Negro, il Roero e i suoi vini: un amore che viene dal passato
L’agricoltura è l’arte di sapere aspettare
Riccardo Bacchelli
Tante sono le storie, alcune grandiose, altre piccole, altre ancora tristi oppure allegre. Io oggi voglio raccontare una storia, una di quelle che sono felice di aver sentito, che è stata capace di lasciare un segno non perché narri di atti di indomito coraggio ma perché racconta una vita semplice eppure incredibile, una storia di tutti giorni ma in realtà unica come uniche sono tutte le storie che meritano di essere raccontate.
Il mio racconto è ambientato in Roero, ovvero in quella parte della provincia di Cuneo che, specchiandosi nelle acque del Tanaro che lo separano dalle Langhe, conduce, di collina in collina, il viaggiatore che lascia la Pianura alle proprie spalle tra vigne, frutteti e castelli. Una terra nata dal mare ma resa fertile dalla fatica di innumerevoli generazioni che hanno trovato nella vite un’amica esigente, capace di dare tanto ma abituata a chiedere moltissimo in cambio dei propri frutti (chi volesse approfondire questo territorio e i suoi vitigni può leggere questo mio recente articolo).
Il protagonista di questa avventura si chiama Giovanni Negro – attualmente al timone insieme alla moglie e ai suoi figli della nota Cantina Negro Angelo di Monteu Roero (CN) – e la storia che andrò a narrare trova forza e radici in questa terra e nei suoi vitigni – Arneis e Nebbiolo su tutti – nonché nell’impegno, nell’intraprendenza e nella famiglia ma, sopra ogni altra cosa, nella capacità di sognare oltre qualsiasi difficoltà.
Giovanni Negro: una vita a fianco dell’Arneis
“Quand’ero bambino e dovevo andare a scuola, per uscire di casa al mattino camminavo su una stretta trave sotto al tetto che era sostenuto da una robinia presa nel bosco perché mio papà non aveva i soldi per riparlo e avevo paura”. Giovanni Negro inizia così il racconto della sua vita durante la mia vista alla sua Azienda nel corso dello passato inverno. Un’immagine tenera, ma nel contempo amara, di una infanzia di fatica e ristrettezze che rende ancora più umana la sua figura bonaria e sorridente. La vita, nel corso degli anni, ha saputo dargli tanto ma certo ogni mattone, ogni trave, ogni grappolo sono stati sudati e guadagnati e sono frutto di quella “lucida incoscienza” che accompagna i grandi Uomini.

“Alla fine degli anni ‘50 l’Arneis era poco e, a parte quello vinificato dolce per autoconsumo, il rimanente veniva venduto a pochi commercianti che, pur avendo iniziato a intuirne le potenzialità, lo pagavano ancora poche lire rendendone così sempre meno conveniente la coltivazione che spesso era mantenuta solo su pochi filari per sviare gli uccelli dal Nebbiolo che lo preferivano e risparmiavano così le uve più pregiate.” Un quadro certo desolante quello delineato da queste sue parole narrate con un qual certo nodo alla gola, che dovrebbe ricordarci come l’agricoltura e l’allevamento, che pur ci garantiscono la vita, sono da sempre oggetto di sfruttamento ma che tale “politica” non hai mai portato, né mai potrà portare, a nulla di buono né per chi produce né per chi consuma. Ecco allora che Giovanni si recò al mercato di Canale e iniziò ad acquistare le uve Arneis al doppio del prezzo corrente riuscendo in tal modo a racimolarne una piccola quantità ma, soprattutto a scuotere le coscienze dei suoi colleghi vignaioli facendo loro comprendere il valore di quelle uve e del loro lavoro. Con quei grappoli, uniti a quelli di altri sette suoi colleghi uniti sotto il marchio Club 3P – Provare, Produrre, Progredire – riuscirono a vinificare, per la prima volta secco, una paio di piccole botti di Arneis danno così il là a una rinascita economica, culturale e sociale che trovò, dopo molti anni, un importante riconoscimento nell’ottenimento della Doc nel 1985 e, in seguito, la consacrazione definitiva nel raggiungimento della Docg nel 2004.
La strada in quei primi anni era, però, ancora assai lunga sia per l’Arneis sia per Giovanni che sempre più vedeva chiaramente delinearsi nella sua mente, e nella sua volontà, il fermo desiderio di poter avere “un’Azienda tutta mia”. Eccolo allora sostenere fermamente con gli amici del Club 3P che ora sarebbe stato necessario “fare marketing” (anche se cosa volesse dire esattamente “fare marketing” era ancora tutto da definire…) e portare il prodotto al di fuori degli stretti confini locali. Sapeva, però, che questo passaggio non avrebbe potuto prescindere dall’imbottigliamento e così, nel 1971, Giovanni pose in vendita le prime bottiglie della storia di Arneis vinificato secco.
Nel 1975 giunse a Torino, al Castello Medioevale del Valentino, insieme a produttori del calibro di Gaja, Ceretto e Pio Cesare per far conoscere questo vino ancora sconosciuto, il suo territorio e il proprio lavoro. Da allora fu un susseguirsi di successi, certo sempre costellati di difficoltà, che lo hanno visto, passo dopo passo, concretizzare il suo sogno, ovvero dar vita a una propria Azienda dove realizzare i suoi vini così come aveva sempre saputo dovessero essere prodotti, ovvero curando la terra, le vigne e il vino stesso.
La vita di Giovanni ha, però, spaziato – e continua a farlo – in ambiti ben più vasti della sola produzione di vino: è stato, infatti sindaco di Monteu Roero nonché ideatore e fondatore, nel 1987, del Premio Giornalistico del Roero che negli anni ha premiato 162 giornalisti italiani o stranieri che si sono distinti nel raccontare questo territorio tramite la stampa – locale, nazionale o estera – la televisione e il WEB.
L’Azienda Negro Angelo & Figli oggi
Oggi, l’Azienda Agricola Negro Angelo & Figli – condotta oltre che da Giovanni, da sua moglie Marisa e dai figli Angelo, Emanuela, Gabriele e Giuseppe – può contare su quasi 60 ettari di vigneti, distribuiti tra la Cascina Perdaudin in Monteu Roero, la cascina San Vittore in Canale e Basarin in Neive; a questi si aggiunge, frutto di una recente acquisizione, la storica cantina della Giovanni Rosso, a Serralunga d’Alba, dove saranno prodotti il Barolo Docg, da circa 1ha di vigna di proprietà sempre a Serralunga, e i due importanti Spumanti Metodo Classico da uve Arneis e Nebbiolo, entrambi affinati 72 mesi sui lieviti. L’attuale produzione complessiva della Azienda Negro si aggira intorno alle 350.000 bottiglie.

La Cantina vinifica solamente uve di proprietà e pone grande attenzione alla gestione dei vigneti e dell’ambiente arrivando ad allevare in proprio i lombrichi dai quali ottiene l’humus utilizzato per la concimazione delle vigne. È, inoltre, importante ricordare che tutte le loro riserve sono ottenute da uve prodotte da singole vigne scelte sulla base dell’età, dell’esposizione e del suolo.
L’Azienda produce anche piccole quantità di varietà antiche locali di frutti e cereali.
Negli anni ‘80, Giovanni riacquista la casa dove era nato e le relative vigne, il podere Perdaudin, riunendo in tal modo l’antica proprietà famigliare che, già nel lontano 1670, era di proprietà della famiglia Negro, in particolare di “Giovanni Dominico Negro, figlio di Audino” come testimoniato da documenti conservati presso gli archivi storici del comune di Monteu Roero.
I vini, testimoni di amore e impegno
Nelle righe seguenti racconterò molti dei vini che l’Azienda produce a partire dalle uve Arneis e Nebbiolo. È, però, importante ricordare che la loro produzione riguarda anche Favorita, cioè Vermentino, Moscato bianco, Barbera e Dolcetto nonché il raro vitigno roerino Bragat rosa o Brachetto del Roero.
Arneis
Giovanni Negro – Roero Arneis Docg – Metodo Classico Millesimato Dosage zero – 2009
Questo Metodo Classico vede la luce a partire da uve coltivate su suoli sabbioso – calcarei rivolti a sud-ovest. Il vino base è stato affinato due mesi in legno prima di venire “tirato” e affinare in seguito 72 mesi sui lieviti. La bottiglia degustata è stata sboccata nel mese di dicembre del 2016.
Alla vista si offre di un intenso color paglierino brillante che riempie il calice di luce anche grazie a un perlage molto fine e persistente.
La frutta gialla matura, ma fragrante, introduce a un naso fine, intenso e complesso nel quale si può percepire con grande piacere il susseguirsi di sensazioni capaci di spaziare dalla piccola pasticceria alle sensazioni agrumate del pompelmo giallo che ben si contrappongono alle note della mela Golden molto matura, dando così vita a un unicum profondo ed elegante. L’insieme viene col tempo ulteriormente arricchito da sensazioni di liquirizia, fiori di campo, miele di tiglio e zucchero leggermente vanigliato.
In bocca spicca per corpo, profondità e struttura nonché per la cremosità dell’effervescenza che, unitamente alla lineare freschezza, ne sorregge la struttura donandogli equilibrio e una beva di grande piacevolezza. Nel complesso, un Metodo Classico che definirei geometrico per la precisione dei suoi equilibri e sicuramente da gustare a tutto pasto grazie anche alla sua lunga persistenza.
Degustazione del giorno 16 aprile 2017
Serra Lupini – Roero Arneis Docg – 2016
Ottenuto dalle uve prodotte dalla vigna sita all’interno dell’omonima MGA in comune di Monteu Roero su suoli calcareo sabbiosi e esposizione compresa fra il sud e l’ovest, questo Arneis Docg, vinificato totalmente in acciaio dove affina sur lies per almeno quattro mesi, si presenta all’assaggio per mezzo di un luminoso e accattivante color paglierino, arricchito da poche pennellate dorate, che prelude a un bouquet giocato più sulla finezza che non sull’intensità.
La frutta gialla ancora croccante e i fiori di gelsomino accompagnano i nostri sensi tra le note agrumate del pompelmo giallo, nonché tra le piacevoli sensazioni di mandorla non tostata e ananas fresco. Col tempo e la pazienza, l’insieme si completa con sentori minerali, che ci riportano alla mente la nuda roccia, nonché con i “piccanti” sentori della radice di zenzero.
Il suo ingresso in bocca è diretto e nitido ma capace di aprirsi donando corpo e una buona morbidezza, che trovano equilibrio nella ben presente sapidità nonché nella vivace freschezza; decisamente soddisfacente la persistenza e ottima la corrispondenza con quanto in precedenza percepito al naso.
Degustazione del giorno 24 aprile 2017
Gianat – Roero Arneis Docg – 2012
Questa bottiglia è nata a partire dalle uve prodotte dalla Vigna Gianat, sempre all’interno della MGA Serra Lupini, su un suolo ricco di calcare ben esposto a ponente. È fermentato in barrique, dove svolge anche la malolattica, e in seguito affinato – sempre in barrique di rovere d’Allier, nuove al 15% – per almeno otto mesi durante i quali è soggetto a bâtonnage quindicinali. In seguito, riposa almeno un altro anno in vetro prima della messa in commercio.

Alla vista si mostra di un cristallino color dorato a ricordarci sia la sua vita nel legno sia gli anni trascorsi dalla vendemmia. Il naso trova nella frutta gialla matura il suo “punto di fuga” verso il quale sembrano dirigersi le note burrose e le intriganti sensazioni di piccola pasticceria, miele di castagno e mandarino. Nel complesso, un bouquet ampio, profondo ed elegante che troverà piena corrispondenza all’assaggio. In bocca, infatti, le ben presenti morbidezze e la pienezza del corpo traggono armonia, nerbo e carattere dall’ancora ben presente freschezza nonché nella nitida sapidità. La lunga persistenza conclude un assaggio nel contempo assai piacevole e di carattere.
Degustazione del giorno 27 gennaio 2017
7 anni – Roero Arneis Docg – 2009
Il nome è già un racconto, il racconto di un’idea di un Arneis Docg “diverso”, capace di sfidare il tempo e, più ancora, i pregiudizi. Ottenuto da uve raccolte in una piccola porzione di vigna esposta a mezzogiorno e coltivata su suoli calcareo – sabbiosi, ricchi di conchiglie fossili, all’interno della MGA Prachiosso nel comune di Monteu Roero, questo vino nasce in acciaio dove affina per almeno sei mesi sulle proprie fecce fini per poi rimanere per circa sette anni in vetro prima della sua vendita.
Il chiaro e lucente color dorato del 7 anni è solo il prologo di un vino capace di giungere direttamente al cuore mediante l’eleganza del suo bouquet e il suo “nervoso” equilibrio al palato. Al naso, si presenta come una costante cascata di sensazioni che vedono susseguirsi, alternarsi e poi riproporsi l’albicocca sciroppata, la mela Golden matura, i fiori di ginestra e le erbe provenzali, in particolare timo e maggiorana. Tra le maglie di questa inestricabile rete di emozioni compaiono, a completamento di un quadro già poliedrico, le note del miele di castagno e del cedro fresco nonché timidi sentori minerali che evolvono verso la pietra focaia. Al palato si offre rotondo, grasso e di corpo ma retto e reso vivo da una vibrante freschezza e da una netta sapidità che gli conferiscono buona armonia e piacevolezza di beva. Un vino ancora giovane, nonostante le sette vendemmie trascorse, che chiude assai lungo con la speranza di poter essere nuovamente assaggiato.
Degustazione del giorno 1 maggio 2017
Nebbiolo
Maria Elisa Rosé – Metodo Classico VSQ Brut – 2009 – Sboccatura 12/2016
Le uve Nebbiolo utilizzate per dar vita a questo Spumante Metodo Classico, affinato 72 mesi sui lieviti, provengono da un vigneto coltivato su suoli sabbioso – calcarei e regalano al vino un intenso e cristallino color buccia di cipolla nel quale è facile scorgere lucenti screziature color rame. Una nota di merito è dovuta al perlage davvero fine, intenso e persistente.
Al naso, il Maria Elisa Rosé 2009 offre intense e nette sensazioni di confettura di fragole all’interno delle quali occhieggiano eleganti note di ribes rosso e liquirizia oltre ai sentori agrumati delle scorze di arancia amara.
L’ingresso in bocca è nitido e cremoso grazie all’ancora vibrante acidità nonché alla setosità delle bolle che, nel loro insieme, offrono al tutto sostegno e personalità. La lunga persistenza e la piacevole chiusa amaricante, che riporta alla nostra mente sensazioni di tamarindo, lo rendono idoneo al consumo a tutto pasto.
Degustazione del giorno 7 maggio 2017
Prachiosso – Roero Docg – 2014
Ottenuto da uve provenienti da una vigna del 1971, all’interno dell’omonima MGA, esposta a mezzogiorno e coltivata su suoli calcareo – sabbiosi ricchi di fossili, il Prachiosso 2014 è stato affinato per 18 mesi in botti grandi di rovere.

Il suo color rubino non particolarmente intenso, a ricordarci che nasce da uve Nebbiolo, è il preludio a un’esplosione di sensazioni di marasca e piccoli frutti tra i quali è facile riconoscere il lampone, la fragola e il ribes rosso. Le note di violetta, così tipiche di questa nobile uva piemontese, e di buccia di pesca gialla completano un panorama olfattivo fine e di più che buona complessità. Al gusto, spicca per eleganza e armonia: la struttura tannica, fitta e setosa, ne sorregge la struttura conferendogli equilibrio, vivacità e una beva davvero piacevole; più che adeguata la persistenza.
Degustazione del giorno 27 gennaio 2017
San Giorgio Roero Docg Riserva – 2013
Le uve utilizzate per la produzione di questo vino provengono da un vigneto esposto a sud che affonda le radici in suoli calcareo – argillosi. Il vino da esse ottenuto è stato poi affinato in botte grande per alcuni anni.
Il calice sembra riempirsi di velluto grazie all’eleganza del color rubino di questa Riserva. Il suo colore è, però, solo l’inizio di un’esperienza capace di coinvolgere i sensi e la mente.

Al naso, giungono inizialmente sensazioni di frutta rossa matura, violetta fresca e confetto alle quali seguono, dopo breve tempo e una delicata rotazione, verticali note balsamiche e sentori di melograno, cioccolato nonché il profumo agrumato delle scorze di arancia amara. In bocca, si offre seducente, elegante e aggraziato, grazie alla nobile fattura dei tannini e alla sua sobria freschezza che, come una sola voce, contribuiscono ad “accordare” l’equilibrio dell’insieme.
Un’interpretazione del vitigno e del territorio che mi ricorda il perché sono innamorato del Nebbiolo e delle terre che lo rendono unico.
Degustazione del giorno 27 gennaio 2017
Sudisfá – Roero Docg Riserva – 2012
Unica Riserva dell’Azienda a essere prodotta con uve provenienti da due diverse vigne, una allevata su suolo argilloso e l’altra su suolo sabbioso; il Sudisfá 2012 è stato affinato prima in legni piccoli e poi in legni grandi.
Alla vista, questo Roero Docg Riserva sfoggia un bel color granato che ci prepara a un bouquet fine e complesso nel quale le tipiche sensazioni di fragola, ribes rosso, marasca e violetta sembrano fungere da contenitore per le note dolci della caramella Rossana, della carruba nonché per le prime sensazioni di cuoio.
Al palato, si offre con tannini fitti e avvolgenti e una freschezza ancora ben presente che, nell’insieme, donano equilibrio e sostegno a un corpo di buona struttura; la giusta persistenza conclude un assaggio tipico nel quale il Nebbiolo regala piacere a chi abbia voglia di imparare a conoscerlo.
Degustazione del giorno 16 aprile 2017
Chi fosse interessato ad assaggiare i vini recensiti in questo articolo – o altri della stessa Azienda – può cercarli mediante Trovino, un motore di ricerca di vini online, in grado di mostrare e comparare i prezzi delle diverse bottiglie in vendita presso alcuni dei migliori negozi online
Azienda Agricola Negro Angelo & Figli
Frazione Sant’Anna, 1
12040, Monteu Roero (CN)
negro@negroangelo.it