Per il Consorzio Tutela del Gavi l’annata 2022 è stata, nonostante le temperature alte durate per molto tempo e la grave carenza idrica determinata dalle rare precipitazioni, a dir poco sorprendente. A riprova di questi più che incoraggianti risultati è il primo bilancio sulla stagione stilato dal Presidente del Consorzio, Maurizio Montobbio, e da Davide Ferrarese, consulente agrotecnico.
Il Presidente del Consorzio del Gavi, Maurizio Montobbio
Andamento climatico del 2022
Con un inverno avaro di freddo e precipitazioni che ha impedito ai suoli di riprendersi e accumulare risorse idriche, una primavera lenta – caratterizzata da temperature sotto la media – ed un’estate che è stata travolta dalla siccità, le vigne hanno dovuto aspettare agosto prima di vedere giornate più miti e piogge più consistenti (tanto da rendere il mese di agosto – insieme a quello di maggio – il mese più piovoso di tutto il 2022). In particolare, come spiega Davide Ferrarese, “fondamentali l’abbassamento delle temperature minime e l’intera giornata di pioggia tra il 17 e il 18 agosto che hanno determinato una ripresa della vegetazione e hanno, di conseguenza, giovato al cortese”.
La vendemmia 2022
Quest’anno le terre del Gavi hanno visto la vendemmia iniziare molto presto – tra le ultime settimane di agosto e la prima di settembre – eppure le rese sono state sorprendentemente elevate, confermando la resilienza di un vitigno che da sempre caratterizza ed esprime a pieno il sud-est del Piemonte. Ovviamente, come afferma Maurizio Montobbio, “è ancora presto per dare un giudizio sui vini di quest’annata, ma è certo che dai vigneti più antichi ci si aspetta dei grandi Gavi”.
Un grappolo di cortese
In conclusione, in attesa di assaggiare i Gavi figli di un’annata così complicata e sofferta, si può comunque dire che ancora una volta la caparbietà e lungimiranza dei produttori di Gavi DOCG è stata premiata, confermando sul territorio un vino che ne fosse la sua più pura rappresentazione.