Anteprima Amarone 2012: un’occasione per assaggiare, imparare e confrontarsi
La forza sconvolgente del vino penetra l’uomo
e nelle vene sparge e distribuisce l’ardore
Tito Lucrezio Caro (98/96 a.C. – 55/53 a.C.)
Sabato 30 e domenica 31 gennaio 2016 si è svolta, all’interno dello splendido Palazzo della Gran Guardia di Verona, l’Anteprima Amarone 2012, un’occasione unica per fare il punto su una delle più prestigiose Denominazioni del nostro Paese. L’Amarone della Valpolicella Docg è sempre più divenuto, nel corso degli anni, un fenomeno sociale ed economico oltre che un vino capace di rappresentare alcuni degli aspetti migliori del “made in Italy” nel mondo.
Ecco, quindi, che quest’Anteprima ha offerto a tutti i partecipanti – giornalisti, operatori del settore e appassionati – l’occasione di confrontarsi direttamente con il frutto del lavoro di ben 74 aziende che hanno messo in degustazione l’annata 2012 nonché molte bottiglie di precedenti annate. La manifestazione si aperta con la conferenza stampa, moderata dal notissimo giornalista e scrittore Andrea Scanzi, a cui hanno partecipato Christian Marchesini, Presidente del Consorzio di Tutela dei Vini della Valpolicella, Diego Tomasi, Direttore del Centro di Ricerca per la Viticoltura (VIT), e Denis Pantini di Nomisma – Wine Monitor. Nel corso del dibattito sono stati messi in luce gli aspetti più significativi riguardanti il territorio e l’annata 2012, l’andamento del mercato – con particolare riferimento a quello internazionale – nonché lo stato attuale e le sfide future del l’immagine dell’Amarone in Italia e nel mondo.
L’Amarone Docg: segreti di un successo e nuove sfide
A seguito di una serie di domande poste da Andrea Scanzi, il Presidente Christian Marchesini pone l’accento su alcuni aspetti cruciali riguardanti il presente e il futuro dell’Amarone. Ritengo – inizia il Presidente Marchesini – che il successo ottenuto dall’Amarone in questi anni sia in gran parte dovuto al fatto che si tratta di un prodotto unico e inimitabile. È un vino fortemente influenzato dalle particolarissime condizioni di un territorio collinare che risente, contemporaneamente, della presenza del Lago di Garda, della protezione delle Alpi e della vicinanza con la pianura; inoltre, la plurimillenaria storia della vitivinicoltura in Valpolicella ha permesso l’accumularsi di un bagaglio di esperienze unico, sia in vigna sia in cantina, ad esempio per quanto riguarda la cernita e l’appassimento delle uve.
L’uomo ha plasmato e conservato questi ambienti creando i terrazzamenti sostenuti dalle “marogne” – i tradizionali muri a secco – e creando un’economia basata sulle tre nostre colture più tradizionali: la vite, l’olivo e il ciliegio. Per il futuro la sfida è sicuramente quella di riuscire a mantenere – anzi a migliorare ulteriormente – la qualità dei nostri prodotti, cercando tuttavia di aumentare la produzione vista la forte richiesta dei nostri prodotti. Negli ultimi 10 anni, gli ettari vitati in Valpolicella sono passati da circa 5.700 a oltre 7.500 ma, in relazione al grande successo dei nostri prodotti, sarebbe opportuno crescere ancora. Inoltre, un’esigenza fortemente sentita dai produttori nostri soci è di aumentare il tempo di permanenza in cantina dell’Amarone prima della sua commercializzazione per migliorane ulteriormente la qualità: per fare ciò sarebbe, però, necessario un aiuto economico alle Aziende. È anche nostra intenzione promuovere il Recioto della Valpolicella Docg: un grande passito che negli ultimi non è stato sostenuto come avrebbe meritato un vino di tale qualità.
L’annata 2012, il riscaldamento globale e la tutela dell’ambiente
Il Dott. Diego Tomasi, Direttore del Centro di Ricerca per la Viticoltura, spiega come l’annata 2012, di buona qualità ma decisamente complessa da gestire in vigna, possa essere considerata la prima di una serie di annate caratterizzate da condizioni climatiche complessivamente anomale e, pertanto, di difficile gestione e come sia lecito aspettarsi che questa tendenza possa confermarsi anche nei prossimi anni. Questo andamento porterà a prodotti con sempre maggior diversità sia fra i differenti millesimi sia fra le diverse vallate della Valpolicella in relazione alle forti differenze morfologiche e microclimatiche fra le stesse.
Nel 2012, i mesi di aprile e maggio sono stati caratterizzati da frequenti piogge (+25% rispetto alla media) che hanno stimolato sin da subito un buon sviluppo vegetativo. Al contrario, giugno, luglio e agosto, hanno visto una netta riduzione dell’acqua disponibile per la pianta (-35% rispetto ai valori media) e un progressivo incremento delle temperature che si sono portate a inizio luglio e nella seconda metà di agosto su livelli addirittura superiori all’indimenticabile estate 2003; dalla fine agosto e per l’intero mese di settembre tali valori sono rientrati nella norma. Le frequenti fasi calde estive hanno determinato ripetuti stop giornalieri nell’attività fotosintetica delle viti; per la buona qualità delle uve è stata, pertanto, essenziale la fase finale della maturazione che, essendo stata caratterizzata da ottime condizioni, ha permesso di ottenere, al momento della vendemmia, uve con buona maturità polifenolica – sia per la frazione antocianica sia per quella tannica – con un corretto tenore di zuccheri e in grado di sviluppare intense note fruttate durante la vinificazione.
Il riscaldamento climatico ha, negli ultimi, anni portato al recupero della tradizionale pergola veronese che era ormai in via di progressivo abbandono a favore delle forme a spalliera. La pergola, infatti, sviluppando una superficie fogliare più che doppia rispetto al guyot, offre maggiore protezione ai grappoli dall’eccessiva esposizione al sole diretto. Inoltre, si assiste al recupero di antiche varietà tradizionali – quali ad esempio l’Oseleta e lo Spigamonti – in quanto più idonee alle alte temperature.
Gli Amarone 2012 sono risultati, nel loro complesso, maturi e già con un alto grado di morbidezza, poco aggressivi, rotondi, poco erbacei e ben strutturati con spiccate note di frutta matura, di confettura nonché più che buona sapidità e persistenza aromatica. A questa annata sono state assegnate quattro stelle in una scala da una a cinque.
La Valpolicella, inoltre – spiega da ultimo il Dott Tomasi – presta una sempre maggior attenzione alla tutela ambientale mediante una vitivinicoltura sempre meno invasiva. In questa zona, anche dopo gli incrementi dell’ultimo decennio, i vigneti occupano ancora una superficie inferiore al 10% del totale; inoltre, seguendo un progetto sintetizzabile nelle tre parole “Riduci, Rispetta, Risparmia” si stanno adattando tecniche colturali caratterizzate da un basso uso di fitofarmaci, integrando tale approccio con forme di difesa integrata quale la confusione sessuale per la tignoletta della vite. Da ultimo, ma non certo per importanza, ulteriori ricerche sono in corso per ottenere cloni delle varietà autoctone con elevata resistenza alle principali malattie fungine.
L’Amarone e i mercati
Un prodotto come l’Amarone della Valpolicella Docg non può essere raccontato prescindendo dalle sua ricadute economiche, fondamentali per il territorio ma decisamente importanti per l’intero settore agroalimentare italiano. In tal senso ricoprono grande interesse i dati riportati, nel corso della tavola rotonda, dal Dott. Denis Pantini, Responsabile Area di Ricerca Agricoltura e Industria Alimentare per Wine Monitor di Nomisma.
Nel corso del 2015, il giro d’affari di questo grande rosso ha raggiunto i 315 milioni di euro con 103.880hl imbottigliati da 210 aziende; circa il 60% della produzione viene esportata, principalmente verso Germania, Svizzera e Canada che, nel loro insieme, assorbono circa il 45% del prodotto esportato. Il rimanente 40% è consumato in Italia ed è commercializzato, in buona parte, attraverso il Canale Ho.Re.Ca. Dato il loro grande consumo di vini rossi strutturati, Stati Uniti, Cina e Canada sono ritenute nazioni con ottime prospettive di crescita per le esportazioni di Amarone. È importante sottolineare come la Denominazione d’Origine rappresenti il principale fattore di successo di questo vino all’estero per il 35% delle imprese, prima ancora della notorietà del marchio aziendale (21%) e dell’origine italiana (15%).
In ragione dell’ottimo potenziale di crescita del mercato canadese, tale Nazione è stata oggetto di una più approfondita analisi da parte dell’Osservatorio sui Vini della Valpolicella. Da tale ricerca, condotta su un campione pari a circa 1.200 responsabili di acquisto delle famiglie, emerge che, tra le persone che nell’ultimo anno hanno consumato vino, il 44% ha bevuto vini italiani, con i rossi della Valpolicella a quota 25% e, tra questi, l’Amarone al 19%. L’Amarone è risultato essere consumato prevalentemente da persone ad alto reddito (oltre 75.000 dollari canadesi) e alto titolo di studio; è importante mettere in evidenza, inoltre, il fatto che ben il 48% dei suoi consumatori abbia viaggiato almeno una volta in Italia.
Amarone della Valpolicella Docg 2012: note di degustazione
È sempre assai complesso cercare di delineare – in sintesi – le caratteristiche fondanti dell’annata di una determinata Denominazione. Tali difficoltà aumentano se il vino in oggetto è l’Amarone della Valpolicella e l’annata considerata è il 2012, la prima di una serie di annate “difficili” che tanto frequentemente hanno caratterizzato questi primi tre lustri di terzo millennio. Non è poi certamente secondario anche il fatto che la Denominazione Valpolicella comprenda un territorio molto ampio, compreso tra Sant’Ambrogio di Valpolicella e la Val Tramigna, e articolato in numerose vallate ciascuna caratterizzata da specifiche condizioni pedoclimatiche.
Avendo avuto l’opportunità di partecipare alla degustazione organizzata dal Consorzio per la stampa, ho, pertanto, scelto di limitare i miei assaggi alla Valpolicella Classica, ovvero quella porzione di territorio compresa nei comuni di Negrar, Marano, Fumane, Sant’Ambrogio e S. Pietro in Cariano.
Ho, complessivamente, assaggiato 20 etichette delle 43 in degustazione.
I campioni assaggiati, nel loro insieme, si sono rivelati connotati da note di frutta rossa matura, evidenti e assai piacevoli, generalmente arricchite da sentori di spezie dolci; alcuni campioni spiccavano per la presenza di sensazioni di erbe officinali e agrumi, sinceramente davvero degne di nota. Le caratteristiche note vegetali varietali della Corvina – riconducibili al peperone giallo – sono risultate essere spesso ben percepibili, talvolta a discapito della finezza complessiva del panorama olfattivo; questo fatto è probabilmente legato all’andamento climatico della stagione 2012 che può avere interferito con una ottimale maturazione aromatica.
I campioni in degustazione, tutti di recentissimo imbottigliamento quando non provenienti direttamente da botte, esprimevano, talora, una nota alcolica troppo evidente sia al naso sia in bocca; è, però, da ritenersi probabile che, col tempo, questi vini possano, per quanto riguarda la compostezza dell’alcol, evolvere verso un più compiuto equilibrio. È plausibile che anche la sopra citata nota vegetale della Corvina possa, con il trascorrere degli anni in bottiglia, trovare una collocazione gusto-olfattiva più armonica. La struttura tannica dei campioni assaggiati è già generalmente più che soddisfacente e solo un limitato numero di assaggi erano disturbati da una tannicità troppo aggressiva; anche in questo caso, il trascorrere degli anni porterà, in ogni caso, a un ingentilimento dei tannini.
Per concludere, alla luce di quanto appena scritto non posso che condividere la considerazione del Presidente Marchesini sulla necessità di aiutare i produttori a prolungare i tempi di affinamento in cantina dei propri prodotti prima della messa in vendita. Proprio in tal senso deve essere letta la notizia secondo la quale Banco Popolare e il Consorzio Tutela Vini Valpolicella, in collaborazione con Siquria Spa, hanno stretto un accordo per un valore di 100 milioni di euro – denominato Vendemmia 2015 – per consentire alle Aziende di finanziare le proprie attività – garantendo sulla base delle scorte di Amarone e Recioto, custodite nelle proprie cantine – e poter, in tal modo, consentire un adeguato invecchiamento a questi due grandi vini di Valpolicella (Fonte: Il Sole24 Ore, 25 ottobre 2015).
Di seguito, in rigoroso ordine alfabetico per produttore, riporterò alcune brevi note di degustazione dei vini che più mi hanno più favorevolmente impressionato indicando, per ciascun vino, se si trattasse di un campione da bottiglia o da botte.
Amarone della Valpolicella Classico Docg 2012
Azienda Agricola Accordini Stefano – Acinatico (Campione da bottiglia)
L’Acinatico 2012 si presenta di un caldo color granato ancora impreziosito dalle ultime pennellate rubino. Il naso apre con note di ciliegia molto matura a sostenere eleganti profumi dolci, riconducibili al cioccolato al latte, alla noce moscata e ai chiodi di garofano; gradevoli i sentori riconducibili all’appassimento delle uve. Col tempo, dal bicchiere si percepiscono le prime note di cuoio oltre a leggeri – ma piacevoli – sensazioni di peperone giallo. L’ingresso in bocca rivela una presenza alcolica leggermente sopra le righe in un contesto caratterizzato da ottimo corpo e gradevole rotondità. I tannini si presentano già setosi e avvolgenti e capaci di dare, unitamente alla spalla acida, nerbo a un vino nel quale le morbidezze svolgono sicuramente il ruolo principale.
Azienda Agricola Cà La Bionda (Campione da bottiglia)
Un assaggio che si presenta tipico fin dal primo sguardo grazie al granato che lo caratterizza. Il bouquet, giustamente dominato dalle note di frutto rosso maturo, regala piacevoli sensazioni di spezie, che riportano alla mente la noce moscata, e di cioccolato dolce. In bocca, si presenta di corpo, morbido e con una sensazione alcolica leggermente eccessiva; elegante e setosa la struttura tannica capace conferire carattere ed armonia a tutto l’insieme.
Cesari (Campione da bottiglia)
Vellutato è il color granato che si presenta alla vista al momento dell’assaggio di questo vino. Il naso, di ottima finezza, si presenta, a calice fermo, giocato sull’equilibrio fra le più intense note di frutto rosso e le più lievi sensazioni di peperone giallo; dopo una leggera rotazione, il vino si apre regalando sentori di spezie dolci e liquirizia che aiutano a meglio integrare le note vegetali varietali nell’insieme del panorama olfattivo. Al gusto, è elegante, armonico e succoso; l’alcol è ben integrato nella struttura e i tannini, assai piacevoli, conferiscono a questo Amarone una beva assai gradevole.
Corte Lonardi (Campione da bottiglia)
È sempre il granato ad introdurmi all’assaggio di questo Amarone, dal naso decisamente fine che apre, com’è giusto che sia, con la frutta rossa molto matura e le spezie dolci per arricchirsi – col passare dei minuti – di interessanti sentori di scorza d’arancia che tendono a divenire più intensi con il trascorre del tempo. In bocca, si presenta fine, elegante, rotondo e pieno senza che tutto ciò vada a discapito dell’equilibrio grazie alla freschezza e alla piacevolezza dei tannini; l’alcolicità è molto ben gestita.
Corte Rugolin – Monte Danieli – (Campione da botte)
Il Monte Danieli si offre alla vista di un accattivante e corretto color granato; il suo bouquet, fine e intenso, è connotato dalle immancabili note di confettura di frutta rossa e da sentori appena accennati di peperone giallo oltre che da sensazioni di cioccolato al latte e di spezie che riportano i nostri sensi alla noce moscata; la nota alcolica e le sensazioni di appassimento sono composte e gradevoli. Col tempo, il suo panorama olfattivo si arricchisce di profumi dolci riconducibili alla cipria e alla caramella Rossana. All’assaggio, appare pieno, ampio, di corpo e succoso; la freschezza e gli assai gradevoli tannini conferiscono a questo vino armonia, equilibrio e piacevolezza di beva.
Azienda Agricola F.lli Degani – La Rosta – (Campione da bottiglia)
Un color granato leggermente più evoluto caratterizza questo Amarone che al naso apre, fine e intenso, con le immancabili note di frutta rossa molto matura e delle non comuni – ma piacevoli ed eleganti – sensazioni di rosmarino che, col tempo, andranno a connotarsi in modo sempre più netto; il bouquet, dopo una sobria rotazione del calice, si completa con sentori di tamarindo e potpourri di fiori rossi. In bocca, si presenta composto, piacevolmente caldo e morbido e sorretto da una elegante struttura tannica nonché da una gradevole freschezza; decisamente soddisfacente la persistenza.
Azienda Agricola Gamba – Campedel – (Campione da botte)
Vino dall’aspetto ancora decisamente giovanile in virtù del suo intenso color rubino, il Campedel 2012 regala, al naso, sentori di frutta rossa matura, spezie dolci e liquirizia oltre a sommesse note di peperone giallo; una gradevole sensazione balsamica dona verticalità ad un bouquet fine e complesso. Col tempo, il già ampio panorama olfattivo si completa con profumi di erbe aromatiche ben riconducibili al rosmarino. L’ingresso in bocca è compatto, ampio, di corpo e molto rotondo con un’evidente sensazione pseudocalorica; i tannini, assai setosi e avvolgenti, completano il nerbo e l’equilibrio di questo assaggio.
Azienda Agricola Zymé – (Campione da botte)
Presentato da un impeccabile color granato, questo Amarone 2012 offre un naso di ottima pulizia e finezza, come sempre sostenuto dalla confettura di frutta rossa alla quale, inizialmente, si affiancano sentori di liquirizia e noce moscata; col tempo, l’insieme è arricchito da sensazioni dolci che riportano alla mente i profumi della cipria e dei confetti. In bocca, si offre ampio, rotondo e di corpo con tannini, ancora giovani, che lasciano ben sperare per il futuro; più che soddisfacente la persistenza e assai gradevole il fin di bocca.