• Mar 05 Dic 2023

Il Barolo in prima persona: Riikka Sukula di Serralunga d’Alba

C’è saggezza nel vino
Jack Kerouac (1922 – 1969)

Fu a Milano, nel corso dell’Edizione 2014 di Golosaria, che conobbi per la prima volta Riikka Sukula, giovane donna finlandese dai capelli neri e gli occhi cerulei. Ero stato attratto al suo stand dallo stupore per una presenza femminile scandinava che presentava il proprio Barolo e fu dopo una breve presentazione di sé stessa e della sua Azienda che Riikka mi propose l’assaggio del suo vino aggiungendo così a stupore altro stupore. Un prodotto sicuramente ancora giovane – si trattava del 2010 – ma dalla spiccata personalità e dalle eccellenti prospettive di una lunga e felice vita in bottiglia. Fu così che iniziai a pensare che sarebbe stato bello, oltre che visitare la sua Azienda per approfondirne la conoscenza e assaggiarne con più calma i prodotti, raccontare la storia di Riikka, capire come mai avesse deciso di lasciare il suo Paese per venire a Serralunga a produrre vino e continuare così a narrare le Langhe e il Barolo con le parole di chi, quotidianamente, con il proprio lavoro contribuisce a mantenere vivo il mito di questo grande vino italiano.

L’Azienda Sukula, ovvero dalla Finlandia con amore

Riikka, e il marito Jyrki, dimostrano nei fatti la loro grande passione per l’enogastronomia in generale e per quella italiana in particolare. Jyrki, che vive ancora per circa sei mesi all’anno in Finlandia, è, infatti, chef, produttore di gelati biologici e allevatore di polli anch’essi biologici oltre ad avere intrapreso insieme a Riikka, a partire dal 2000, un’attività di importazione di vini italiani in Finlandia (Bel Mondo Wines Oy). Importare i vini, visitare i produttori in Italia, però, ad un certo punto per Riikka non è più stato sufficiente e la voglia di cimentarsi in prima persona con la terra e la cantina, oltre alla loro grande passione per le Langhe, li ha condotti a una scelta di vita radicale: trasferirsi in queste colline, acquistare una piccola vigna di qualità e diventare vignaioli.

Il destino, talvolta, è benevolo e in breve tempo trovano in vendita una piccola porzione della vigna Meriame, a Serralunga d’Alba, con annessa la vecchia cascina: era il 2006 ed era nata l’Azienda Agricola Sukula.

Attualmente, la proprietà, in conversione biologica, si estende per circa 2,4ha di cui 1,8ha di vigneto tutto a Nebbiolo da Barolo – Lampia e Michet – e a Barbera; la parte rimanente ospita piccoli boschi che agevolano il passaggio alla vitivinicoltura biologica. I lavori in vigna sono effettuati direttamente da Riikka che, per le pratiche di cantina, si giova della consulenza enologica di Giorgio Rivetti presso la cui Azienda – La Spinetta – vinifica le proprie uve. La produzione complessiva è estremamente limitata e raggiunge le 4.500 bottiglie di Barolo Docg e le 2.000 di Barbera d’Alba Doc, la cui produzione ha avuto inizio con la vendemmia 2012. Sull’etichetta del Barolo sono rappresentate le mani di Riikka e suo marito Jyrki – nell’etichetta del Barbera d’Alba quelle delle loro due bimbe – unite a formare un cuore, simbolo del loro reciproco amore nonché di quello per i grandi vini di Langa.

Riikka ha appena conseguito il Master in Cultura del Vino Italiano presso Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo.

L’intervista: le Langhe e il Barolo con gli occhi e il cuore di Riikka Sukula

Riikka, puoi raccontarci, in sintesi, la vostra storia e i motivi che vi hanno condotti qui, a Serralunga d’Alba?

Siamo venuti in Langa per il desiderio di capire profondamente come nasce la qualità di una bottiglia e, con un pizzico di incoscienza, con il desiderio di cimentarci in prima persona in quest’impresa nonostante fossimo ben consci delle difficoltà di tale impegno. Già quando vivevamo in Finlandia – e importavamo vino italiano – avevamo un rapporto speciale con queste terre e con i loro produttori nonché una grande passione per il Nebbiolo, che abbiamo sempre considerato un grandissimo vitigno. Questa vigna, insieme a questa casa, è stata l’unica che abbiamo visitato: è stato un vero e proprio colpo di fulmine. Meriame, infatti, rispondeva ad una caratteristica per noi imprescindibile, ovvero quella di essere una piccola vigna in modo tale da poterla gestire da soli e darle così un nostro tocco personale.

Il Barolo è uno dei simboli dell’Italia nel mondo: cosa rappresenta per voi questo grande vino?

Il Barolo, fin dall’inizio della nostra esperienza come importatori, per noi ha sempre rappresentato l’anima del Piemonte, dell’Italia e del vino stesso. Resto sempre stupita, quando parlo con i produttori di qui, dalla loro umiltà che convive, però, con l’orgoglio derivante dalla consapevolezza di produrre un grande vino. In tal senso colgo delle somiglianze tra i questi vignaioli e i loro Barolo: anch’esso, infatti, è riservato, signorile, orgoglioso, mai supponente.

Una domanda delicata: come hanno accolto l’arrivo di due stranieri gli altri produttori e come reagisce il pubblico quando scopre che il vino che sta degustando è prodotto da due finlandesi?

La nostra storia professionale parte da lavori legati all’ospitalità e questo fatto, probabilmente, ci ha aiutato a farci accogliere più facilmente. Quando siamo arrivati qui – era estate – abbiamo organizzato una festa alla quale abbiamo invitato tutti gli abitanti di Serralunga, il Sindaco e i vecchi proprietari cercando di spiegare che eravamo venuti per imparare da loro e dalla loro lunghissima esperienza. Le nostre due bimbe sono nate qui a Serralunga – un paese di 530 persone – nel 2007 e nel 2009 e, immagino, che anche questo fatto abbia dimostrato la nostra intenzione di vivere e lavorare stabilmente e seriamente qui a Meriame. I genitori miei e di mio marito vengono spesso a trovarci e durante i loro soggiorni vanno spesso al bar del Paese a bere un caffè o un chinato con gli altri avventori e sono sempre stati accolti con estremo calore e affetto.

Il pubblico, quando scopre che i nostri vini sono prodotti da due finlandesi, ha sempre una reazione molto positiva e così pure la critica specializzata; non abbiamo mai avuto problemi neppure con la ristorazione. Noi vendiamo molto direttamente in Azienda a enoturisti di molte provenienze diverse: Francia Svizzera, Danimarca, Norvegia, oltre ad alcuni appassionati finlandesi e, ovviamente, a numerosi italiani. È affascinante come, pur vivendo e lavorando in un piccolo paese, si possano avere così tanti contatti internazionali. Tutto ciò alla fine dimostra che è la qualità del prodotto a parlare del produttore e non il contrario.

Ogni anno l’uomo modifica il proprio territorio, alterandone l’aspetto e, spesso, l’essenza stessa. Come vi augurate possano diventare in futuro queste terre?

Dove c’è la vite c’è il lavoro dell’uomo e, pertanto, inevitabilmente l’ambiente viene profondamente cambiato, ma ciò non toglie che io voglia cercare di creare il minor impatto possibile con la mia attività.

Ritengo le Langhe un luogo di incantevole bellezza: prima abitavo al mare e ogni mattina – al risveglio – trovavo che il mare era mutato o aveva mutato qualche dettaglio della paesaggio. Qui le colline mi danno le stesse sensazioni ed è per questo che voglio impegnarmi – per quanto possibile – a cambiare il meno possibile il paesaggio di questi luoghi e, mi auguro, che anche altri seguano questo percorso. In tal senso, anche la scelta di convertire l’Azienda alla vitivinicoltura biologica non è una pura scelta commerciale, ma spero possa aiutarmi a dimostrare il mio impegno nel rispettare queste terre e il loro fascino.

Oltre al Nebbiolo voi coltivate – e producete – anche Barbera: quali sono le caratteristiche di quest’uva, nonché dei vini che se ne ottengono, che vi hanno maggiormente affascinato?

Quando abbiamo acquistato la vigna erano già presenti dei filari di Barbera. Abbiamo quindi ritenuto che fosse giusto continuare a produrre questo vino, anche per rispetto del lavoro di chi ci aveva preceduto; per questi motivi, nel 2009, abbiamo impiantato dei nuovi filari di questa varietà. In generale, del Barbera – e del mio Barbera in modo particolare – apprezzo la bevibilità e la sua capacità di essere abbinato con un gran numero di piatti differenti.

Prima di diventare produttori avete per anni importato vino italiano in Finlandia: secondo la vostra esperienza, cosa viene maggiormente apprezzato dei nostri vini dai vostri connazionali e cosa, al contrario, ci viene criticato?

La nostra azienda di importazione e distribuzione tratta solo vini italiani. Fin dall’inizio della nostra attività abbiamo sempre trattato solo vini da vitigni autoctoni, evitando gli internazionali perché riteniamo che questi rappresentino il vero punto di forza dell’Italia vitivinicola. Nel contempo, questo rappresenta anche un limite in quanto questi vitigni – e i loro territori – devono essere raccontati e spiegati in modo adeguato per attrarre l’attenzione dei clienti. Nel nostro paniere di prodotti abbiamo sia i vitigni più noti sia altri ancora poco conosciuti all’estero, quali Timorasso, Nascetta, Verdicchio o Lacrima di Morro d’Alba. Per potere spiegare al meglio i prodotti trattati abbiamo sempre trattato direttamente solo con i vignaioli per poter ascoltare dalla loro viva voce le storie e le tradizioni che erano alle spalle del loro lavoro e dei loro vini.

Dopo circa 10 anni dal vostro arrivo, com’è vivere in Italia e, in modo particolare, fra queste colline?

Io sono sempre stata innamorata dell’Italia. Nel corso dell’ultimo anno delle elementari, ho convinto la mia classe a venire a Riccione come scambio culturale fra i nostri due Paesi. Rispondere su come sia vivere in Italia oggi mi è difficile: io, in realtà, più che in Italia vivo a Serralunga d’Alba, una piccola “tasca di cielo, dove si vive benissimo e si possono lasciare fuori dalla porta i problemi del mondo.

Un’ultima domanda: nel tuo lavoro di vignaiola e produttrice ti sei ispirata a qualche grande nome del Barolo?

Quando ho iniziato la mia attività di vignaiola ho sentito la necessità di conoscere non solo i vini prodotti in questo territorio, ma soprattutto le persone che li realizzavano e, pertanto, ho cercato di parlare con quante più produttori possibile. A questo punto, ho deciso di occuparmi direttamente della vigna con l’obiettivo di ottenere quanto di meglio la mia terra potesse darmi senza cercare di imitare né altre aziende né altri cru. Cerco di far esprimere al meglio ogni singola vite, rispettandola e considerandola ciò che è: un essere vivente. Si può, quindi, dire che mi sono inspirata all’intero territorio molto più che non a singoli produttori. In queste colline, dietro alla timidezza delle persone, ci sono grandissime lezioni da imparare.

Le degustazioni: i Barolo Docg Meriame di Riikka Sukula

La vigna “Meriame” di Serralunga d’Alba, una delle Menzioni Geografiche Aggiuntive previste per il Barolo Docg, si estende fra i 230 e 360 metri di quota circa con esposizione compresa tra ovest e sud-ovest.

Sukula – Meriame – Barolo Docg – 2011 – L. SU11

Il Barolo Docg Meriame 2011 si presenta all’assaggiatore di un caldo e luminoso color granato, unica concessione al tempo di questo vino per il resto ancora scalpitante e nervoso come un vero cavallo di razza. Il frutto rosso maturo offre il braccio ai sentori di violetta appassita, mentre una soffusa nota balsamica dona verticalità a un bouquet già ampio ed elegante. Dopo una leggera rotazione, il panorama olfattivo si amplia ulteriormente, arricchendosi dei sentori di noce moscata, grafite, cipria, chinotto e polvere di cacao oltre che della nota ematica, tipica di molti grandi vini a base Nebbiolo. In bocca, l’ingresso è compatto, succoso e gradevolmente ruvido, in virtù di tannini di ottima fattura, ma ancora giustamente nervosi, nonché della ben evidente freschezza. Poi, il vino, rapidamente, si apre rivelando pienezza, struttura e grande finezza. L’ottimo corpo veste perfettamente la sensazione pseudocalorica dell’alcol, donando armonia all’assaggio e piacevolezza di beva. La lunga persistenza ci permette di protrarre nel tempo una degustazione davvero di ottimo livello.

Degustazione del 28 ottobre 2015

Sukula – Meriame – Barolo Docg – 2010 – L. SU10

Simile alla vista alla precedente, l’annata 2010 si presenta al naso con profumi più scuri, pur se altrettanto fini e complessi. A bicchiere fermo, il bouquet esprime note di ciliegia scura e cassis che sembrano poggiarsi su un’evidente sensazione ematica; un po’ di pazienza, e una riguardosa rotazione, ci permettono ora di godere di nuovi sentori che si alternano – senza mai sostituirsi completamente – ai precedenti profumi: ecco quindi comparire la carruba e la violetta appassita oltre al cuoio, alle note tostate della polvere di caffè e a una fresca sensazione di mentolo, capace di proiettare anche in verticale un naso già ampio e complesso.

In bocca, è armonico, elegante, pieno e ricco pur mantenendo una gradevole bevibilità grazie alla freschezza e alla tessitura tannica setosa e avvolgente; la lunga persistenza è sicuramente all’altezza dell’assaggio. Col tempo evolve, cambia, gioca con i nostri sensi senza mai spegnersi nel bicchiere e mostrando tutta la sobria signorilità che ha reso celebre il Barolo nel mondo.

Degustazione del 4 settembre 2015

Az. Agr. Sukula
Loc Meriame
Serralunga d’Alba (CN)
riikka@sukula.com
www.sukula.com

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