Le verticali di World Wine Passion: il Vigna Alta di Badia di Morrona
Fascino, storia e ambiente rappresentano la triplice anima della Badia di Morrona (Terricciola, Pisa), un’Azienda che trova il proprio baricentro nella coltivazione della vite e dell’olivo e la conseguente produzione di vino e olio. Queste attività sono perfettamente affiancate da un rigoroso rispetto dell’ambiente delle colline che la ospitano – fortemente ricercato dalla famiglia Gaslini Alberti, titolare dell’Azienda – e che conservano un’elevata biodiversità in virtù del complesso mosaico di boschi, coltivi, vigneti e oliveti che abbracciano le numerose storiche strutture ricettive e di ristorazione.
La Badia di Morrona: una storia lunga mille anni
Le prime notizie riguardanti la Badia di Morrona, una delle quattro Badie fondate dai Conti di Fucecchio, risalgono alla fine del XI secolo quando fu assegnata ai monaci Benedettini per passare, nel 1120, ai Camaldolesi. Nei secoli la Badia fu ampliata e modificata – importante, ad esempio, la costruzione del chiostro voluta nel 1316 dall’Abate Silvestro d’Anghiari – divenendo un monastero e assumendo via via un aspetto più simile all’attuale. Il Monastero restò per secoli sotto la guida dei monaci Camaldolesi fino a quando, nel 1482, il Vescovo di Volterra non se ne appropriò con la forza. In seguito, rimase affidata alle cure della Diocesi di Volterra fino al 1870 quando le proprietà della Chiesa vennero requisite e il monastero fu venduto e, successivamente, trasformato in Azienda Agricola.
La Badia di Morrona oggi e la Famiglia Gaslini Alberti
I due fratelli Italo e Mario Gaslini – figli di Egidio e nipoti di Girolamo, il fondatore dell’Ospedale Gaslini a Genova e dell’omonima Fondazione – acquistarono la proprietà della Badia di Morrona nel 1939 trovandola però divisa in due diverse aziende, ciascuna di circa 100 ettari, delle quali riuscirono a comperarne solamente una. Fu solo negli anni 1982-83 che fu possibile alla famiglia Gaslini acquisire la seconda metà e, in seguito, continuare ad ampliarne la superficie con ulteriori acquisizioni.
All’inizio degli anni ‘90, una profonda svolta, fortemente voluta da Egidio Gaslini e finalizzata a portare l’Azienda alla produzione di vini di alta qualità, diede il via al reimpianto dei vigneti al ritmo di 7 – 12 ettari all’anno utilizzando biotipi di sangiovese selezionati in Azienda e scegliendo, per le altre varietà, cloni idonei alle locali condizioni pedoclimatiche.
Attualmente, la superficie totale della tenuta è di circa 600 ettari dei quali circa 110 sono costituiti da vigneti; i rimanenti sono occupati da oliveti, boschi e seminativi.

L’Azienda è oggi condotta da Filippo Gaslini Alberti e, alla parte strettamente agricola, affianca un’intensa attività di ospitalità potendo offrire 120 posti letto distribuiti in otto strutture, fra ville e appartamenti, oltre a un eccellente ristorante, la “Locanda La Fornace”. Da ultimo, ma non certo per importanza, sono stati realizzati un moderno frantoio e un’altrettanto moderna cantina strutturata sui sei livelli interrati al fine di preservare l’integrità del paesaggio. La nuova generazione, ovvero il figlio di Filippo – Niccolò – e i nipoti Francesca e Lorenzo, figli della sorella Alessandra, hanno già intrapreso il percorso che li porterà in futuro a continuare l’attività di famiglia.
La Badia di Morrona si avvale, per la parte vinicola, del lavoro e dell’esperienza dell’enologo Adolfo Benvenuti coadiuvato dalla consulenza di un altro più che noto professionista, l’enologo Giorgio Marone.
La verticale di Vigna Alta
Il Vigna Alta, la cui prima annata risale al 1994, tra origine – come suggerito dal nome – dalla vigna di sangiovese sita alla quota maggiore, ovvero circa 220m s.l.m. e distante meno di 30km dal mare del quale risente l’influsso. Le sue uve, vinificate in purezza, danno origine a questo vino che negli anni ha visto modificare la propria maturazione in legno in relazione alle modifiche del gusto dei consumatori ma anche alle variazioni intrinseche del vino dovute all’importante riscaldamento climatico di questo primo scorcio di terzo millennio; infatti, da una maturazione esclusivamente in barrique si è passati, a partire dal 2011 con l’inizio della collaborazione con Giorgio Marone, a un ampio uso di botti di rovere francese da 25hl che ha portato all’abbandono dei legni piccoli e a introdurre un breve passaggio in cemento dopo la sosta in botte grande.
Il Vigna Alta, che dalla sua nascita fino al 2015 è stato commercializzato come Toscana rosso Igt, a partire dalla vendemmia 2016 è stato posto in commercio come Terre di Pisa Doc Sangiovese come segnale della profonda fiducia che la proprietà pone in questa ancora giovane Denominazione – è infatti stata approvata nel 2011 – ma che sta esprimendo una qualità in continua crescita e sempre più apprezzata dai consumatori italiani ed esteri.
Le verticale, che avrò il piacere di raccontare nelle prossime righe a partire dall’annata più indietro negli anni così come ci è stata proposta, è stata organizzata per la stampa presso la Badia di Morrona il giorno 16 novembre per festeggiare gli 80 anni di proprietà della Tenuta da parte della famiglia Gaslini Alberti ed è stata condotta dal noto giornalista Gianni Fabrizio; sono state degustate le annate 1997, 1998, 1999, 2000, 2011, 2013, 2015 e 2016.
1997
La primavera calda, che ha anticipato la fioritura delle viti, è stata seguita da un’estate calda e secca che ha portato a una vendemmia anticipata (intorno al 30 settembre), a quantità di uve più contenute e a un elevato tenore zuccherino.
Nel calice, il Vigna Alta 1997 – che è stato precedentemente maturato in sole barrique di rovere francese per 14 mesi – si presenta di un bel granato di buona intensità nel quale, sulla lancia, è possibile scorgere i primi riflessi aranciati. Il naso – ricco, elegante e di grande complessità – apre con note di confettura di frutti rossi e neri oltre che con quelle della prugna disidratata, del cassis e degli agrumi biondi. Una lieve rotazione, ed ecco offrirsi a noi un carosello di sensazioni quali la violetta appassita e il cioccolato dolce affiancate da quelle speziate del cardamomo, della cannella e della liquirizia; il già più che ampio bouquet trova la propria completezza grazie a una lieve sfumatura fumé affiancata dai sentori di tabacco e cuoio.
Il sorso, finissimo e vibrante, sfoggia un ottimo corpo e un’altrettanto piacevole morbidezza sorrette dalla nitida freschezza e da una tessitura tannica dolce e ancora piacevolmente nervosa. L’eccellente equilibrio regala così all’insieme una beva facile ma di assoluto interesse che certo non denota pienamente i 22 anni trascorsi dalla sua nascita; assai lunga la persistenza.
1998
L’inverno, mite e con precipitazioni abbondanti, è seguito da un inizio di primavera leggermente più fresco del normale. L’estate, con temperature nella media, ha visto l’assenza di precipitazioni; un lieve calo delle temperature verso la fine della stagione ha portato a una vendemmia tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre.
Affinato in barrique per 15 mesi, questo 1998 si presenta allo sguardo per mezzo di un bel color granato di corretta intensità nel quale occhieggiano i primi riflessi aranciati.
Il suo bouquet – lievemente meno intenso e ricco del precedente – apre, come di consueto, con sensazioni di confettura di frutta scura piacevolmente frammiste a quelle di violetta appassita, cuoio e tabacco; le note speziate della liquirizia e del tamarindo si alternano a quelle tostate del cioccolato fondente e della polvere di caffè.
Il sorso – polposo, morbido e di ottimo corpo – è retto da tannini fitti, dolci ma ancora adolescenti, oltre che da una nitida freschezza; l’insieme, equilibrato e dalla spiccata personalità, chiude assai lungo e senza mostrare alcun cedimento nei confronti delle 21 vendemmie trascorse.
1999
Un lieve ritardo nell’inizio della stagione vegetativa, dovuto alle basse temperature invernali, è stato poi recuperato dalle viti grazie a una primavera con piogge e temperature nella media; l’allegagione è stata superiore alla norma grazie alle favorevoli condizioni meteorologiche del periodo.
Un’estate calda e senza precipitazioni ha permesso un’invaiatura anticipata di una settimana rispetto alle annate precedenti con notevole omogeneità dei grappoli. La vendemmia è avvenuta nei primi giorni di ottobre.
Questo millesimo è stato maturato esclusivamente in barrique di rovere francese per un periodo di 15 mesi.
Un bel color granato intenso ci introduce a un quadro olfattivo intenso e fine nel quale, alle note di confettura di frutti rossi e neri, cassis e pugna disidratata, si affiancano eleganti e garbati sentori ematici ulteriormente arricchiti da sensazioni di rabarbaro, tamarindo e cuoio.
Al palato, si offre succoso e – nel contempo – vivido e vibrante grazie alla piacevole e fitta tessitura tannica e alla lineare freschezza. L’equilibrio è garantito dall’ottima morbidezza e dalla ricchezza del corpo. Nel complesso, un sorso elegante, facile ma ancora teso e di grande carattere e, pertanto, capace di condurci al sorso successivo; sempre assai lunga la persistenza.
2000
Un inverno più mite del precedente è stato seguito da una primavera nella norma con temperature nella media e giornate soleggiate. L’estate, molto calda, soleggiata e priva di precipitazioni ha causato un certa sofferenza ai vigneti e una vendemmia anticipata che si è svolta tra il 20 e il 25 settembre.
Il Vigna Alta 2000 è stato maturato esclusivamente in barrique di rovere francese per 15 mesi.
Dal calice, nel quale sfoggia un intenso color granato, emerge un naso elegante ma meno complesso dei precedenti nel quale, oltre alle note di confettura di frutti scuri e di violetta appassita, si riconoscono le dolci sensazioni speziate della cannella e della noce moscata e quelle gradevolmente amaricanti del tamarindo e del rabarbaro.
All’assaggio, i tannini – di ottima fattura ma ancora marcatamente giovanili – fungono, insieme alla ben presente freschezza, da contraltare alla ricchezza del corpo e alla spiccata morbidezza. Un sorso assai succoso e ricco ma dall’equilibrio ancora non completamente compiuto; lunga la persistenza.
2011
Il 2011 si è rivelata, nel complesso un’annata calda e asciutta che ha portato a una vendemmia anticipata subito dopo la metà di settembre. In particolare, il germogliamento è stato ottimale e dopo la fioritura e all’invaiatura si sono verificate piogge provvidenziali. Le condizioni del mese di settembre son state ottimali. L’andamento complessivo ha determinato rese molto basse in vigna e uve con elevata concentrazione zuccherina.
Questo millesimo è stato maturato in botte di rovere francese da 25hl e, in piccola parte, in barrique di secondo e terzo passaggio; a seguire, un passaggio di tre mesi in vasche di cemento. Il 2011 ha segnato l’inizio della collaborazione con l’enologo Giorgio Marone.
Il suo luminoso color rubino intenso è il preludio a un bouquet ampio, complesso e molto elegante nel quale il palcoscenico è armoniosamente condiviso fra la ricchezza del frutto rosso maturo e le nitide sensazioni floreali di violetta e rosa appassita oltre che con i sentori speziati della cannella, del cardamomo e del pepe rosa; una sfumatura di cuoio nel completa il più che intrigante quadro olfattivo.
Il sorso – polposo, molto morbido e strutturato – trova il proprio asse di simmetria nella piacevole freschezza e nei tannini dolci e fitti ma, nel contempo, garbatamente vibranti; sempre molto lunga la persistenza.
2013
Iniziata con un inverno assai piovoso, l’annata 2013 ha visto un ritardo di circa 15 giorni nell’invaiatura ma le ottime condizioni dell’estate hanno consentito comunque una buona maturazione delle uve e hanno condotto a una vendemmia svoltasi alla fine del mese di settembre.
Questo millesimo è stato maturato in botti di rovere francese da 25hl per almeno 24 mesi; in seguito ha riposato in cemento per circa altri tre mesi.
Di color rubino di buona intensità, questo 2013 sfoggia un naso più fresco, chiaro e giovanile di tutte le annate precedenti come risulta evidente dalle note di piccoli frutti rossi croccanti quali la marasca e il ribes rosso oltre che nelle sensazioni di violetta fresca; sentori di confetto e spezie dolci ne completano il fine e fragrante bouquet.
2015
Da considerare un’ottima annata, il 2015 ha visto un inverno ricco di precipitazioni seguito da una primavera mite e da un’estate calda ma che ha offerto le necessarie piogge; l’insieme di queste condizioni ha portato a un maturazione agronomica e fenolica quasi perfette.
La maturazione del vino, della durata di 24 mesi, si è svolta interamente in botti di rovere francese da 25hl; prima dell’imbottigliamento, questo Vigna Alta ha sostato per tre mesi in vasche di cemento.
Il suo bel color rubino ci introduce a un quadro olfattivo nel quale il frutto rosso, più maturo rispetto al precedente, si affianca ai sentori floreali della violetta fresca nonché a quelli speziati della cannella, della noce moscata, della liquirizia e del tamarindo; sensazioni dolci di confetto ne completano il piacevole bouquet.
Al palato, si offre succoso, piacevolmente caldo, morbido e di corpo; l’equilibrio è garantito dalla ben presente freschezza e da una tessitura tannica che, pur mostrando la propria gioventù, si rivela dolce e fitta; lunga la persistenza.
2016
Un inverno assai caldo, ma che ha permesso di accumulare abbondanti riserve idriche grazie alla frequenti piogge del mese di febbraio, ha lasciato il posto a una primavera dal clima regolare e a un’estate iniziata con frequenti precipitazioni nei mesi di giugno e luglio. Agosto e settembre hanno regalato ottime condizioni di temperatura che hanno condotto alla vendemmia svoltasi nei primi giorni del mese di ottobre.
Il vino è stato maturato in botti del 25hl per almeno 24 mesi per poi riposare, prima dell’imbottigliamento, per altri tre mesi in vasche di cemento.
Di color rubino, questo 2016 offre un naso fine e piacevole nel quale spiccano le note di frutta rossa matura e violetta oltre a quelle speziate della noce moscata.
Il sorso – succoso, di ottimo corpo e grande morbidezza – è perfettamente sorretto da una tessitura tannica capace di coniugare una gioventù certo non sopita con la dolcezza e l’eleganza; un’evidente sapidità e una nitida freschezza aggiungono ulteriore carattere a una beva già capace di reclamare a gran voce il sorso successivo; assai lunga la persistenza.
Considerazioni conclusive ovvero il Vigna Alta in poche righe
Queste otto annate di Vigna Alta trovano il loro fil rouge nella ricchezza e nella longevità del frutto e nei tannini sempre capaci di fondere eleganza e personalità oltre che in una freschezza che sfida il trascorrere degli anni.
Un vino che rappresenta non solo un’eccellente espressione del sangiovese bensì anche la volontà di interpretare le annate per come si presentano e di adattare il proprio lavoro alle mutate condizioni climatiche e di mercato senza mai perdere di vista terroir e vitigno.
Badia di Morrona
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