• Mer 11 Set 2024

Con la Valpolicella nell’anima, ovvero Pier Paolo Antolini e i suoi vini

La Storia del Mondo.
I vulcani eruttarono.
Gli oceani ribollirono.
L’universo era in subbuglio.
Poi venne il cane.
Snoopy, 15 marzo 1985

Era una notte buia e tempestosa…così iniziano i numerosi romanzi che Snoopy – il bracchetto, protagonista delle strisce dei Peanuts, inventato dal genio creativo di Charles Monroe Schulz – sottopone inutilmente ad un fantomatico editore. Credo fosse buia e tempestosa anche la notte del 29 giugno 1969 quando nacque, a Marano di Valpolicella, Pier Paolo Antolini (Pierpi per gli amici)

Pier Paolo è stato uno dei primi produttori che ho conosciuto e i suoi amarone sicuramente i primi degustati dopo aver iniziato il percorso nel mondo dei vini.

Lo conobbi a Saronno, dove presentava i suoi prodotti ad una serata di Onav Varese: eravamo seduti vicini e iniziammo a chiacchierare, cosa non certo rara per nessuno dei due. A quel primo incontro seguì una prima visita in Azienda, poi una seconda, una terza e tante altre. Quindi, a chi mi dovesse chiedere se sono di parte la risposta è: sì, lo sono.

Lo sono perché Pier Paolo è una persona vera e lo sono perché i suoi vini sono vini veri; lo sono perché Pier Paolo non si nasconde dietro le apparenze di comodo e lo sono perché nemmeno i suoi vini si nascondono dietro le apparenze di comodo. Lo sono perché lo ritengo un punto fermo per la Valpolicella e ritengo i suoi vini dei punti altrettanto fermi nel dimostrare ciò che possono – e devono – essere i vini di un territorio tanto nobile e importante.

Voglio raccontarlo ponendogli una domanda che prende spunto dalla seguente frase, che Pierpi riporta su tutte le retroetichette dei propri vini Doc e Docg, dimostrando come sia possibile esprimere il proprio dissenso in modo arguto e gradevole: “Prodotto seguendo il disciplinare di produzione ma questo non significa che io lo condivida“.

Pierpaolo, puoi illustrarci i motivi che ti hanno spinto ad assumere questa presa di posizione così “drasticamente elegante”?

Tempo fa, ad un consiglio del Consorzio Tutela Vini Valpolicella, quando si sarebbe potuto fare la differenza tra collina e pianura semplicemente dando alla prima una percentuale maggiore di uva da mettere in appassimento, si è deciso – a maggioranza – di non farlo. La richiesta era sostenuta da Le Famiglie dell’Amarone d’Arte e dalla FIVI, di cui faccio parte, contro, logicamente, le grandi cantine cooperative che – ahimè – rappresentano, in quantità, la maggioranza. Ecco, io non condivido questa scelta perché a mio avviso appiattisce la qualità e toglie valore ai vigneti di collina dove lavorare è più faticoso, tutto qui! W la collina ed M la pianura!

Non poteva non essere una notte buia e tempestosa!

Il racconto ora potrebbe continuare magnificando il suo amore per le viti e la grande correttezza intellettuale con la quale spiega la sua non adesione al biologico: “Pratico una viticoltura che vuole essere il più rispettosa possibile dell’ambiente, aiutandomi anche con tecniche di lotta biologica quali la confusione sessuale contro la tignoletta della vite, ma trovo più prudente tenermi una porta aperta in caso di annate troppo difficili, per potermi garantire di portare in cantina le uve.”

In realtà, preferisco lasciare però che a parlare siano i suoi vini ma, prima di scrivere di loro e del territorio che li vede nascere, voglio raccontare ancora una cosa su Pier Paolo: è l’unica persona che conosco con la voce più alta della mia e – lo ammetto – ciò mi brucia!

Nel cuore della Valpolicella, con la Valpolicella nel cuore: l’Azienda Antolini

Marano di Valpolicella, Negrar e San Pietro in Cariano: tre dei comuni che, insieme a Fumane e Sant’Ambrogio di Valpolicella, compongono la Valpolicella Classica. È proprio in questi tre comuni che Pier Paolo, insieme al fratello Stefano, possiede i suoi vigneti, tutti situati in collina tra i 150 e i 350 metri di quota per un totale di circa 9ha. Lì, a partire dal 1992, nascono le uve e lì ogni anno il clima, il lavoro e l’esperienza decidono la qualità finale dei loro prodotti. I vigneti – in maggioranza ancora sorretti dalle marogne, gli antichi muretti a secco – hanno nomi antichi, evocativi di un passato che pur essendosi perso nella modernità continua a essere d’esempio con il proprio bagaglio di esperienza e saperi.

Due di questi vigneti – Persegà e Moròpio – si trovano in comune di Marano di Valpolicella. Da un punto di vista litologico, il territorio comunale di Marano di Valpolicella è costituito, escludendo le zone di fondovalle meno idonee al viticoltura, prevalentemente da rocce calcaree, calcareo marnose e calcarenitiche oltre che da vene di trachiti; localmente queste diverse rocce sono ricoperte da materiali sciolti o cementati a granulometria prevalentemente limo-sabbiosa con presenza di detriti grossolani. Le vigne del Moròpio, situate a circa 350m di quota, sono allevate a pergola doppia tradizionale e godono di un’esposizione sud-orientale. Le rese in vigna di questo vigneto, con una densità di impianto di 2200ceppi/ha e viti di circa 40 – 45 anni di età, sono di 100q/ha.

A Negrar, Pier Paolo e Stefano hanno acquistato nel 2000 un vecchio vigneto – denominato Cà Coato – ormai in abbandono che è stato da loro riportato alla produzione recuperando le antiche marogne e impiantando circa due ettari di vigne allevate a guyot. Tale vigneto è impiantato su suoli molto più ricchi di calcare rispetto al Moròpio ed è situato a ad un quota compresa fra i 170m e i 220m s.l.m. con esposizione verso sud-ovest. In virtù della sua posizione tale vigna gode di un’insolazione pomeridiana molto prolungata. Le rese in vigna di questo vigneto, con una densità di impianto di 3500ceppi/ha, sono di 80q/ha.

In comune di San Pietro in Cariano a un’altitudine di circa 150m s.l.m si trova il vigneto Semonte – che si estende su una superficie di circa 1,5ha. e le cui uve sono utilizzate prevalentemente nella produzione del Valpolicella Classico.

La base ampelografica di tutti i vini della Valpolicella è costituita – in gran parte – da varietà autoctone. I vitigni più diffusi sono Corvina, Corvinone, Rondinella e Molinara. I dettagli riguardanti questi vitigni sono già stati trattati in un mio precedente articolo sul Bardolino e ad esso rimando per gli approfondimenti in tal senso. Analogamente, rimando al sito del MIPAAF per i dettagli sui diversi disciplinari di produzione.

Il clima in tutta l’area è complessivamente mite, tra il temperato suboceanico e il temperato montano. La piovosità media annua è compresa tra 800 e 1.100 mm, con un massimo in primavera (aprile-maggio) e uno in autunno (ottobre-novembre), ma con discrete differenze fra le diverse vallate.

La cantina e i vini

L’attenzione alla qualità attraverso la cura dei dettagli e la continua sperimentazione volta alla ricerca di un costante miglioramento con la quale Stefano e Pier Paolo conducono le vigne non può che rispecchiarsi nelle loro pratiche di cantina, sempre volte al massimo rispetto del prodotto e all’esaltazione dei diversi territori e delle loro peculiarità.

Il Valpolicella Classico Doc 2013 è stato ottenuto – come tutti gli altri loro vini Doc e Docg – a partire da i quattro vitigni autoctoni tradizionali a seguito da una vinificazione in acciaio caratterizzata da una macerazione di circa 7 giorni di durata; la fermentazione malolattica è stata completamente svolta.

Il Valpolicella Ripasso Classico Superiore Doc 2012 è stato prodotto con una permanenza di 5 – 7 giorni sulle vinacce di Amarone e ha trascorso, successivamente, un anno in legno di rovere e di ciliegio (15%). È stato imbottigliato a fine maggio 2014.

L’Amarone Moròpio Classico Docg 2010 nasce dalle uve dell’omonimo vigneto pigiate in prossimità del Natale e viene invecchiato in legni di minimo 5hl di rovere, ciliegio e castagno. Al contrario, l’Amarone Cà Coato Classico Doc 2009 – prodotto anch’esso nel vigneto omonimo ma senza uve Molinara – è invecchiato esclusivamente in legni rovere di medie dimensioni (5, 10 e 15hl). Il Moròpio si connota per le marcate sensazioni di marasca, la minor opulenza e la maggior freschezza, tutte caratteristiche che ne permettono la messa in vendita con un anno di anticipo rispetto al Cà Coato; quest’ultimo si caratterizza, inoltre, per le evidenti note minerali e la maggior longevità.

Il Recioto di Valpolicella Classico Doc 2009 è stato prodotto con uve provenienti per oltre il 65% dai vigneti in comune di Marano e per la rimanente parte dal vigneto di Negrar, la cui pigiatura è avvenuta nel febbraio successivo. Al mosto così ottenuto è stata aggiunta, per aiutare l’avvio dei processi fermentativi, una piccola dose del mosto dell’anno precedente che non aveva ancora terminato la sua lunghissima fermentazione a causa dell’elevato tenore zuccherino. Il Recioto è prodotto esclusivamente in acciaio.

Ogni vino di ciascuna annata è imbottigliato in un singolo lotto per evitare possibili – ma certo né volute né gradite – differenze fra i diversi lotti.

Le degustazioni, ovvero la parola passa al vino

Az. Antolini Pier Paolo e Stefano – Valpolicella Classico Doc – 2013 – L. 0614

Il rosso è il colore di questo vino. Non solo in virtù del luminoso rubino arricchito da ancora evidenti riflessi porpora – che suggeriscono un gioventù tutt’altro che conclusa – ma soprattutto per i frutti che ne caratterizzano in modo evidente il bouquet: marasca, ribes rosso e uva fragola.

Il suo panorama olfattivo è, però, assai più complesso nonché capace di esprimere nel bicchiere un’evoluzione assai interessante. Sono la polvere di caffè e la violetta fresca le prime note ad aggiungersi a quelle della frutta rossa seguite – col passare dei minuti – da profumi “più scuri” che ci conducono al mirtillo nero. In bocca entra compatto, con una buona profondità e un equilibrio ancora non perfetto in virtù della più che evidente freschezza a ricordarci, se ancora ce ne fosse bisogno, la gioventù – reale più che anagrafica – di questo Valpolicella Classico. La trama tannica è gradevole e ben integrata nel struttura del vino; più che soddisfacente la persistenza e decisamente ottima la bevibilità.

Degustazione del 23 febbraio 2015

Az. Antolini Pier Paolo e Stefano – Valpolicella Ripasso Classico Superiore Doc – 2012 – L. 0314

Il rubino di questo vino suggerisce, a chi si appresti ad assaggiare questo Valpolicella Ripasso Classico Superiore, un vino nel suo pieno sviluppo, in quel magico punto di equilibrio fra giovinezza e maturità dove, pur dovendo probabilmente rinunciare ai qualche sentore strettamente legato allo scorrere del tempo, si potrà ancora godere del meglio dei suoi primi anni di vita.

E il colore – si sa – raramente inganna: ecco, allora, presentarsi – ad una prima olfazione – un insieme di sensazioni fruttate riconducibili alla ciliegia matura, alla prugna secca e al mirtillo nero il tutto arricchito da note di polvere caffè, spezie dolci e da una leggera punta di pepe nero. Pochi minuti: ecco quanto spesso dedichiamo a un vino che per anni ha atteso di essere gustato. È ingiusto! Ed ecco che chi saprà pazientare potrà godere della comparsa di eleganti sentori di carruba, confettura di fragole e cioccolato fondente seguiti dall’inconfondibile profumo della liquirizia nera e da una nettissima nota mentolata.

In bocca è ampio e compatto nonché connotato da un corpo importante e dalla marcata morbidezza, dovuta al ripasso, magnificamente sostenuta da una giusta tannicità e da una ancora ben presente freschezza. La lunga persistenza suggella un assaggio di grande soddisfazione.

Degustazione del 6 marzo 2015

Az. Antolini Pier Paolo e Stefano – Moròpio Amarone della Valpolicella Classico Docg – 2010

L. 0913

Cosa cercare in un Amarone? La potenza, la morbidezza, la finezza, l’intensità?? La risposta credo sia semplice da dare ma molto più difficile da ottenere: tutte queste cose insieme.

Il Moròpio assomma sicuramente in sé queste caratteristiche unitamente alla capacità di esprimere il proprio terroir di nascita: il vigneto omonimo a Marano di Valpolicella. Le marne calcaree e le vigne vecchie donano, infatti, potenza e struttura mentre le buone escursioni termiche, dovute alla quota, gli conferiscono eleganza e complessità.

Nel bicchiere si presenta rubino ma è il naso, con le inconfondibili note di marasca, ciliegia sotto spirito, mirtillo nero e prugna disidratata, che ci permette di iniziare ad apprezzarne davvero le caratteristiche. A questo primo scorcio sul suo panorama olfattivo seguono, man mano che vino e aria si incontrano, gradevoli sensazioni di rosa appassita e polvere di caffè. Seguono sentori di noce moscata e caramella Rossana, il tutto gradevolmente ammantato dai profumi legati all’appassimento capaci di aumentarne il fascino senza divenire stucchevoli. In bocca è un’esplosione di sensazioni: è ampio, coeso, strutturato, molto caldo e di grande rotondità e intensità ma, nel contempo, capace di essere di facile bevibilità grazie alla ben presente freschezza e a tannini eleganti e delicatamente percepibili; lunga la persistenza e piacevolissimo il fin di bocca.

Degustazione del 15 marzo 2015

Az. Antolini Pier Paolo e Stefano – Cà Coato Amarone della Valpolicella Classico Doc – 2009

L. 0512

La maggior presenza di calcare nel suolo, l’esposizione sud-occidentale – con il protrarsi dell’insolazione al tramonto – e la quota inferiore conferiscono caratteri che ben differenziano questo Amarone dal precedente, donandogli mineralità, tannini più marcati e grande longevità. Il bouquet si colora infatti di profumi più “scuri” che portano alla ciliegia molto matura, al cassis e alla mora il tutto arricchito da un’evidente nota di grafite; a seguire, emergono sentori di potpourri di fiori rossi, cipria, liquirizia, spezie dolci, pepe nero, cioccolato e caffè.

In bocca si presente succoso, di grande ampiezza e intensità: i tannini, elegantemente evidenti, sorreggono, con l’aiuto dell’acidità, il corpo possente, il grande calore e la prorompente rotondità arrivando a regalarci un vino molto equilibrato, elegante e di lunga persistenza.

Degustazione del 8 aprile 2015

Az. Antolini Pier Paolo e Stefano – Recioto della Valpolicella Classico Doc – 2009 – L. 0711

Rubino impenetrabile: ecco come si presenta, alla vista, questo passito rosso dolce, uno dei pochi vini di questa tipologia nel scenario dell’Italia enoica. Il suo panorama olfattivo è dominato dalla ciliegia sottospirito sulla quale si appoggiano, con eleganza, le note di cassis, violetta appassita, grafite, noce moscata e cioccolato.

All’assaggio, l’evidente dolcezza trova subito il necessario contraltare nella freschezza supportata, in questo ruolo, dalla gradevole tannicità; ne deriva un vino molto fine, equilibrato ed armonico, la cui lunghissima persistenza ci accompagna ben oltre la fine della degustazione.

Degustazione del 26 aprile 2015
Antolini Pier Paolo e Stefano
Prognol, 22 – 37020 Marano di Valpolicella VR
info@antolinivini.it
www.antolinivini.it

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