• Lun 04 Dic 2023

Corte Sant’Alda, la Valpolicella e il coraggio di una donna

…ciò che è importante non cambia;

la tua forza e la tua convinzione non hanno età.

Il tuo spirito e` la colla di qualsiasi tela di ragno

Tratto da: Dedicato alle donne di Madre Teresa di Calcutta

Ci vuole coraggio a fare l’agricoltore in Italia, un Paese dove, a parole, tutti siamo enogastronomi e orgogliosi delle nostre produzioni tradizionali e nei fatti vogliamo fabbriche, centri commerciali, autostrade e prodotti a basso costo molto più di quanto non si desideri veramente investire – e non sovvenzionare a fondo perduto, sia chiaro – in un settore che dovrebbe, e potrebbe, essere strategico per l’economia nazionale oltre che per il nostro benessere fisico e spirituale.

Posso quindi solo immaginare – anzi a dire il vero non so se posso fare nemmeno questo – cosa abbia dovuto rappresentare per Marinella Camerani iniziare la propria attività di viticoltrice in Valpolicella – a Mezzane di Sotto (VR) – negli anni tra il 1982 e il 1983. Una donna che, nel profondo Veneto, decide di trasformare la residenza estiva di famiglia in un’azienda vitivinicola arrivando, già nel 1986, a imbottigliare il proprio vino dando così vita all’Azienda Agricola Corte Sant’Alda. Pur avendo con il proprio lavoro già scompigliato regole non scritte ma consolidate da secoli di tradizione, alla fine degli anni ‘80 abbraccia il biologico, iniziando così il percorso che la porterà, negli anni 2002-03, alla biodinamica confrontandosi, lungo tale cammino, con uno dei padri della viticoltura biodinamica europea, ovvero Nicolas Joly; attualmente, Corte Sant’Alda è certificata Demeter.

Marinella Camerani

Credo che tale coraggio, tale sicurezza in sé stessa – intendiamoci, non arroganza ma consapevolezza delle proprie capacità e della propria fermissima determinazione – siano la vera essenza dell’Azienda rappresentando il motore che le ha permesso di proseguire questo percorso seguendo le proprie idee, quelle idee che, come vedremo nel prossime righe, sono state capaci di fondere modernità e tradizione nonché tecnologia e artigianalità proseguendo, però, sempre fermamente nel solco delle ricerca della qualità ottenuta per mezzo del rispetto dell’ambiente, della passione e dell’impegno proprio e di tutti colori i quali hanno avuto l’opportunità di accompagnarla lungo alcuni tratti del suo cammino tra le vigne di queste colline.

Corte Sant’Alda: il suo territorio, le sue vigne, la sua cantina

L’Azienda è ospitata all’interno di una vecchia casa colonica, di proprietà della famiglia che vi trascorreva i periodi di vacanza e mostra, di conseguenza, alcuni aspetti decisamente più da residenza di villeggiatura; l’edificio sorge in località Fiui, nome locale che indica i piccoli ruscelli che una volta – e in parte ancora oggi – scorrevano lungo i versanti soprattutto durante i periodi di precipitazioni più abbondanti.

La Signora Marinella decide, fin dall’inizio della propria attività, di voler dare un’impronta personale all’Azienda, partendo dagli antichi saperi contadini integrati però dalle nuove conoscenze che l’agronomia, l’enologia e altre discipline scientifiche moderne hanno messo a disposizione della vitivinicoltura. Ecco quindi che, per prima tra queste colline di questa Valle, già nel 1986 converte le proprie viti da pergola a guyot mantenendo però i vitigni tradizionali, principalmente Corvina, Corvinone, Molinara, Rondinella, Garganega e Trebbiano di Soave con un’unica piccola concessione a un po’ di Chardonnay. Il suolo viene lavorato meccanicamente a file alterne e tra i filari sono coltivati cereali in quanto, dopo le prime esperienze con le leguminose, ha osservato che queste ultime apportavano troppe sostanze azotate nel suolo. La conservazione della micro e mesofauna del suolo è, infatti, uno degli obiettivi fondamentali che Marinella si propone nella cura del suolo stesso al fine di mantenere un’elevata biodiversità ed evitare una sua eccessiva compattazione nonché un suo impoverimento in humus. Le vigne sono oggi condotte secondo i criteri di potatura rispettosi dei flussi linfatici messi a punto da Simonit & Sirch a partire da precedenti studi condotti a cavallo tra il XIX e del XX secolo.

Un approfondito studio pedologico e microclimatico, condotto sui differenti vigneti (vedi mappa e approfondisci qui la zonazione), tutti posti fra i 350 e i 450m s.l.m., la conducono negli anni a scegliere non solo i vitigni più idonei a ciascun appezzamento ma a vendemmiarli separatamente – sia in relazione al vitigno sia al vigneto – per avere sempre a disposizione uve raccolte alla migliore maturazione possibile sotto i tre principali differenti aspetti, ovvero tecnologico, polifenolico e aromatico. Tale scelta, ovviamente, non può che condurre, inevitabilmente, alla necessità di fermentare separatamente le uve raccolte in differenti momenti arrivando, in talune occasioni, fino a 15 differenti fermentazioni per la produzione dei vini rossi; le uve nere fermentano in tini troncoconici di legno, mentre le uve destinate al Soave sono interamente lavorate in acciaio. Quattro piccole botti in cemento, due vetrificate e due no, sono usate per sperimentare la produzione di uno Chardonnay vinificato in rosso che sta dando eccellenti risultati e che sarà messo in vendita, probabilmente, a partire dalla vendemmia 2016; è, inoltre, ancora da ricordare che all’interno di un’anfora, acquistata da pochi anni, fermenta e affina un vino rosato a base Molinara, l’Agathe, prodotto in circa 500 – 600 bottiglie. Le fermentazioni avvengono tutte a partire da lieviti indigeni e la temperatura viene controllata esclusivamente per mezzo di rimontaggi, follature e, soprattutto, délestage. L’appassimento delle uve destinate ai due Amarone avviene in circa 8.000 cassette conservate in fruttaio in modo totalmente naturale, dato che l’Azienda non si è volutamente dotata delle apparecchiature necessarie al controllo dell’umidità e della temperatura; tutte le cassette, pertanto, sono controllate singolarmente ogni settimana per prevenire l’insorgere di muffe. Per l’affinamento dei vini rossi sono utilizzate esclusivamente botti grandi, alcune delle quali in ciliegio.

L’Azienda ha iniziato la propria attività a partire da un singolo vigneto di circa 4ha, dal quale tutt’oggi si ottengono le uve destinate a due dei prodotti più importanti di Corte Sant’Alda: il Valpolicella Superiore Mithas Doc e l’Amarone della Valpolicella Docg Mithas. Attualmente, può contare su circa 20ha di vigneti coltivati, rigorosamente secondo i dettami della viticoltura biodinamica, su un sottile stato di suolo, spesso tra i 15 e i 40cm, che ricopre spessi banchi calcarei grigi ricchi di microfratture che, da un lato consentono alle radici delle viti di scendere in profondità, dall’altro conservano l’acqua prevenendo eccessivi stress idrici ai vigneti.

In Valpolicella, il clima mostra ancora alcuni influssi mediterranei, come dimostrato – ad esempio – da un minimo secondario di precipitazioni nel mese di luglio; poco meno del 60% delle precipitazioni totali annuali si concentrano, in ogni caso, nel semestre invernale e variano, nel corso dell’intero anno, da circa gli 800mm della porzione prospiciente la pianura Padana ai circa 1.100mm nella porzione più settentrionale dell’area. Le temperature medie annue dell’intera area sono generalmente comprese fra i 13 e i 15°C con un escursione annua di circa 19-21°C; le temperature più basse sono registrate a gennaio, quelle più alte tra luglio e agosto (dati tratti da: Scienza A. et al., 2015- Atlante Geologico dei Vini d’Italia); in particolare, a Mezzane la piovosità media si aggira intorno agli 840mm annui distribuiti su 86 giorni e le temperature medie annue si attestano a 12.9°C.

La produzione di Corte Sant’Alda è di circa 80.000 – 90.000 bottiglie; per informazioni sulle etichette prodotte è possibile consultare le schede tecniche presenti sul sito aziendale (clicca qui).

Sul versante opposto della Valle di Mezzane – ovvero sulla sua destra orografica – altri 5ha di vigneti circondati da boschi, situati a circa 400m di quota e in corso di conversione biodinamica, costituiscono Adalia, una seconda Azienda Agricola i cui vini completano la proposta di etichette di Marinella Camerani.

Corte Sant’Alda nel bicchiere: le degustazioni

Prima di iniziare la descrizione delle singole etichette vorrei evidenziare come da questi assaggi sia emerso chiaramente una sorta di fil rouge, ovvero una cifra stilistica chiaramente identificabile nella costante ricerca, oltre che della qualità, anche della tipicità dei diversi vini: l’uso sempre adeguato del legno, per valorizzare le caratteristiche olfattive dei vini, unitamente a una struttura tannica di ottima fattura ma sempre garbata, come si conviene a vini ottenuti dalle uve tipiche di queste terre, rappresentano nei fatti, a mio avviso, la volontà di Marinella, della sua famiglia e dei suoi collaboratori – tra i quali vorrei ricordare l’enologo Leonardo Garbuio e il responsabile tecnico Matteo Piccoli Tosadori, che mi ha guidato nel corso della mia visita con cortesia e competenza – alla valorizzazione di quelle caratteristiche fondamentali che hanno reso la Valpolicella famosa nel mondo intero.

I vini che seguiranno sono stati degustati nel corso della mia visita presso Corte Sant’Alda il giorno19 dicembre 2016 e, in gran parte, riassaggiati in seguito a casa; come di mia abitudine, per ogni vino di seguito raccontato indicherò, per completezza, la data di degustazione.

Soave Doc – 2015

La Valle di Mezzane rappresenta il limite occidentale della zona di produzione del Soave Doc. Questo vino, ottenuto da vigneti posti a quote comprese fra i 200 e i 300m s.l.m su suoli calcareo-argillosi, nasce a partire da uve Garganega (80%) e Trebbiano di Soave (20%). Nel calice, si presenta di un gradevole e tipico color paglierino intenso che introduce a un naso intenso e fine che trova le sua centralità nelle sensazioni di frutta gialla matura intorno alle quali sembrano ruotare le note floreali del gelsomino nonché le piacevoli sensazioni di erbe provenzali e mandarino; soffusi sentori minerali, che riportano la nostra mente alla roccia dalla quale le sue uve hanno preso vita, ne completano il già complesso bouquet.

In bocca, si mostra nitido, compatto ed equilibrato in virtù della lineare freschezza nonché dell’evidente sapidità che, nel loro insieme, ne sorreggono morbidezza e pienezza del corpo; più che soddisfacente la persistenza.

Degustazione del 24 marzo 2017

Ca’ Fiui – Valpolicella Doc – 2015

Il Ca’ Fiui, che si fregia della certificazione Demeter, è prodotto principalmente con uve Corvina (40%), Corvinone (40%) e Rondinella (15%) – il rimanente 5% è composto da altre varietà quali Rossara e Croatina – ottenute da quattro differenti vigneti con suoli calcarei di medio impasto a una quota di circa 380m s.l.m.. Questo Valpolicella Doc, che si presenta alla vista di un intenso color rubino, regala fin dal primo momento sensazioni fruttate ampie, profonde e succose di ciliegia matura, mora e ribes rosso alle quali si affiancano, arricchendole senza mai prevaricarle, le note minerali della grafite nonché sensazioni di pepe nero e fiori rossi. I sentori vegetali, spesso presenti nei vini a base di Corvina e Corvinone, sono appena percepibili e riconducibili a sensazioni lievi e piacevoli di erba fresca e peperone giallo; nel suo insieme un naso sicuramente fine e complesso.

All’assaggio spicca per struttura ed equilibrio: i tannini fitti, fini e gradevoli, la freschezza e la sua sapidità, infatti, sorreggono assai bene la pienezza del corpo nonché la sua morbidezza. La chiusa assai piacevole – e il già citato equilibrio – gli conferiscono una beva facile ma non scontata, nel pieno rispetto della tipicità delle uve e del territorio che le ha viste nascere.

Degustazione del 25 marzo 2017

Campi magri – Valpolicella Ripasso Doc Superiore – 2014

Ottenuto dalle uve di Corvina (40%), Corvinone (40%) e Rondinella (20%), prodotte da quattro vigneti della Valle di Mezzane situati tra i 200 e i 350m di quota su suoli calcarei di medio impasto, questo Valpolicella Ripasso Doc, anch’esso certificato Demeter, è stato ottenuto nel pieno rispetto delle tradizioni con una permanenza sulle vinacce di Amarone Docg della durata di circa sei giorni.

Alla vista colpisce per la gioventù del suo aspetto dato che sfoggia ancora un luminoso color rubino intenso connotato dalle ultime sfumature porpora.

Al naso, colpisce per l’uso sapiente del ripasso, ovvero per la volontà di ottenere un vino ricco e complesso piuttosto che un vino “piacione e commerciale” cioè connotato da note di appassimento e profumi più intensi che eleganti. Il suo bouquet – fine, ampio, profondo e giocato sui frutti scuri quali ciliegia matura, prugna disidratata, mora e mirtillo nero – è reso più complesso dall’evidente nota minerale della grafite alla quale si affiancano, in un susseguirsi di sensazioni, i fiori di glicine, la noce moscata e un appena accennato cacao in polvere; la nota di appassimento, correttamente appena percepibile, completa un panorama olfattivo armonico, piacevole e, soprattutto, non stucchevole.

In bocca, il Campi Magri si offre equilibrato, di corpo, morbido e succoso sostenuto da una piacevole freschezza e da tannini di buona fattura ma che, così come il colore, denotano una gioventù ancora non sopita; una più che adeguata persistenza e il gradevole fin di bocca concludono un assaggio di sicuro interesse.

Degustazione del 30 marzo 2017

Valmezzane – Amarone della Valpolicella Docg – 2011

Le uve di Corvina (40%), Corvinone (40%) e Rondinella (20%), prodotte da sei vigneti della Valle di Mezzane situati a circa 350m di quota su suoli calcarei di medio impasto, concorrono alla produzione di questo Amarone della Valpolicella Docg, anch’esso certificato Demeter. Le uve, appassite in fruttaio in modo totalmente naturale, sono pigiate a fine gennaio e la fermentazione avviene per mezzo di lieviti indigeni in tini di legno tronco-conici da 40hl.

Il giovanile colore rubino intenso nel quale iniziano ad apparire i primi riflessi granato, introduce a un vino dal naso tipico, perfettamente franco e connotato principalmente dalla confettura di frutti rossi, nonché dalle note di peperone giallo che frequentemente caratterizzano questi vini. Il Valmezzane è in grado di offrire un panorama olfattivo ampio e complesso che, evolvendo col tempo nel bicchiere, offre eleganti sensazioni di cioccolato fondente, tamarindo e noce moscata.

L’ingresso in bocca è ampio, caldo e succoso e rivela un vino elegante, decisamente secco (1,9g/l di zuccheri residui) e di eccellente struttura, nel quale l’adeguata tessitura tannica, e la ben presente freschezza, fungono da sostegno alla pienezza del corpo e alle evidenti morbidezze, frutto della prolungata permanenza in fruttaio delle uve. Le note di appassimento, tuttavia, sono contenute e gradevoli sia al naso sia per retrolfazione. La lunga persistenza e la beva gradevole ne fanno un vino da gustare piacevolmente durante un pasto importante.

Una particolare nota di merito va all’utilizzo del legno nonché alla compostezza dell’alcol (15,5%vol): entrambi, infatti, arricchiscono il Valmezzane senza mai uscire dal solco dell’equilibrio e dell’armonia.

Degustazione del 26 marzo 2017

Mithas – Amarone della Valpolicella Docg – 2010

Questo Amarone rappresenta uno dei prodotti di punta di Corte Sant’Alda e la sua produzione prende origine dalle uve Corvina (40%), Corvinone (40%) e Rondinella (20%) ottenute dal vigneto Macie, sito a una quota di 350m s.l.m. su suolo calcareo di medio impasto. Le uve sono appassite in fruttaio in modo totalmente naturale per essere poi pigiate a fine gennaio; la fermentazione avviene per mezzo di lieviti indigeni in tini di legno tronco-conici da 40hl.

Appena versato, il calice si illumina di un magnifico color granato e i profumi che raggiungono i nostri sensi ci riportano alla confettura di frutti rossi impreziosita dalle note speziate del pepe nero e della noce moscata; le note varietali delle uve si manifestano in garbate sensazioni vegetali riconducibili al peperone giallo. Il bouquet del Mithas – già fine e complesso – trova, col passare dei minuti nel bicchiere, la sua completezza con la comparsa di piacevoli sentori di cioccolato fondente nonché delle prime sensazioni di cuoio, elegante e tangibile segno degli anni trascorsi dalla sua nascita; la lieve vaniglia e le sensazioni di appassimento, ovviamente e giustamente presenti, sono anche in questo caso molto ben armonizzate e concorrono a completare un panorama olfattivo ampio, profondo e affascinante.

L’ingresso in bocca è pieno, giustamente caldo, morbido e avvolgente ma, nel contempo, equilibrato e piacevole grazie a una struttura tannica di grande piacevolezza e tipicità nonché all’ancora ben percepibile freschezza. La davvero lunga persistenza e una beva nel contempo facile ma non “ruffiana” trasformano questo assaggio un momento di profonda emozione.

Degustazione del 19 dicembre 2016

Azienda Agricola Corte Sant’Alda

Via Capovilla, 28 – Località Fioi

37030 Mezzane di Sotto (VR)

info@cortesantalda.it

www.cortesantalda.com

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