La Ribeira Sacra: l’eterna lotta fra vigne e gravità
Devo pur sopportare due o tre bruchi se voglio conoscere le farfalle.
Pare che siano bellissime.
Il Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry
Vigneti dalle geometrie impossibili apparentemente incisi nella roccia da Maurits Cornelis Escher, ovvero l’incancellabile sensazione che la viticoltura nella Ribeira Sacra non sia solo eroica bensì sia decisamente contraria alla realtà e al senso comune. Sono ormai trascorsi 10 anni da quando, ancora prima di iniziare il mio affascinante viaggio nel mondo del vino, ho visitato la Galizia percorrendo, nel corso del lungo viaggio, anche le strade incise lungo i fianchi delle valli del Rio Sil e del Rio Miño e rimanendo letteralmente stupefatto nel vedere i vigneti coltivati lungo pendii rocciosi esposti su vertiginosi strapiombi e con pendenze talvolta prossime a potere essere definite “verticali”.
Vigneti i cui accessi erano, nella migliore delle ipotesi, stretti sentieri ricavati tra le rocce strapiombanti ma che, talvolta, erano raggiungibili solo dal basso, scendendo il corso della valle in barca per approdare poi alla base dei vigneti stessi per raggiungerli poi passo dopo passo; ritengo, a tal proposito, che pochi minuti per guardare questo filmato siano davvero ben spesi.
Purtroppo, come ho già scritto, all’epoca il vino era ancora solo un piacere e un interesse tutto da scoprire e, pertanto, non ho saputo approfittare dell’occasione che mi si offriva per visitare le varie Aziende e assaggiarne i prodotti. Ecco quindi che la possibilità offerta dalla serata organizzata, lo scorso 15 marzo, proprio sui vini della Ribeira Sacra dalla Delegazione FISAR di Pavia – e in modo particolare da Laura Sandoli che, ben più saggia di me, ha colto l’occasione di un suo recente viaggio in quelle magiche valli per approfondire la conoscenza sull’argomento – mi è parsa fin da subito il modo di rimediare, almeno in parte, alla mia grave mancanza di dieci anni or sono.
Le Denominazione di Origine Ribeira Sacra: la roccia, il sole, l’acqua e l’uva
La Ribeira Sacra in numeri
Nata nel 1997, la “Denominación de Origen” (D.O.) Ribeira Sacra coinvolge il territorio di 20 comuni lungo il corso dei fiumi Sil e Miño tra la porzione meridionale della provincia di Lugo e la parte di quella di Ourense. Attualmente, i vigneti, in grandissima parte allevati ad alberello, ricoprono circa 2.500ha che rappresentano il 5,2% della superficie vitata dell’intera Galizia. Nonostante questa Comunità Autonoma sia nota prevalentemente come zona di produzione di uve a bacca bianca, la Ribeira Sacra vede il proprio vigneto costituito in grandissima maggioranza da uve nere (94%); le vigne della Denominazione sono costituite quasi totalmente da vitigni autoctoni spesso estremamente localizzati. Negli ultimi 20 anni si è assistito a un forte recupero quantitativo e qualitativo della produzione di vini della Ribeira Sacra che è passata dai 14.702hl del 1996 ai 36.292hl dl 2017; negli anni compresi fra il 1992 e il 2017 i viticoltori iscritti alla Denominazione sono passati da 550 a 2.397 mentre, nello stesso periodo, le cantine, che partivano da 30, hanno raggiunto il numero di 96.
La produzione di vino della Denominación de Origen è posta sotto il controllo del Consejo Regulador de Ribeira Sacra
Geologia e clima perché la vite nasce dalla terra
Il clima della Denominazione presenta estati calde e inverni freddi con piovosità medie assai contenute; nella Valle del Rio Miño le temperature medie annuali si attestano intorno ai 14°C con 900mm di precipitazioni totali mentre nella Valle del Rio Sil la temperatura media si presenta leggermente più bassa (13°C) con precipitazioni complessive annue pari a 700mm. Nelle zone vitate le temperature medie del mese più freddo si aggirano intorno ai 7°C mentre quelle del mese più caldo raggiungono i 22°C. Le quote sono comprese fra un minimo di 100m s.l.m. fino ad un massimo di 1.200m s.l.m. nella porzione meridionale del Rio Sil; frequentemente fra i livelli dei due fiumi e le sommità delle loro valli vi possono essere fino a 500 metri di dislivello.
Nel suo complesso, l’area può essere suddivisa in cinque sottozone ciascuna con le proprie caratteristiche geo-pedologiche. La sottozona di Amandi è caratterizzata da rocce scistose e suoli argillosi ricchi di sostanza organica; i suoi vini si presentano generalmente di non grande struttura e acidità piuttosto contenuta al contrario delle sottozone di Chantada e Ribeira do Sil che possono contare su un substrato roccioso di origine granitica e suoli sabbiosi e acidi con scarsa presenza di nutrienti. La sottozona di Quiroga-Bibei è caratterizzata da frequenti depositi alluvionali costituiti prevalentemente da ghiaie e sabbie con presenze di argille assai variabili che ne influenzano le capacità di drenaggio; dà generalmente vita a vini profumati, fini e con tannini e freschezza assai piacevoli; l’ultima sottozona, ovvero quella della Valle del Rio Miño presenta suoli granitici ricoperti da strati ricchi di sabbia e limo particolarmente favorevoli alla coltivazione della vite.
La gravità e il vino: la viticoltura eroica
Le fortissime pendenze, spesso superiori all’80%, dei versanti delle due valli, la grande abbondanza di rocce affioranti e le pratiche di vigna tuttora svolta necessariamente a mano – o al più con l’aiuto di brevi e rare cremagliere – rende la Ribeira Sacra un esempio emblematico di viticoltura eroica che l’hanno portata ad aderire al CERVIM, il Centro di Ricerca, Studi, Salvaguardia, Coordinamento e Valorizzazione per la Viticoltura Montana, un organismo internazionale nato con lo specifico compito di promuovere e salvaguardare la viticoltura eroica. Il suo Comitato Tecnico Scientifico ha definito i criteri per poter essere riconosciuti come facenti parti di tale organismo, ovvero:
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pendenza del terreno superiore a 30%;
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altitudine superiore ai 500 metri s.l.m.;
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sistemi viticoli su terrazze e gradoni;
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viticoltura delle piccole isole.
Devono, inoltre, essere ritenuti degli importanti valori aggiunti l’impossibilità di meccanizzare il lavoro in vigna, le piccole dimensioni medie delle Aziende e dei vigneti spesso terrazzati; da ultimo, ma non certo per importanza, è ritenuta di particolare rilevanza la produzione di vini di nicchia che si pongano al di fuori dei modelli enologici più commerciali e diffusi a livello mondiale.
I vitigni della Ribeira Sacra, quando la storia si fa uva
La Ribeira Sacra, pur se circondata da aree fortemente vocate per la produzione di varietà a bacca bianca, si connota per una più che marcata prevalenza dei vitigni a bacca nera ma, soprattutto, per aver mantenuto il proprio ricco patrimonio ampelografico costituito da vitigni autoctoni o tradizionali il cui utilizzo è tutt’oggi fortemente radicato; la presenza di varietà internazionali è da ritenersi poco più che occasionale; tra i vitigni a bacca bianca è opportuno ricordare Godello, Albariño, Treixadura, Doña branca, Torrontés e Loureira mentre tra quelli a bacca nera è necessario citare Mencía, Brancellao, Garnacha e Mouratón,
Di seguito, saranno descritti alcuni di questi vitigni scelti in quanto utilizzati nella produzione dei vini degustati nel corso della serata e, inoltre, perché caratteristici di questa Denominazione.
Varietà a bacca bianca
Godello
Varietà attualmente coltivata in tutto il nord ovest della Penisola Iberica è ritenuta essere originaria proprio delle sponde del Rio Sil; la sua prima menzione risale al 1531. Le numerose analisi biomolecolari svolte hanno mostrato che questo vitigno è fratello del Verdejo, un vitigno diffuso nella regione di Valladolid. Il Godello, che ha rischiato di scomparire nel corso degli anni ‘70 dello scorso secolo, regala vini fini e intensi connotati da una marcata mineralità.
Treixadura
La Treixadura, detta Trajadura, nel nord del Portogallo, non sembra essere imparentata con altri vitigni galiziani. Questo fatto suggerisce che possa essere stata importata in Galizia dalla regione del Minho, nel Portogallo settentrionale, regione nella quale sono coltivati altri vitigni ad essa collegati, quali Azal e Loureiro.
Vinificata in purezza, la Treixadura dà vita a vini paglierini con delicati sentori di mela, pera e pesca ai quali, talvolta, si aggiungono piacevoli sensazioni citrine.
Varietà a bacca nera
Brancellao
Vitigno di origine portoghese, dove è noto col nome di Alvarelhão, sembra essere una varietà piuttosto antica; le analisi del DNA hanno evidenziato una sua stratta parentela con il Sercial, vitigno noto per il suo utilizzo nella produzione di alcuni vini di Madeira; se ne ottengono vini freschi, con basso estratto, moderato grado alcolico, delicatamente profumati e, generalmente, di pronta beva.
Mencía
Il Mencía è stato a lungo ritenuto originario della zona di Salamanca, nel nord-ovest della Spagna, ma recenti analisi biomolecolari hanno mostrato che questo vitigno è geneticamente identico al Jaen du Dão, varietà tipica del Portogallo centrale, e che, pertanto, potrebbe essere stato introdotto in Galizia dai pellegrini diretti a Santiago de Compostela. Generalmente utilizzato per dare vini leggeri con profumi di frutta rossa, può dar vita anche a prodotti strutturati e di più che buon tenore alcolico.
La degustazione: viaggio in sei tappe tra i vini della Ribeira Sacra D.O.
I vini di seguito descritti sono stati tutti assaggiati nel corso della degustazione organizzata dalla Delegazione FISAR di Pavia il giorno 15 marzo 2018 e condotta da Laura Sandoli, Roberto Pace e Giuseppe Franchi. La serata ha, inoltre, potuto godere dell’esperienza e dei racconti di Miguel Angel Lopez Couto, sommelier galiziano della Delegazione FISAR di Milano Duomo.
Bodega Adega Guimaro – Godello – 2016
L’Azienda, all’interno della sottozona Amandi, è stata fondata nel 1991 e, attualmente può contare su 4,5ha di vigne coltivate costituite da Mencía e Godello. Il Godello 2016, composto per il 95% dall’omonimo vitigno e per il rimanente 5% da Treixadura e Doña branca, è stato affinato per tre mesi in botte
Nel calice, il suo chiaro e cristallino color dorato anticipa un naso capace di unire finezza e intensità regalando sensazioni di frutta bianca croccante e fiori bianchi amari alle quali si aggiungono un’intrigante nota salmastra e sentori di erba fresca e mandorla tostata. Una marcata mineralità “rocciosa” ne pervade l’insieme completando così, con l’aiuto di lievi e garbate note boisé, il più che complesso panorama olfattivo.
All’assaggio spicca per sapidità e freschezza che gli conferiscono nerbo e carattere fungendo da asse portante dell’intero assaggio. L’ottima morbidezza, la pienezza del corpo e il suo piacevole calore lo rendono equilibrato e armonico garantendo all’insieme una beva molto piacevole ma certamente non banale; lunga la persistenza. Nel complesso, un vino nitido, diretto e asciutto ma, nel contempo, elegante e complesso e capace di giungere direttamente ai nostri sensi e alla nostra anima.
Bodega Fedellos do Couto – Conasbrancas – 2016
Il Conasbrancas 2016 è prodotto dalla Bodega Fedellos do Couto, piccola Azienda biologica all’interno della valle del Bibei, a partire da uve Godello, Doña branca e Treixadura ottenute da vigneti di più di 60 anni di età; prima dell’imbottigliamento è stato affinato otto mesi in barrique di rovere francese.
Dal calice, nel quale questo vino si offre di un luminoso color dorato chiaro, emerge un bouquet fine e intenso, solo leggermente sovrastato dalle ben presenti note di boisé di vaniglia. Sono comunque ben percepibili numerose altre sensazioni tra le quali è bello ricordare i fiori di ginestra, la frutta gialla matura e l’ananas fresco. Col tempo, il suo spettro olfattivo si amplia ulteriormente regalandoci sentori di bergamotto ed eucalipto oltre a una mineralità ben presente pur se meno marcata rispetto al vino precedente.
Al palato, si presenta di buon corpo e buona morbidezza; la ben presente freschezza e una percepibile sapidità gli conferiscono il necessario equilibrio; buona la persistenza.
Bodegas Raúl Pérez Viticultor – Castro Candaz Finca el Curvado – 2015
Raúl Pérez è un noto e apprezzato enologo e consulente che collabora con importanti cantine in tutta la Spagna. Presso la propria Azienda nella sottozona Chantada realizza, tra gli altri, questo vino rosso a base di uve Mencía affinato per 12 mesi in barrique prima della sua messa in bottiglia.
Allo sguardo, si offre rosso rubino intenso mentre dal calice emergono le prime delicate sensazioni boisé che accompagnano con garbo le note succose di frutti rossi e neri quali ciliegia matura, mora, prugna disidratata e fragola. A seguito di una timida rotazione, il bouquet si completa con i sentori di potpourri di fiori rossi oltre che con la verticalità balsamica dell’eucaliptolo e con leggere sfumature terrose. Vino polposo e rotondo senza divenire eccessivamente muscolare, si presenta all’assaggio con una piacevole freschezza e una tessitura tannica fitta e aggraziata che dona equilibrio alla pienezza del corpo e alla sua morbidezza. La lunga persistenza sembra accompagnarci con decisa cortesia al sorso successivo.
Neno da Ponte – A Raña – 2015
A Raña 2015 è stato prodotto, secondo i dettami delle vitivinicoltura biologica, a partire da uve Mencía, Garnacha, Alicante Bouschet, Gran Negro e Godello con percentuali non dichiarate coltivate nella sottozona Chantada dall’enologo e produttore Roberto Regal. Ha svolto in barrique fermentazione spontanea senza diraspatura, malolattica e affinamento; non ha subito né chiarifiche né stabilizzazioni.
Di color rubino intenso nel quale si notano ancora vivide sfumature porpora, questo vino sfoggia ricche e profonde note fruttate di ciliegia matura, mora, mirtillo nero e prugna disidratata oltre a sensazioni di fiori rossi appassiti. L’insieme è arricchito da gradevoli sentori terrosi oltre che da richiami boisé molto contenuti e piacevoli.
All’assaggio, sfoggia un grande corpo e un’altrettanto importante morbidezza che trovano il loro contraltare nella piacevole freschezza e nei tannini ancora, però, giovani e un po’ troppo aggressivi. Nel complesso, un vino succoso e ampio ma dall’equilibrio non perfettamente compiuto e ancora troppo giovane per potersi esprimere al meglio; già molto più che soddisfacente la persistenza.
Dominio do Bibei – Lalama – 2013
Prodotto a partire da uve Mencía coltivate e vinificate nella sottozona Quiroga-Bibei, il Lalama 2013 ha svolto fermentazione alcolica e malolattica in barrique aperte. Javier Dominguez, il produttore che segue le regole della viticoltura biodinamica, lo ha poi affinato in barrique da 300 litri sulle fecce fini per circa 20 mesi.
Il suo color rubino, che denuncia una gioventù non sopita per mezzo degli ultimi riflessi porpora, introduce a un vino capace di toccare il cuore tramite eleganza e complessità che si esprimono, al naso, tramite le note agrumate del mandarino e delle arance bionde che sembrano galleggiare sopra un tappeto di frutti rossi e di bosco tra le cui trame si scorgono sensazioni di rosa appassita, caramello e polvere di caffè.
Al palato, si offre polposo, succoso, morbido e di corpo ma nel contempo vivace e nitido grazie alla bella freschezza e a una tannicità timida e setosa ma sufficiente a garantirne l’equilibrio e una beva certo non stucchevole. La lunga persistenza conclude un assaggio che non sarebbe dovuto finire.
Bodegas Algueira – Brancellao – 2014
Situata nella Ribeira do Sil tra foreste di querce e castagni, la Bodegas Algueira – fondata nel 1996 – realizza questo vino, fermentato in barrique aperte e in seguito affinato 12 mesi in barrique usate di rovere francese, con uve Brancellao in purezza coltivate in vigneti che raggiungono l’85% di pendenza.
Alla vista, si offre di un luminoso color granato chiaro nel quale si scorgono ancora le ultime sfumature rubino e che ben ci predispone a un bouquet anch’esso decisamente più improntato alla finezza che all’intensità. Le note fruttate di ciliegia matura, mora, fragolina e mirtillo si uniscono armoniosamente alle sensazioni floreali della rosa appassita e a ricordi di peperone giallo che riportano alla nostra mente i vitigni bordolesi. Una menzione di merito è dovuta al sobrio uso del legno che non diviene percepibile al naso.
L’attacco in bocca è morbido e succoso; la pienezza del corpo è ben sorretta da tannini lievi ma di ottima fattura; molto più che soddisfacente la persistenza.