• Sab 05 Ott 2024

Tra arte, vino e fede: l’Abbazia di Novacella

Non è facile visitare un luogo che riunisca in sé così tanta storia, arte e cultura come l’abbazia di Novacella, in valle dell’Isarco (BZ). In questa abbazia, fondata nel 1142 dal vescovo della diocesi di Bressanone beato Hartmann e attualmente appartenente alla Congregazione Lateranense Austriaca dei Canonici Regolari di San Agostino, si respira cultura: ogni affresco, ogni libro, ogni pietra raccontano una storia fatta di fede, di musica, di accoglienza e di…vino.

Il vino e questa abbazia hanno condiviso 871 anni di vicissitudini, fatte di splendore e declino, successi e sconfitte, scomparsa e rinascita. La viticoltura a Novacella nasce insieme all’abbazia e insieme hanno percorso un lungo viaggio arrivando ancora insieme ai nostri giorni. E, da sempre, il suo vino è stato di alta qualità come si può evincere, ad esempio, da quanto riportato in un volume edito a Monaco nel 1767 (Monumenta Boica, Volume 9, pag. 556): “…il nobile Cornes Ekebertus concesse in affitto alla chiesa cattolica presso Frisinga, chiamata Novacella, alcuni fondi, a fronte del versamento di un cannone annuale consistente in tre orci di vino…”; infatti, se un nobile concede dei fondi in cambio di vino, quest’ultimo non può che essere di eccellente qualità!

Arte, musica e cultura a Novacella

Il complesso fortificato, al quale si accede tramite un piccolo ponte coperto e che conserva tuttora l’impianto originario del XII secolo, è costituito da diversi edifici di diverse epoche e stili differenti: ecco quindi mostrarsi davanti a noi il campanile in stile romanico, il chiostro in stile gotico, la chiesa e la biblioteca in forme barocche e rococò. Nel centro del cortile si osserva il rinascimentale Pozzo delle Meraviglie le cui otto lunette sono affrescate con immagini delle sette meraviglie del mondo alle quali, nell’ottava lunetta, è stata aggiunta una raffigurazione dell’abbazia stessa.

Impossibile approfondire in poche righe i tesori artistici e culturali conservati in quest’oasi di pace e natura. Non voglio comunque rinunciare al piacere di raccontare alcune “chicche” che mi hanno particolarmente colpito. Ancora una precisazione è, però, d’obbligo: a Novacella arte, scienza, musica e fede sono totalmente compenetrate e sembrano rappresentare un unicum che può essere apprezzato veramente solo abbandonandosi alla magia di questo luogo.

La collezione di strumenti scientifici, didattici e musicali

È costituita da numerosi pezzi antichi in particolare da strumenti cartografici, astronomici e musicali. Questi pezzi trovavano il loro utilizzo nell’ambito delle discipline del Quadrivio, che in epoca medioevale includevano le quattro discipline attribuite alla sfera matematica: l’aritmetica, la geometria, l’astronomia e la musica. La sezione dedicata alla scienze naturali, oltre a erbari storici e tavole botaniche, contiene una copia originale del Systema naturae di Carlo Linneo del 1758,opera che ha dato il via alla moderna nomenclatura zoologica.

La biblioteca

Ospitata nella rococò “Sala Grande” – realizzata fra il 1771 e il 1778 – attualmente la biblioteca ospita circa 96.000 volumi, tra i quali spiccano, per importanza e rarità, i due graduali (libri contenenti i canti da messa) del 1440 e il manoscritto più piccolo del mondo. Nel corso dei secoli la biblioteca patì le sorti tormentate dell’abbazia; durante i grandi incendi del 1190 e del 1303, il fuoco infuriò proprio dove erano collocati i testi e solo verso il 1430, con il prevosto Ulrich II, venne eretta una biblioteca meno esposta agli incendi, grazie alla copertura delle volte. Nonostante gli incendi e i numerosi saccheggi subiti – ad esempio durante la rivoluzione contadina del 1525 e la secolarizzazione del 1807 – questa biblioteca custodisce ancora circa 950 incunaboli e 17.000 Tirolensien cioè volumi stampati o pubblicati nell’antica area del Tirolo storico oppure scritti da persone di tale territorio o attinenti per tematica al Tirolo.

La basilica

La basilica rappresenta uno splendido esempio di barocco tirolese. L’aspetto attuale è dovuto alla totale trasformazione, avvenuta tra il 1735 e il 1744, della chiesa abbaziale medioevale in un “theatrum sacrum” inondato di luce, in pieno stile tardo-barocco, in cui la liturgia intendeva permettere di pregustare il banchetto. Di particolare interesse i magnifici finti marmi ottenuti con stucchi colorati dagli artigiani bavaresi. Sono, al contrario, veri marmi quelli che costituiscono i pavimenti con alternanze di grigio chiaro e grigio scuro; di eccellente fattura anche il doppio organo.

Il giardino storico

Riaperto al pubblico nell’estate del 2004 dopo intensi lavori di restauro, il giardino storico è per Novacella una cornice di incantata bellezza che completa con l’opera dell’uomo quanto di bello la natura aveva già regalato a questo luogo. La parte barocca del giardino, con le sue splendide fontane e aiuole dalle mille fioriture è incastonata tra un’imponente sequoia e due alberi secolari di Ginkgo biloba, vero e proprio fossile vivente di provenienza cinese.

Oltre un pergolato di vite, si trovano le coltivazioni di piante aromatiche ed essenziali per un totale di circa 75 specie, tra le quali anche numerose specie esotiche come l’erba al limone, la salvia al profumo di melone o il timo della Giamaica.

Il territorio: geologia, clima e viticoltura

La Val d’Isarco, lunga complessivamente circa 80 km, taglia da nord a sud le Alpi Orientali dalle sorgenti del fiume Isarco (Passo del Brennero 1374m s.l.m.) alla sua confluenza con il Fiume Adige a Bolzano (266m s.l.m.); dal punto di vista orografico la valle separa, quindi, le Alpi Retiche orientali (Alpi dello Stubai e Alpi Sarentine) dalle Alpi dei Tauri occidentali (Alpi della Zffiertal) e dalle Dolomiti. Complessivamente meno del 10% del suo territorio si situa al disotto degli 800m di quota.

La media Val d’Isarco, tra Bressanone e Chiusa, è stata scavata nel corso del Pleistocene ed è caratterizzata dal tipico profilo glaciale a forma di “U” con versanti assai ripidi. A nord di Bressanone si apre un’ampia conca che vedeva, nel corso del Pleistocene, la confluenza dei ghiacciai della Val d’Isarco e della Val Pusteria. La zona è oggi occupata da una coltre di depositi glaciali pleistocenici, con uno spessore di alcune centinaia di metri. I coltivi si sviluppano dunque sui sedimenti grossolani che garantiscono ottima permeabilità ed aerazione del suolo. A sud di Bressanone l’ampia valle glaciale taglia le rocce del basamento. Qui i versanti vallivi sono coltivati su pendenze del 20%-40%. Si ritiene opportuno suddividere quest’area in due tipologie ben distinte. A nord di Velturno come tra Ponte Gardena e Chiusa affiorano rocce del basamento roccioso metamorfico. Qui i sedimenti sono localmente molto spessi (10-15m) e di granulometria molto fine e costituiti da sabbie fini ricche di quarzo e da depositi limoso-argillosi. Questi ultimi prendono il sopravvento a sud di Chiusa. I versanti coltivati hanno qui pendenze del 20%-30%. Diversa invece la situazione riscontrata nei dintorni di Chiusa e sino a Velturno.

Qui affiora la diorite di Chiusa, una roccia intrusiva intermedia fra granito e gabbro; i versanti coltivati sono più ripidi (talora sino al 40% di pendenza) e contraddistinti da un suolo particolarmente sottile caratterizzato da una matrice grossolana composta da parallelepipedi centimetrici di diorite. Questi particolari frammenti sono ben noti agli agricoltori della zona che li chiamano “klausenit”.

La temperatura media annua, rilevata a Bressanone nel corso del decennio 1991 – 2000, è stata di 10,7°C, con l’escursione termica, durante i mesi di Settembre e Ottobre, compresa tra gli 11° e i 14°C. Nello stesso decennio le precipitazioni medie annue sono state di i 724mm.

I vitigni oggi coltivati in Valle Isarco, per un totale di 206ha vitati, sono autoctoni altoatesini (Lagrein, Schiava, Traminer Aromatico/Gewurztraminer) o importati in un lontano passato dalla vicina Stiria (Veltliner, Sylvaner, Portoghese Nero). A questi si accompagnano vitigni internazionali (Chardonnay, Pinot, Sauvignon) ed incroci di recente o recentissima produzione come il Müller Thurgau (Riesling x Madeleine royale ) ed il Kerner (Schiava grossa x Riesling renano).

Recenti indagini hanno evidenziato l’esistenza di tre unità pedoclimatiche. La prima unità, vocata alla produzione di Gewurztraminer e Kerner, s’identifica con i dintorni del monastero di Novacella contraddistinti da una copertura quaternaria particolarmente spessa costituitasi nel corso delle glaciazioni pleistoceniche. La seconda, vocata alla produzione di Sylvaner, s’identifica con i dintorni del monastero di Sabiona tra Chiusa e Velturno, ove una sottile copertura eluviale (cioè dilavata dalle precipitazioni e, quindi, impoverita di argilla e minerali solubili) ospita suoli con uno scheletro grossolano composto da elementi di diorite alterata. La terza unità – vocata alla produzione di Chardonnay, Veltliner, Pinot Nero e Pinot Grigio – è contraddistinta da uno spesso deposito argilloso dovuto alle acque meteoriche.

Vini e viticoltura all’Abbazia di Novacella

Tutta l’uva vinificata presso Novacella proviene dai 25ha di vigneti di proprietà (5ha prospicienti l’abbazia e 20ha a Cornaiano nei pressi di Bolzano) e dai 60ha coltivati dai soci della cooperativa, suoi fornitori esclusivi. Il prezzo delle uve corrisposto a questi ultimi è collegato al prezzo finale della bottiglia al fine di incentivarli a migliorare la qualità delle uve prodotte. Grazie al ricavato dei vini, degli altri prodotti agricoli e delle visite guidate, la Basilica è da sempre economicamente autosufficiente.

La cantina produce due linee distinte: la classica e la Praepositus entrambe ottenuta da vitigni autoctoni o tradizionali oltre a qualche internazionale, ormai da anni di casa in Alto Adige.

Linea classica

Südtirol Eisacktaler Sylvaner 2011

Il Sylvaner è, insieme al Kerner, il vitigno simbolo della produzione di Novacella. L’annata 2011, vinificato in acciaio senza solfiti aggiunti, all’assaggio è risultato di piacevole beva, fresco, equilibrato con piacevoli sentori di frutta, principalmente pera matura e melone.

Südtirol Eisacktaler Veltliner 2011

Vinificato in acciaio, il Veltliner 2011 regala piacevoli sentori di frutta bianca – pesca su tutti – biancospino e delicate note di pepe bianco.

Südtirol Eisacktaler Pinot Grigio 2011

Vitigno spesso “maltrattato” questo pinot grigio dimostra le sue potenzialità regalandoci un vino di personalità ed eleganza con piacevoli noti di melone e piccoli frutti rossi, che ci ricordano che siamo sempre davanti a un pinot, oltre a un gradevole ricordo di fiori di tiglio.

Linea Praepositus

Südtirol Eisacktaler Kerner Praepositus 2011

Eccellente espressione di questo vitigno che, dopo una lavorazione totalmente in acciaio, regala un vino di ottimo corpo e equilibrio caratterizzata da note di agrumi, erba fresca, pesca bianca ed eleganti sentori di pepe bianco.

Südtirol Eisacktaler Riesling Praepositus 2010

Ottenuto da uve di riesling renano, di cui il 30% da vendemmia tardiva, inizia a esprimere i descrittori più nobili e caratteristici di questo vitigno. Al naso troviamo, infatti, sentori di pietra focaia e idrocarburi insieme ai quali sono ancora percepibili i frutti e i fiori bianchi, tipici delle sua gioventù.

Südtirol Eisacktaler Gewürztraminer Praepositus 2011

Colpiscono subito, di questo vino, la grande finezza ed eleganza. L’apertura è decisamente floreale con evidenti profumi di fiori di sambuco seguiti da note di rosa e gradevoli sentori fruttati di litchi. In seguito riusciamo a scoprire altri frutti (pera, mela, fico secco), gradevolmente frammiste a sentori agrumati.

Südtiroler Lagrein Riserva Praepositus 2009

Vino roso ottenuto da uve Lagrein maturato 18 mesi in barrique. Al naso esprime intensi sentori di ciliegia matura, ribes nero, more e lamponi accompagnati da evidenti note di pepe nero, liquirizia, cioccolato. In bocca è di corpo e di più che soddisfacente persistenza. La chiusa è gradevolmente ammandorlata.

Südtiroler moscato rosa Praepositus 2010

Questo grande vino da meditazione è ottenuto da uve moscato rosa (10 ettolitri/ettaro); fermentazione e maturazione avvengono totalmente in acciaio inox. Il naso, complesso, elegante e profondamente intrigante, offre profumi di cannella, cacao, caffè in polvere, rose appassite, marmellata di fragola e scorze di arancia. In bocca è decisamente equilibrato nonostante i 100g/l di residuo zuccherino in virtù di un’acidità ancora nervosa e di grande piacevolezza; ottima la Persistenza Aromatica Intensa.

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