Finalmente un lavoro, per…Bacco
Panta rei…tutto scorre….e scorrendo di professione in professione siamo giunti alla fine di questo breve viaggio nel mondo dei lavori del vino e delle opportunità che questo può offrire ai gioviani. La filiera del vino – si sa – termina con la vendita al consumatore e, pertanto, anche questo ciclo di interviste non può che terminare con alcune domande a un giovane e talentuoso sommelier pavese, titolare dell’enoteca con degustazione Infernot a Pavia: Manlio Manganaro.
A noi non resta che affermare…Che lavori…per…Bacco!
Manlio, un passato da creativo nel mondo della pubblicità: come sei approdato alla sommelerie e, più in generale, al mondo del vino?
Lo ricordo come fosse ora, ero a casa mia, forse avevo 23, 24 anni, con amici davanti ad una bottiglia di Amarone, una bottiglia di un certo valore, l’assaggio è stato ammaliante, ancora indelebile il pensiero che ne è scaturito: “ma quanto è buono il vino”.
Le conseguenze sono state inevitabili, volevo capirne molto di più con il tempo che passava, volevo capire perché quel vino mi aveva intrigato cosi tanto e cosi ho deciso di frequentare il corso di assaggiatore di vino dell’Onav.
Aperto il vaso di PandONAV, la smania di conoscere ogni più piccola sfumatura mi ha portato a diventare Sommelier dell’Associazione Italiana Sommelier e di conseguenza anche Degustatore Ufficiale della medesima e addirittura a lasciare dopo 14 anni il mio lavoro da Art Director per aprire a Pavia l’unica enoteca con somministrazione, l’Infernot.
La tua enoteca – l’Infernot, nel centro storico di Pavia – ha immediatamente riscosso un grande successo. Quali pensi siano state le scelte fondamentali che ti hanno portato a questo brillante risultato?
Ti ringrazio per i complimenti.
Credo che il successo sia dovuto a due fattori principalmente, la passione e la qualità.
La prima è l’energia che ogni giorno mi fa approcciare al mondo del vino, quella passione che cerco di trasmette ai clienti o amici che mi vengono a trovare per cercare di fargli conoscere ciò che c’è dentro un calice e, ancora più favoloso, quello che nasconde. La qualità è l’altro fattore determinante, noi non utilizziamo “vini da lavoro”, ma vini che in un modo o nell’altro raccontano storie e trasmettono emozioni e le persone oggi, vogliono proprio questo, un racconto diverso ogni sera.
Le tue etichette coniugano i grandi i nomi con le piccole realtà di altissima qualità: come compi le tue scelte nel preparare la carta dei vini?
La prima carta dei vini è stata studiata con Michele Garbuio, grande persona nonché miglior sommelier d’Italia 2006, ma ad oggi, vedo la mia carta dei vini come un abito su misura, qualcosa da adattare con il tempo alla mia visione e alla mia passione. Grandi etichette che hanno fatto grande l’Italia vitivinicola, ma soprattutto grandi piccoli produttori che con qualche migliaio di bottiglie hanno voglia di trasmettere la loro passione; nelle loro etichette si trovano emozioni indescrivibili. Certo bisogna cercarle, assaggiarle, selezionarle, coltivarle e magari perché no, dare consigli, ma l’andare in giro per l’Italia a vivere il vino, probabilmente è la parte più bella di questo lavoro.
Vino e giovani: quanto è frequentato l’Infernot dai giovani e quali le loro scelte enoiche?
La cosa bella dell’Infernot è che abbraccia tutti, dai ragazzi universitari che si allontano dal solito sballo alcolico a signori di una certa età che amano coccolarsi. Più facile conquistare i giovani con vini ruffiani, vini che hanno un racconto facile e non troppo impegnativo, ma ti assicuro che ci sono molti ragazzi interessati alle cose più diverse, alla vinificazioni non tradizionali a vini da illustrare.
Vino, fantasia e sperimentazione: recentemente hai iniziato a proporre, ai clienti che lo desiderano, un vino a tua scelta servito un bicchiere completamente nero per stimolare al massimo la loro curiosità e attenzione durante la degustazione. Come è stata accolta questa proposta?
Posso essere sincero? Amo il calice nero, adoro il messaggio che trasmette, un calice in cui ti devi perdere, che devi ascoltare, un calice dove le apparenze non possono trarre in inganno, arrivare al cuore del vino alla sua essenza. I vini bianchi per magia diventano rossi e i rossi bianchi, ma l’orecchio fino distingue e non si fa trarre in inganno. Un gioco stupendo che incuriosisce sia gli esperti sia i neofiti e in tanti vogliono provarci.
Italia vs resto del mondo: i tuoi clienti prediligono i vini italiani o mostrano interesse e passione anche per altri paesi di provenienza?
Abbiamo circa 400 etichette, il 90% provengono dall’Italia, potremmo passare l’intera vita ad assaggiare i nostri vini senza l’esigenza di voler assaggiare altro. La nostra varietà ampelografica è invidiata da tutto il mondo, facciamola conoscere.
Tanto si parla di abuso di alcol: è un problema che risconti nella tua clientela?
L’abuso di alcol è dovuto ad una ricerca del piacere, per fortuna, il piacere e le emozioni si possono trovare anche in un calice soltanto, senza sentire l’esigenza di andare oltre.
Tu sei un operatore del settore: quanto sono importanti per te le grandi fiere vinicole nel mantenere aggiornata la tua carta?
Se sei appassionato e innamorato di questo mondo, il tuo lavoro di ricerca avviene costantemente, tutti i giorni, attraverso le degustazioni, le visite in cantina, il parlare con altri esperti, internet, e non esclusivamente durante le grandi manifestazioni, poiché in queste occasioni spesso l’assaggio è superficiale e disattento e poi, ce ne sono talmente tante da creare un po’ di confusione.
Chiudiamo con una domanda classica: quali consigli daresti a un giovane che volesse intraprendere un percorso analogo al tuo?
Il consiglio è di lasciarsi trasportare dalla passione, vivere il mondo del vino come se non ne avessi mai abbastanza di imparare, studiare e frequentare qualche corso per avere le quelle basi importanti per sapere riconoscere ” i fischi dai fiaschi”.
Infernot – Enoteca con degustazione
Via Mascheroni 48/50
Pavia
Cell: 3484668519
Mail: info@infernot.it
http://infernot.org/