• Mar 05 Dic 2023

Nessuno è profeta in Patria….nemmeno la croatina

Nomi e terroir della Croatina: non appena Cristina Fracchia e Mirella Vilardi ci invitarono a questa degustazione, la mente corse rapidamente ad idee, commenti e discussioni avute negli anni con amici, colleghi e produttori oltrepadani sul ruolo che questo vitigno – e più ancora i vini che se ne ottengono – dovrebbe avere nel panorama enoico italiano e non solo.

Una collina tra le colline dominata da Cisterna d’Asti, magnifico borgo completamente circondato da vigne al confine del Roero e patria dell’omonimo vino Doc astigiano, ci accoglie all’arrivo; l’incontro si sarebbe tenuto presso il ristorante Cà Rossa nel centro storico del paese. 16 i vini proposti, tutti provenienti da tre importanti Denominazioni di Origine: Cisterna d’Asti, Colli tortonesi e Oltrepò pavese. Scopo della degustazione: approfondire le potenzialità di questo grande vitigno evidenziando le peculiarità dei tre terroir coinvolti.

La croatina

Nell’International Variety Catalogue (www.vivc.de) la croatina è considerata un vitigno originario della Croazia. In Italia la sua distribuzione comprende le province di Piacenza, Pavia, Alessandria (soprattutto Colli Tortonesi), Asti, Cuneo (Roero), Vercelli e Novara. Recentemente questo vitigno è stato autorizzato in Valpolicella (VR) per concorrere, in uvaggio e con quantità limitate, alla produzione dell’amarone.

Si tratta di un vitigno di buona produttività, con grappolo mediamente spargolo; è frequentemente allevato a guyot con potatura lunga perché le prime gemme non sono fruttifere; mostra buona resistenza all’oidio e, in misura minore, alla Botritys cinerea; è sensibile alla peronospora in particolare sulle foglie più giovani. Inoltre, è caratterizzato da una buona tolleranza ai portainnesti di vite americana. L’acino, di colore blu scuro, è di media grandezza (2,3 g), con buccia consistente e pruinosa. La maturazione dell’uva è medio – tardiva ed è, pertanto, generalmente vendemmiata durante la prima decade di ottobre. È un’uva caratterizzata da una buona concentrazione polifenolica; i tannini sono maggiormente presenti nella buccia piuttosto che nei vinaccioli.

La situazione nomenclaturale della croatina è assai intricata a causa dei numerosi sinonimi con cui questo vitigno è noto (tratti da Vitis – International Variety Catalogue,): bonarda, bonarda di gattinara, bonarda di Rovescala, bonarda grossa, bonarda pignola, croata, croatina cumune (sic), croatino, croato, croatina, crovalino, cravattina, cravattino, crovattone, crovettina, crovettino, hrvatica, jarbola red, nebbiolo di gattinara, nebbiolo gattinara, neretto, rat, uga del zio, uva del zio, uva della zia, uva vermiglia, uvalino nero.

I terroir della croatina

Cisterna d’Asti Doc

Le uve destinate alla produzione del “Cisterna d’Asti Doc” devono essere prodotte nella zona di origine costituita dall’intero territorio amministrativo dei comuni di: Antignano, Cantarana, Cisterna d’Asti, Ferrere, San Damiano d’Asti e San Martino Alfieri in provincia di Asti e di Canale, Castellinaldo, Govone, Montà, Monteu Roero, Santo Stefano Roero e Vezza d’Alba in provincia di Cuneo. La coltivazione della Croatina, tradizionalmente denominata bonarda, è documentata da ben 200 anni; sono presenti in zona viti di croatina di oltre 100 anni ancora franche di piede.

I vigneti sono impiantati solo nelle zone collinari in altitudini non superiori ai 400m sul livello mare. I suoli, di origine alluvionale, sono ricchi di sabbia e di vene di argilla blu e conferiscono alla croatina note fruttate e una chiusa marcatamente amara che la rendono unica rispetto alle altre zone. Nel suo complesso, il Cisterna d’Asti Doc risulta essere un vino dal colore rosso rubino intenso, con un’ottima struttura, spesso con una certa aggressività di origine tannica. A livello olfattivo, si possono identificare la viola, i frutti di bosco, la ciliegia, la confettura -marmellata e una nota speziata come caratteristiche principali, questo vino gode di un’ottima capacità di invecchiamento.

Colli tortonesi Doc

La zona di produzione delle uve atte a ottenere i vini a denominazione di origine controllata “Colli Tortonesi” comprende la fascia viticola collinare del Tortonese costituita dal territorio di 30 comuni. Dal punto di vista litologico il territorio è costituito prevalentemente da terreni sedimentari

appartenenti alla successione stratigrafica del Bacino Terziario del Piemonte, cioè da quel complesso di sedimenti che costituiscono i rilievi collinari del settore sud-orientale del Piemonte aventi esposizione prevalente SW-NE e inclinazioni comprese tra i 15° e i 30°. I suoli argillo – marnosi hanno una forte componente calcarea; sono, inoltre, ricchi di minerali (in particolare di litio) caratteristica quest’ultima che conferisce ai vini una spiccata sapidità.

Oltrepò pavese Doc

In Oltrepò la croatina è coltivata, in modo più o meno esteso, in tutto il territorio compreso nella Denominazione di Origine. Ciò non toglie, ovviamente, che esistano zone particolarmente vocate per la sua coltivazione, come i territori compresi fra i comuni di Rovescala, San Damiano al Colle, Montù Beccaria e Pietra de’ Giorgi, fino a Montalto Pavese e Borgo Priolo. Queste aree risultano essere molto assolate e calde con versanti orientati prevalentemente verso sud/ovest. Le altitudini media sono comprese tra i 150 e i 350 m, con ottime esposizioni anche ad altitudini superiori (350 – 450 m). L’esposizione dei versanti è principalmente verso sud/ovest (80%) con pendenze medie del 20%. Questo vitigno trova condizioni ottimali per la sua coltivazione anche nella prima fascia collinare tra Torrazza Coste e Zenevredo. I vigneti, in questo caso, occupano i ripidi versanti delle valli che si aprono a ventaglio sulla Pianura Padana. Si contraddistinguono per avere tessiture più sciolte, suoli meno fertili, meno profondi e con una maggior capacità di allontanamento delle acque in eccesso. Le fasce vocate sono quelle più calde a ridosso della pianura e poste ad altitudini comprese tra 100 e 300 m; ne derivano vini di buona struttura, equilibrati, il cui profilo è esaltato dalle note fruttate di ciliegia e frutti rossi e in cui non manca uno spiccato sentore di viola e sentori speziati. All’assaggio questi vini si presentano di discreta struttura, abbastanza acidi e astringenti.

Note di degustazione

A ulteriore riprova delle mie più ferme convinzioni, le diverse bottiglie degustate hanno mostrato numerosi e importanti punti comuni. In particolare si conferma essere un vitigno in grado – se correttamente coltivato e vinificato – di regalare vini di ottima struttura e complessità, caratterizzati principalmente da note di frutta rossa e violetta arricchite da sentori speziati, balsamici e, più raramente, erbacei. In bocca i vini mostrano corpo, buona freschezza, tannini severi ma di ottima struttura e setosità e persistenze generalmente ragguardevoli; hanno confermato le interessanti potenzialità di invecchiamento. I metodi di vinificazione – in particolare l’eventuale passaggio in legno – e le caratteristiche di ogni singolo terroir contribuiscono a esaltarne, caso per caso, le varie peculiarità.

E adesso…

Già..e adesso? Adesso, a mio avviso, la croatina e alcuni suoi produttori si trovano davanti a un bivio: continuare a mantenere un basso profilo, accentando l’immagine stereotipata di un vino da gita fuori porta, sotto una pergola abbinato a un panino oppure credere nelle proprie capacità e nelle potenzialità di un grande vitigno, puntando a produrre anche vini importanti, di struttura e adatti all’invecchiamento, che possano, a pieno titolo, inserirsi nel mercato a fianco di altri – e più blasonati – vitigni e territori. So benissimo che proporre queste scelte sulla pelle altrui è chiedere veramente tanto! Le aziende vitivinicole sono già profondamente in sofferenza a causa di decenni di scelte economiche e politiche sbagliate, di una burocrazia inutilmente complicata che non riesce comunque a evitare le grandi frodi ma che impastoia i produttori onesti – e cioè la grandissima maggioranza – tra cavilli e montagne di carta e di consorzi spesso non in grado di rappresentare adeguatamente le giuste istanze dei piccoli produttori.

E chi scrive…? Chi scrive dovrà appoggiare, col proprio onesto lavoro, chi avrà – o ha già avuto – il coraggio di esplorare nuove strade e nuovi mercati, fino a giungere lì, dove nessuna croatina è mai giunta prima.

Un grazie di cuore ai produttori che hanno aderito all’evento

Cisterna d’Asti Doc
Bosotti Vincenzo
Cà di Tulìn
Fassino Giuseppe
Fratelli Povero
La Pergola
Mo
Mo Patrizia – Selezione Vini d’Autore
Socré
Torchio Piero
Vaudano Gaggìe

Colli tortonesi Doc
Mariotto Claudio
Massa Walter

Oltrepò pavese Doc
Borgolano
Frecciarossa
Mazzolino
Monsupello

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