Il Poggio, il Gavi e le Donne del Vino
Com’è vero che nel vino c’è la verità
ti dirò tutto, senza segreti.
(William Shakespeare, 1564 – 1623)
Minuta, decisa, entusiasta: Francesca Poggio, attuale titolare dell’Azienda Il Poggio a Rovereto di Gavi (AL), incarna l’espressione più sincera dell’essere vignaioli al femminile, coniugando doti imprenditoriali a profonde competenze nella gestione della vigna e della cantina. Visitare la sua Azienda e trattenersi a discutere con lei è un’esperienza coinvolgente basata su un racconto sincero e su un confronto schietto e diretto che parte dall’unico vero arbitro del suo lavoro: il vino.
Si discute sempre con il bicchiere in mano, aspettando che il vino sia apra, evolva e si manifesti in tutta la sua completezza. Racconta della malolattica che fa svolgere ai suoi Gavi, dell’uso del legno di acacia per il suo Etichetta Oro, della terra rossa delle sue vigne che, in virtù dell’abbondanza di scheletro grossolano, garantisce un ottimo drenaggio ai suoli. Annusiamo, assaggiamo, commentiamo per poi aspettare e ricominciare.
È una piccola Azienda la sua – mi racconta – 3ha di proprietà ai quali se ne aggiungono altri due in affitto sempre in comune di Gavi con una produzione totale di circa 25.000 bottiglie, di cui ben 20.000 di Etichetta nera. La vinificazione delle uve avviene presso un’azienda confinante – la Fontanassa – presso la quale Francesca lavora come amministrativa: è dura la vita di una piccola vignaiola! I vigneti, ora di proprietà de Il Poggio, erano un tempo di un’altra azienda confinante – La Scolca – e venivano coltivati dal suo bisnonno (per approfondimenti su questa Azienda, sulla storia del Cortese e sul Gavi Docg è possibile consultare un mio precedente articolo). Il Poggio nasce nel 1976 grazie all’impegno di Franca Odone, mamma di Francesca che, in seguito, ne consegna il timone alla figlia.
L’impegno di Francesca, però, non si limita a suddividersi fra la propria Azienda – che nel frattempo ha dotato anche di quattro camere come B&B e di una casa vacanze per un’accoglienza complessiva di 15 ospiti – e il lavoro d’ufficio presso la Fontanassa: sarebbe troppo facile! Ecco quindi che, a partire dal 2013, assume l’incarico di Delegata per il Piemonte dell’Associazione Nazionale Le Donne del Vino ed è proprio in questa veste che voglio rivolgerle alcune domande che chiariscano gli scopi e i risultati di questa attivissima Associazione.
Francesca, in qualità di Delegata per il Piemonte dell’Associazione Nazionale Le Donne del Vino, può delineare sinteticamente gli scopi che la vostra Associazione si prefigge?
‘Associazione Nazionale Le Donne del Vino, formatasi nel 1988, conta oggi 650 iscritte che rappresentano tutte le categorie della filiera vitivinicola, dal vigneto alla cantina, dalla tavola alla comunicazione. Ha lo scopo di divulgare la cultura del vino e sviluppare il coinvolgimento del mondo femminile nel settore vinicolo.
In particolare, si propone di valorizzare ed accrescere il valore della donna in un settore di eccellenza quale quello del vino.
Nell’immaginario collettivo il vino sembra essere ancora più legato alla figura maschile che non a quella femminile: quale ritiene – anche in veste di produttrice – siano i punti di forza femminili nel mondo del vino?
Sicuramente la sensibilità femminile ha aiutato ad accrescere e diffondere la conoscenza e la cultura del vino in un mondo tradizionalmente maschile che ha, però, vissuto, al proprio interno, una profonda presa di coscienza nei confronti dell’importanza del ruolo della donna sia nell’ambito tecnico sia in quello della comunicazione.
L’Associazione, con le sue 650 iscritte, accoglie tutte le figure professionali legate alla filiera del vino: in quali di questi settori ritiene che le donne si siano maggiormente affermate e in quali, al contrario, crede possano – e debbano – essere compiuti ulteriori progressi?
Credo che le figure professionali a cui apparteniamo siano tutte pienamente affermate; la lungimiranza del nostro sodalizio fu proprio la capacità di unire una così vasta filiera da rendere la nostra Associazione all’avanguardia.
Molti ambienti lavorativi in Italia sono ancora marcatamente dominati dagli uomini: come ritiene, in tal senso, il progresso svolto dalle donne nel mondo del vino? Come vi sentite accolte, nel 2015, dai colleghi uomini?
Le donne svolgono ormai da molti anni un ruolo fondamentale all’interno delle aziende vitivinicole molte delle quali – comprese numerose realtà di fama nazionale e internazionale distribuite lungo tutto il nostro Paese – sono gestiste al femminile. La situazione, purtroppo, tende ad essere meno rosa – è proprio il caso di dirlo – quando si prendono in considerazioni importanti Enti o Associazioni istituzionali o di categoria dove il nostro ruolo non è ancora sufficientemente riconosciuto e all’interno delle quali le posizioni di comando sono ancora appannaggio dei colleghi uomini.
Confrontandosi con le sue colleghe di altre regioni d’Italia, percepisce differenze “geografiche” nei ruoli svolti dalle donne nel mondo del vino?
In veste sia di associata sia di Delegata piemontese, ho avuto occasione di confrontarmi con colleghe di tutte le regioni italiane rendendomi conto di come – almeno nel nostro settore – le differenze culturali, che talvolta penalizzavano le donne in alcune regioni italiane, siano state ampiamente superate.
Le consumatrici, ovviamente, non possono far parte dell’Associazione ma, nonostante questo, svolgono un ruolo fondamentale nel mercato del vino: come Associazione, come percepite il consumo e la conoscenza del vino da parte delle donne?
Le consumatrici sono importantissime! La cosa ancora più importante è il messaggio che noi riusciamo a dare diffondendo e migliorando la cultura del vino di qualità e tutelando il patrimonio delle tradizione legate al vino, alla gastronomia e al territorio.
Le degustazioni
Il Poggio – Gavi Docg del Comune di Gavi, Etichetta nera – 2014 – L. 044 15
Vino lavorato esclusivamente in acciaio, questo Gavi Docg, dal tipico color paglierino, si propone al naso con un insieme elegante e molto gradevole di profumi che riconducono alla mela gialla croccante, alla pesca bianca e a note verticali di fiori di tiglio e citronella. Nel complesso regala un bouquet intenso e di ottima finezza capace di colpire per fascino ed equilibrio. In bocca, la freschezza e la contenuta – ma percepibile – sapidità regalano bevibilità a questo vino sostenendone il corpo e le morbidezze e dando così vita ad un unicum armonico ed equilibrato; più che soddisfacente la persistenza e di grande piacevolezza il fin di bocca caratterizzato da gradevoli note citrine.
Degustazione del 26 aprile 2015
Il Poggio – Gavi Docg del Comune di Gavi, Etichetta oro – 2011 – L. 073 14
Il sobrio uso del legno di acacia – metà della massa per tre o quattro mesi in tonneaux – impreziosisce il luminoso color paglierino di questo vino con intriganti riflessi dorati. Il naso è un susseguirsi di suggestioni che, partendo dalla mela ancora croccante e dal pompelmo giallo, conducono a note di fiori ginestra ed erbe aromatiche tra le quali è facile riconoscere il timo. Col tempo, nuovi profumi emergono ad arricchirne il bouquet: la pietra focaia, la citronella e l’eucaliptolo raggiungono i nostri sensi unitamente alla lieve vaniglia e a note di burro sciolto, a svelare la fermentazione malolattica svolta in cantina. In bocca è ampio e di corpo, contraddistinto da un eccellente equilibrio grazie ad una freschezza ancora vibrante e alla marcata sapidità; la persistenza è sicuramente degna di nota.
Degustazione del 27 febbraio 2015
Azienda Agricola Il Poggio
Fraz. Rovereto, 171
15066 Gavi (AL) – Italy
www.ilpoggiodigavi.com
info@ilpoggiodigavi.com