Tutti per otto, otto per tutti
Non è un racconto di cappa e spada, bensì una storia di fiducia e buon senso, due tra i valori più misconosciuti di questo primo scorcio di nuovo millennio. Immaginatevi dolci colline coperte di viti che crescono vigorose su marne calcaree, chiare e assolate, dalle quali si ottengono alcune delle migliori uve di pinot nero dell’Oltrepò pavese. Qui, ultimamente, non maturano solo uve ma anche idee: idee nuove…idee buone, volte a superare antiche diffidenze e rivalità essendo divenuti consapevoli del fatto che in guerra – qualsiasi guerra – non ci sono vincitori: solo morti, feriti e povertà.
Sei aziende vitivinicole, tutte in comune di Montecalvo Versiggia, decidono di unire non solo i loro sforzi ma anche le loro migliori uve di pinot nero per produrre – con un unico marchio – un pinot nero vinificato in rosso che unisca qualità, terroir e un costo accessibile, fatto non secondario data la crisi che attraversa (forse più che attraversare sta campeggiando…) il Nostro Paese.
Dall’impegno delle Aziende Calatroni, Ottavio Maria Dezza, Gabriele Faravelli, Gazzotti, Pietro Torti e Tenimenti Castelrotto nasce quindi Otto: un pinot nero ma più ancora un sogno, una speranza e, spero, un esempio di come uniti sia più facile, nella vita come nel lavoro, superare le difficoltà e raggiungere obiettivi meritevoli di essere inseguiti.
La degustazione:
Otto – Pinot nero dell’Oltrepò pavese Doc, 2010, 14% vol.
Nel bicchiere il vino tradisce immediatamente il vitigno da cui è stato ottenuto mostrandosi rubino poco intenso e, in virtù dell’ancor giovane età, con una leggera sfumatura porpora.
Gli ultimi possibili dubbi sul fatto che ci stiamo apprestando ad assaggiare del pinot nero svaniscono non appena avviciniamo il bicchiere al naso: piccoli frutti di bosco, ciliegia, note eteree che ricordano la frutta sotto spirito, un leggero sentore di vaniglia e, col trascorre dei minuti, i primi aromi terziari quali tabacco, cacao e polvere di caffè; nel complesso un naso fine, elegante, armonico non molto intenso ma di buona complessità.
All’assaggio non delude donandoci una piacevole sensazione di rotondità e calore, una giusta tannicità e un buon corpo: il tutto è ben armonizzato da una rilevabile sapidità e da una spalla acida che lascia ben sperare nella sua durata negli anni; la persistenza (PAI), pur non memorabile, è sicuramente adeguata ad un vino non ancora adolescente