la produzione vinicola – nonché la sua assoluta modernità in questo campo – sono ulteriormente dimostrate dall’istituzione, nel luglio del 1716, di una nuova Congregazione sul commercio del vino. Il 24 settembre 1716, i Deputati di questa nuova Congregazione emanano il “Bando sopra la dichiarazione de’ confini delle quattro regioni Chianti, Pomino, Carmignano e Val d’Arno di Sopra” che, dopo aver descritto i confini delle quattro regioni, sembra stabilire la denominazione d’origine del vino quando dispone che solo i vini prodotti e fatti entro i confini sopra descritti si potranno “contrattare per navigare per vino del Chianti, Pomino, Carmignano, e Val d’Arno di Sopra”. In questo Bando, per quanto riguarda il vino di Carmignano, troviamo indicata, secondo la dizione in uso nei moderni disciplinari dei vini DOC e DOCG, la seguente “Zona di produzione delle uve”: “Dal Muro del Barco Reale presso al Fiume Furba, Strada di Ceoli, che da detto Fiume conduce a Bonistallo; Indi alla Villa del Sig. Marchese Bartolommei, fino al Muro del detto Barco Reale al Cancello d’Arzana.”

246 anni, 9 mesi, 2 settimane e 4 giorni prima della legge Desana, che diede vita all’attuale sistema di Denominazioni (12 luglio 1963), erano, quindi, nate le prime Denominazioni di Origine e i relativi disciplinari.

Artimino oggi: territorio, prodotti e ospitalità

Attualmente, la Tenuta può contare su circa 80 ettari vitati situati tra i 200 e i 400m s.l.m. e allevati su suoli arenacei alternati ad aree argillose e talvolta ricche di calcare. Le precipitazioni si attestano generalmente intorno ai 1.000mm annui e la temperatura media annuale dell’aria è di circa 13 – 14°C con estati calde, ma non troppo afose, e inverni relativamente rigidi.

La produzione vitivinicola si affianca alla produzione di olio EVO a partire dai frutti prodotti dalle circa 18.500 piante di olivo distribuite su circa 100ha; nella Tenuta sono, inoltre, conservati circa 400 ettari boschi.

Come già accennato, Artimino rivolge molta parte dei propri sforzi all’ospitalità offrendo soggiorni di alto livello all’interno delle proprie strutture con una particolare attenzione anche al tempo libero disponendo di una SPA, di una piscina e organizzando, ad esempio, degustazioni guidate dei propri vini aperte sia agli ospiti sia agli enoturisti. L’Hotel Hotel Paggeria Medicea, infine, dispone anche di saloni idonei a matrimoni o a meeting.

Artimino e i suoi vini

Nelle righe che seguiranno saranno raccontati i cinque vini che ho avuto il piacere di assaggiare nel corso della degustazione on line che ha avuto luogo il giorno 12 maggio 2023. Tale degustazione, condotta da Riccardo Cotarella e moderata da Nerina di Nunzio con la partecipazione di Annabella Pascale, ha visto la partecipazione di una quindicina tra giornalisti, comunicatori e professionisti del settore vitivinicolo.

Voglio cogliere l’occasione di questa breve introduzione per ringraziare Annabella Pascale e Francesco Spotorno Olmo per avermi coinvolto in questo più che interessante evento.

Vin Ruspo – Barco reale di Carmignano DOC Rosato – 2022

Le uve sangiovese, cabernet sauvignon e merlot utilizzate per la produzione di questo rosato, provengono da vigneti allevati su suoli limoso-sabbiosi con buone percentuali di argille e ubicati a una quota media di 135m s.l.m.

All’inizio della vinificazione, interamente svolta in acciaio, le uve sono state oggetto di una macerazione prefermentativa di circa un paio d’ore; infine, il vino è stato affinato per due mesi sulle proprie fecce nobili.

Di color rosa salmone chiaro, il Vin Ruspo 2022 regala un quadro olfattivo decisamente più improntato alla finezza che all’intensità; al naso, regala le note fruttate e croccanti della fragolina di bosco, del ribes rosso, della nespola e della pesca a polpa gialla inframmezzate dagli eleganti sentori floreali della rosa rossa.

Il sorso si offre molto fresco, teso e agile e, nel contempo, morbido, di corpo e avvolgente; lunga la persistenza.

Chianti DOCG Montalbano – 2022

Questo Chianti DOCG è ottenuto, in prevalenza, da uve sangiovese con l’apporto di canaiolo e colorino provenienti da vigneti allevati su suoli limoso-sabbiosi con buone percentuali di argilla e situati a una quota media di 110m s.l.m. La vinificazione è svolta interamente in acciaio e, prima della sua messa in commercio, il vino riposa per almeno due mesi in bottiglia.

Dal calice, nel quale sfoggia un intenso color rubino, emergono intense e piacevoli note fruttate ben riconducibili alla ciliegia, alla marasca e alla susina; tra le fitte maglie di queste fini sensazioni emergono, garbate ma decise, le sensazioni floreali della violetta a ricordarci l’importante presenza del sangiovese.

Al palato, si offre di corpo e morbido nonché ben sostenuto da una composta freschezza e da tannini di bella fattura pur se, giustamente, ancora non scevri degli ultimi ricordi di gioventù. Il sorso, che coniuga ricchezza e agilità di beva, chiude lungo e con un piacevole fin di bocca di frutta rossa.

Poggilarca – Carmignano DOCG – 2020

Questo Carmignano DOCG nasce da uve sangiovese, cabernet sauvignon e merlot ottenute da vigneti allevati su pendii posti a una quota media di 135m s.l.m. e costituiti da suoli ricchi di limo e sabbie oltre che con buoni tenori di argilla.

Dopo la vinificazione in acciaio, i vini riposano in legno e, in particolare, il sangiovese matura in botti da 30hl mentre i due vitigni bordolesi trascorrono un periodo in barrique nuove e di secondo passaggio.

Di color rubino intenso, il Poggilarca 2020 apre al naso con intense e fini note di ciliegia, marasca e melograno affiancate, dopo una breve attesa e una timida rotazione del calice, dai sentori floreali della violetta oltre che da quelli di confetto, polvere di caffè e da una leggera sensazione di vaniglia, a testimoniare l’attento uso del legno; infine, l’insieme è attraversato da un’elegante vena balsamica che conferisce verticalità all’intero bouquet.

Di corpo e morbido e, nel contempo, ben sostenuto dalla vestita freschezza e da tannini fitti e dolci, pur se ancora piacevolmente nervosi, questo Carmignano DOCG stupisce per la beva snella e agile pur se austera e ricca di personalità; lunga la persistenza.

Toscana Rosso IGT – 2020

Questo Toscana Rosso IGT, ancora non in commercio, è ottenuto da uve cabernet sauvignon, cabernet franc e merlot; la vinificazione in acciaio è seguita da un anno di maturazione in barrique nuove per il 60%.

L’intenso color porpora, arricchito dai primi riflessi rubino, di questo vino ci conduce a un bouquet ampio, ricco ed elegante nel quale, inizialmente, spiccano le sensazioni fruttate della ciliegia matura e della susina che sono rapidamente affiancate dalle note floreali del giaggiolo e della rosa rossa oltre che da una ricca paletta di spezie quali vaniglia, cannella, pepe nero e liquirizia.

Al palato, si offre ampio, succoso, di gran corpo e molto morbido ma, nel contempo, dalla beva piacevole ed equilibrata in virtù della composta freschezza e di tannini vividi ma di ottima fattura; lunga la persistenza.

Grumarello – Carmignano DOCG Riserva – 2019

Le uve sangiovese, cabernet sauvignon, merlot e syrah utilizzate nella produzione di questa Riserva provengono da vigne situate a una quota media di 110m s.l.m. e allevate su suoli ricchi di limo e sabbie oltre che con buoni tenori di argilla. Dopo la vinificazione, svolta in acciaio, il Grumarello 2019 è stato maturato per 24 mesi in botti grandi e barrique all’interno delle quali ha anche svolto la fermentazione malolattica.

Di color rubino molto intenso, questo Carmignano DOCG Riserva apre con note di ciliegia matura e agrumi rossi amari alle quali, dopo una breve attesa, si affiancano le note floreali della violetta e una piacevole sfumatura di sottobosco; il suo bouquet, infine, è arricchito da un’interessante selezione di spezie quali vaniglia, pepe nero e liquirizia.

Il sorso – ricco e succoso – appare molto morbido, strutturato e, nel contempo, di compiuto equilibrio grazie alla nitida, ma composta, freschezza e alla tessitura tannica vivida e di eccellente fattura.

Nel suo complesso, il Grumarello 2019 si rivela un vino dalla beva agile e dinamica – pur se importante – che chiude lungo e ci accompagna al sorso successivo per mezzo di un piacevole fin di bocca.

Tenuta di Artimino

Via La Nave, 11

59015, Carmignano (Prato)

wine@artimino.com

www.artimino.com

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