• Mer 11 Set 2024

Ovada e i profumi del tempo

Il tempo è un’illusione

Albert Einstein

Cos’è il Dolcetto o, meglio, cosa sono i Dolcetto nelle loro diverse Denominazioni e declinazioni? Una domanda che apre la porta a un’infinita serie di risposte che trova le sue radici nelle molteplici declinazioni che quest’uva – e soprattutto i vini da essa ottenuti – esprime in relazione alle differenti realtà pedoclimatiche e alle relative tradizioni vitivinicole ovvero, in una sola parola, ai molteplici terroir che la vedono protagonista.

A grandissime linee, le interpretazioni più fruttate e giovanili delle Langhe tendono a contrapporsi a quelle più strutturate e longeve dell’ovadese, in provincia di Alessandria. È ovvio che, come in qualsiasi generalizzazione, si potranno trovare un gran numero di eccezioni ma, in ogni caso, queste grandi diversità erano già note ai tempi di Giorgio Gallesio che – nella sua Pomona Italiana, scritta dal 1817 al 1839 – afferma: “Il vino che si fa col Dolcetto prende diversi caratteri, secondo la località ov’è coltivato, e i metodi coi quali è fatto”.

Attualmente, il Dolcetto è coltivato prevalentemente in Piemonte dove è protagonista delle Docg Diano d’Alba, Dogliani e Ovada nonché delle Doc Dolcetto d’Acqui, Dolcetto d’Alba, Dolcetto d’Asti e Dolcetto d’Ovada. Il Dolcetto inoltre, è ammesso come menzione in etichetta nelle Doc Colli Tortonesi, Langhe, Monferrato, Piemonte e Pinerolese; questo vitigno è anche presente nella base ampelografica del Valsusa Doc. Fuori dal Piemonte è frequentemente coltivato in Liguria ed è presente anche in Abruzzo, Emilia Romagna, Lombardia, Sardegna e Umbria.

Ovada e il trascorrere degli anni

In passato, sempre su queste pagine, ho già avuto il piacere di scrivere dell’Ovada Docg sia raccontandone la storia, il territorio e le caratteristiche gusto-olfattive (clicca per vedere il precedente articolo) sia intervistando Italo Danielli, il Presidente del Consorzio (clicca per leggere l’intervista). Ecco quindi che quando mi si è presentata l’occasione di degustare – nel corso di una cena presso il ristorante Archivolto di Ovada nell’ambito dell’evento “Ovada incontra le Langhe” – un importante numero di vecchie annate di Dolcetto di Ovada Doc e di Dolcetto di Ovada Superiore, l’attuale Ovada Docg che ha ottenuto la Docg a partire dalla vendemmia 2008, ho subito accettato con grande piacere ed entusiasmo. L’Ovada Docg, come ho già accennato in precedenza, ha un’ottima longevità ma, come spesso accade, tale importante caratteristica non sempre è sufficientemente conosciuta dai consumatori che faticano a orientarsi fra le differenti Denominazioni e le loro relative tipicità.

Nel corso della cena, svoltasi il giorno 28 settembre 2018, sono state degustate numerose bottiglie di annate comprese fra il 2015 e il 1991; di particolare interesse la presenza di due bottiglie di Pino Ratto – Gli Scarsi 1998 e Le Olive 1998 – vignaiolo scomparso nel mese di novembre 2014 che tanto ha dato per il proprio territorio e per i suoi Dolcetto.

La degustazione, gli anni e i calici

Nelle righe che seguiranno racconterò alcuni dei vini degustati, presentati in ordine di annata dai più giovani a quelli più invecchiati; ho deciso di descrivere anche un paio di bottiglie non “perfette” perché le ho ritenute comunque capaci di rappresentare più che degnamente le caratteristiche principali dei vini della Denominazione e lo scopo della serata, ovvero quello di mostrare la longevità che il dolcetto esprime nei vini di questa bellissima porzione del Piemonte meridionale.

Colgo, inoltre, l’occasione per complimentarmi con tutti i produttori che hanno fornito le loro bottiglie e per ringraziare loro e il Consorzio di Tutela dell’Ovada Docg per il graditissimo invito.

Tenuta Elena – Ovada Docg – 2015

Maturato per un periodo compreso fra i 12 e i 18 mesi in barrique e tonneau e, in seguito, affinato per alcuni altri mesi in bottiglia prima della sua messa in commercio, si presenta allo sguardo di color rubino impenetrabile. Il naso è assai scuro e giocato molto più sulla finezza che non sull’intensità: le note fruttate della ciliegia assai matura sono affiancate da quelle floreali del glicine oltre che da eleganti sensazioni speziate riconducibili alla liquirizia e alla noce moscata; sentori garbatamente amaricanti di rabarbaro ne completano il panorama olfattivo.

L’attacco in bocca è diretto e piacevolmente nervoso: i tannini ancora vibranti e la ben presente freschezza sorreggono l’ottimo corpo e l’altrettanto importante struttura donando all’insieme un equilibrio non del tutto compiuto ma ricco di carattere e personalità; più che soddisfacente la persistenza.

www.tenutaelena.com

Cà del Bric – Conte di Gelves – Ovada Docg – 2013

Di color rubino di buona intensità, questo Ovada Docg, vinificato e imbottigliato senza l’aggiunta di solfiti e maturato per 24 mesi in botti di rovere, apre con evidenti sensazioni di frutta rossa ancora fragrante dalle quali emergono chiaramente i sentori floreali del garofano e e del glicine oltre alle note speziate della noce moscata. Una nota di merito è dovuta alla pulizia del naso, aspetto di particolare difficoltà per un dolcetto senza solfiti aggiunti.

Il sorso è ampio, di corpo e di buona morbidezza; l’ancora vibrante freschezza e i tannini ancora nervosi gli conferiscono una beva intrigante pur se ancora perfettamente equilibrata; più che soddisfacente la persistenza. Un vino nervoso e di carattere ma nel contempo assai tipico e piacevole.

www.cadelbric.it

Forti del Vento – Ottotori – Ovada Docg – 2012

Maturato per un anno in fusti di legno e in seguito affinato in bottiglia, l’Ottotori è stato prodotto con le uve dolcetto dell’omonima vigna coltivate e vinificate in regime biodinamico senza l’aggiunta di solfiti.

Di color rubino molto intenso, sfoggia un panorama olfattivo marcatamente fruttato e completamente schietto. Le note di ciliegia matura e sotto spirito, mirtillo nero, prugna fresca e mora di rovo sono affiancate da una gradevole speziatura riconducibile al pepe nero e alla noce moscata oltre che dalle sensazioni floreali del glicine e del garofano.

Al palato, si offre pieno, succoso e morbido; l’ottimo corpo trova il proprio asse di simmetria in una tessitura tannica di più che buona fattura e in un’evidente spina acida che, nel loro insieme, danno origine a un unicum equilibrato, di carattere e dalla beva piacevole nonché di spiccata personalità; decisamente adeguata la persistenza.

www.fortidelvento.com

Castello di Grillano – Gherlan – Dolcetto di Ovada Superiore Doc – 2007

Questo vino è ottenuto da uve dolcetto prodotte da vigne allevate su suoli limoso-argillosi che godono di esposizione a mezzogiorno; prima dell’imbottigliamento è stato maturato per più di un anno in botte grande.

L’intenso color tonaca di frate, segno di una evoluzione già molto avanzata, trova solo parziale riscontro al naso con il quale il Gherlan 2007 è ancora capace di esprimere, oltre ad alcune garbate note eteree e a una appena accennata ossidazione, marcate sensazioni di frutto rosso in confettura affiancate da sentori che riportano alle spezie dolci e al potpourri di fiori rossi.

All’assaggio, si presenta morbido, di corpo e assai ben equilibrato grazie a tannini ormai setosi e avvolgenti e a una garbata – ma ben presente – freschezza; davvero lunga la persistenza.

Vino senza dubbio molto evoluto ma che mostra ancora pienamente le sue qualità mantenendo numerosi spunti di interesse e una rimarchevole piacevolezza di beva.

www.castellodigrillano.it

Az. Agr. Ghera – Albareto – Dolcetto di Ovada Doc – 2007

Presentato in una magnum – ovvero in una bottiglia da 1,5l di capacità – l’Albareto 2007 si presenta nel calice di un bel color granato di media intensità.

Il suo quadro olfattivo apre con note di frutti rossi in confettura affiancate da altre, sempre fruttate, che sembrano muovere già verso le tisane di piccoli frutti rossi; a queste sensazioni iniziali si uniscono, dopo una lieve rotazione del calice e una breve attesa, i sentori del potpourri di fiori rossi oltre ai profumi della cannella e della noce moscata e a quelli più dolci dei confetti.

Il sorso è elegante, facile ma certo non banale: il buon corpo e l’altrettanto ben presente morbidezza trovano sostegno in tannini lievi, dolci e setosi ma sufficienti, insieme alla ancora ben percepibile freschezza, a donare all’insieme equilibrio e armonia; lunga la persistenza.

www.gheravini.it

Cà del Bric – Bricco Trionzo – Dolcetto di Ovada Superiore Doc – 2006

Alla vista, si offre ancora di color rubino praticamente impenetrabile nel quale iniziano solo ora ad apparire le prime screziature granato.

Il suo bouquet – che si presenta di buona intensità, assai fine e complesso – colpisce inizialmente per la pienezza del frutto scuro nel quale si percepiscono note di ciliegia molto matura, mirtillo nero, mora e cassis; al passare dei minuti, l’insieme acquisisce ampiezza e profondità rivelando sentori speziati di pepe nero e noce moscata oltre a sensazioni di potpourri di fiori rossi.

Al palato, si presenta succoso, muscoloso, piacevolmente caldo e di ottimo equilibrio; i tannini, ancora gradevolmente vivaci, e la sua tipica freschezza donano equilibrio, nerbo e sostegno a un corpo importante e a un’altrettanto notevole struttura; assai lunga la persistenza. Vino dalla beva importante ma non per questo difficile o poco gradevole.

www.cadelbric.it

Pino Ratto – Gli Scarsi – Dolcetto di Ovada Doc – 1998

Il suo colore marcatamente aranciato con sfumature tonaca di frate denota, fin dal primo sguardo, un vino che, probabilmente per un parziale cedimento del sughero, ha iniziato la propria parabola discendente.

Al naso, infatti, le note ossidative sono chiaramente percepibili ma, nonostante ciò, “Gli Scarsi” 1998 mantiene numerosi spunti di interesse. Tali sensazioni di ossidazione, infatti, non sono coprenti ed è ancora facile avere un’immagine di ciò che questa bottiglia avrebbe saputo offrire e della sensibilità del suo produttore. È, infatti, ancora possibile ben percepire le sensazioni di piccolo frutto rosso in tisana così come i sentori di potpourri di fiori rossi e di cioccolato al latte.

In bocca, stupisce per la grinta dei suoi tannini e per la sua lineare freschezza che ne esalta e sostiene il corpo e la struttura; più che soddisfacente la persistenza. Un Dolcetto di Ovada che, pur mostrando il peso degli anni, è ancora capace di parlare del vitigno, del territorio e di Pino Ratto.

Pino Ratto – Le Olive – Dolcetto di Ovada Doc – 1998

Di color granato non particolarmente intenso, Le Olive 1998 si presenta al naso come un vino di inaspettata finezza, fragranza e gioventù. La marasca e il ribes rosso croccanti, infatti, si uniscono armoniosamente alle note agrumate dell’arancia amara nonché a un timida ed elegante sensazione ematica; col trascorrere dei minuti, dal calice emergono sentori di anguria matura e, unica concessione agli anni trascorsi, di piccoli frutti rossi in tisana.

L’attacco al palato è lieve ed elegante: il corpo, certo non esplosivo, e la giusta morbidezza fungono da contraltare a tannini fitti, dolci e garbati e a una perfettamente vestita freschezza; decisamente lunga la persistenza.

La longevità del dolcetto in questo territorio trova in questa bottiglia una tangibilità vera ed emozionante affiancata da una beva piacevole e mai scontata.

Bisio – Dolcetto di Ovada Doc – 1991

Realizzato da un piccolissimo produttore a scopo sostanzialmente privato, questo Dolcetto di Ovada Doc si offre allo sguardo ancora di un bel color granato di buona intensità.

Al naso, regala note di frutto rosso in confettura al quale si uniscono sensazioni di fiori rossi appassiti e sentori speziati di pepe nero; una leggera riduzione, che non arriva a sparire completamente ma che diminuisce marcatamente con il trascorrere dei minuti, rappresenta l’unica lieve stonatura olfattiva di questa bottiglia.

Il sorso stupisce per l’apparente gioventù dovuta alla vivacità e al carattere dei tannini nonché alla nitida freschezza; buoni corpo e morbidezza che gli garantiscono un adeguato equilibrio; davvero assai lunga la persistenza.

Nel complesso, una bottiglia che, pur con qualche piccola imprecisione, ben interpreta la longevità di questi vini e lo spirito della serata.

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