• Mer 11 Set 2024

La forza di una donna: Ida Agnoletti

Non è la storia di un vino o di una cantina è la storia di una donna che si esprime attraverso essi. C’è una casa rurale a Selva del Montello – Tv- in via Saccardo 55 immersa nel mare di vigneti a ridosso dei boschi solcati dalle “prese” , strade che tagliano in perpendicolare queste storiche colline mettendo in comunicazione i due versanti. Sul retro, in quello che una volta era l’antico granaio, un piccola cantina, molto modesta ma molto dignitosa. Nessuna indicazione. Non sono necessarie.

Non ci si può sbagliare. E’ vicino ad una “barchessa” gli antichi edifici rurali tipici dell’architettura veneta che un tempo serviva a contenere e dividere gli ambienti di lavoro dalla villa padronale; è facile distinguerle per le arcate a tutto sesto rese celebri dal grande Canova, qui di casa. Per accedere alla cantina bisogna imboccare il grazioso vialetto e precorrere la strada sterrata che gira attorno alla casa costeggiando il vecchio riparo per gli attrezzi coperto da un glicine enorme e vecchissimo.

Un vecchio gatto sonnecchia pigramente al sole del caldo pomeriggio sul sedile di un vecchio trattore. A pochi metri i vigneti di Merlot e Cabernet Sauvignon. L’immancabile orto. Un ambiente molto familiare, qui tutto è a vista, non c’è niente da nascondere.

Mi accoglie Ida Agnoletti al fresco della piccola cantina. Che contrasto tra le vecchie mura di pietra e il tetto con le travi di legno a vista recentemente ristrutturato…Poche cisterne di acciaio vuote messe in fila fino alla prima arcata e oltre, dove è più buio quelle piene del vino che riposa nella quiete assoluta. Un filtro a farina fossile all’ingresso ad intralciare il passo, ma non da fastidio… ha un’aria molto familiare.

Dalla parte opposta le scatole piene di bottiglie in attesa di sistemazione, un piccolo tavolo di legno su cui fanno bella mostra, ma con discrezione, le bottiglie in vendita. E poi lei, informale, senza fronzoli né tante cerimonie. Una stretta di mano decisa. Mi piace.

Una donna dalla personalità molto affascinante. Dura e schiva all’inizio, anticipazione di quella che sarà raccontata come una vita da donna combattuta in un mondo di uomini. Ma dopo i primi momenti di “doveroso studio” reciproco si apre un sorriso timido e cordiale, ed inizia un racconto lungo in cui trapelano tante emozioni a stento contenute, delusioni, aspirazioni, sogni. La sua passione: il vino. L’enologia è la strada per realizzare i suoi sogni. Strada tutta in salita fin da subito. Giovanissima sceglie di confrontarsi caparbiamente con un mondo affatto accondiscendente in un epoca in cui le donne iniziano appena a mettere il naso nel mondo degli uomini. Ovviamente i bastoni tra le ruote non mancano.

Dopo il primo tentativo e la cocente delusione si prende il classico anno sabatico e si dedica all’arte decisa a non volerne più sapere. Ma nella testa l’idea della “sconfitta” ronza di continuo e il segno lasciato in azienda, complice un’annata abbondante di raccolto e la necessità di reperire tutte le forze possibili, la incoraggiano a riprendere il cammino ma con una consapevolezza maggiore del proprio valore. La forza e la determinazione di un uomo in un piccolo corpo di donna.

Cresciuta da una madre altrettanto forte che ha saputo impartirle un’educazione ligia e rispettosa degli altri oltre e prima di tutto di se stessi. Si legge chiaramente sul suo volto un misto di dolcezza, orgoglio, gratitudine e rispetto per quella mamma. Non le manda a dire Ida Agnoeltti. Va dritta come un treno difendendo a spada tratta le sue idee a costo di sembrare litigiosa e antipatica. Nuota controcorrente in una zona vitivinicola in cui tutto si sta uniformando ed in cui le opinioni di alcuni dettano legge rispetto alla “massa”. Per cui la soluzione che resta è quella di organizzarsi da soli, tirare fuori le unghie, tapparsi le orecchie e andare avanti a volte accontentandosi anche se è molto ingiusto. Ida è quella che prende l’auto e le sue carte un bel giorno e va fino a Venezia a perorare la propria causa presso la Sovraintendenza ai beni Ambientali, contrariamente alle indicazioni degli amministratori locali, per la costruzione di un nuovo magazzino con il tetto piatto anziché spiovente come da piano regolatore.

Crede nel territorio a cui appartiene e vuol dare il proprio piccolo contributo per evitare di deturparlo…esempio da seguire! Dopo anni di impegno e risultati le logiche del potere e di quel bieco servilismo che assoggetta capacità e merito alle cariche e al denaro la costringono a prendere l’ennesima decisione. Questa volta è definitiva e presta la sua opera a se stessa. Da pochi filari della vigna di suo padre tira fuori un’azienda vitivinicola.

Persona coerente Ida Agnoletti. Non cerca fama e successo ma vuole solo che il proprio lavoro venga riconosciuto ed apprezzato, è questa la sua gratificazione. Oggi mi mostra orgogliosamente i suoi 7 ettari coltivati con fatica e grande cura e rispetto per l’ambiente a Prosecco, Incrocio Manzoni, Reasling, Merlot e Cabernet Sauvignon.

Nessun assoggettamento a Denominazioni che a volte fanno solo scena. Il suo vino deve rispecchiare il suo modo libero di fare, di sperimentare e di interpretare la qualità e il territorio. Non la spaventa il lavoro, infatti è l’unica dipendete della sua ditta. La sua giornata inizia presto e finisce tardi, non ha trucco né tacchi, non ha manicure da preservare, tutto nel suo aspetto pulito rispecchia il suo modo di essere e questo la rende una donna bellissima, quella bellezza che prevalica l’aspetto esteriore, fatto di capacità, fierezza, autodeterminazione, consapevolezza. I suoi vini decisi e netti, senza sfumature che confondono le idee.

Traghettatrice della tradizione verso il futuro; Ultima sfida decide di vinificare ed imbottigliare un vitigno autoctono la Recantina riscoperto alcuni anni fa ed entrato a far parte del Progetto di Recupero e di Valorizzazione del Vecchio Germoplasma messo in opera dall’Istituto Sperimentale per la Viticoltura di Conegliano. Poche migliaia di metri coltivate in tutto il Montello e lei una delle due imbottigliatrici.

Un vino da bersi giovane, dai sentori fruttati ed erbacei che ricorda molto il Refosco dal peduncolo rosso nei colori e nei sapori e del Cabernet Franc. Il Merlot spillato dalla botte fermentato per metà con lieviti autoctoni e metà selezionati per il quale l’occhio dell’enologo non è mai soddisfatto. Molto critica Ida verso stessa, è ciò che la spinge a fare sempre meglio e verso nuova sfide. E infine una particolarità che esprime il carattere infondo esuberante di questo scricciolo di donna il “Follia” Incorcio Manzoni e Riesling vinificato con lieviti autoctoni, macerazione con le bucce e imbottigliato sui lieviti! Una vera follia per la quale bisogna aspettare ancora qualche mese prima di assaggiare…..

Un incontro piacevolissimo, un tassello di questo territorio tutto ancora da scoprire, una speranza che una donna come Ida rappresenta e cioè quella di un mondo vino che sia sempre più originale e mai uguale a se stesso, rispettoso dei terroir e delle tipicità, alla riscoperta di quei sapori e tradizioni che si stanno perdendo tra i filari della sete di nuove rotte commerciali, il desiderio di scoprire e valorizzare al caparbietà dei piccoli autentici, veri….

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