Il Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti: minuscolo diario di viaggio tra i vini d’Italia
Viaggiare così è viaggio.
Ma lo faccio e non ho di mio
più del sogno del passaggio.
Il resto è solo terra e cielo
Tratto da: Viaggiare! Perdere paesi! di Fernando Pessoa
I racconti – quelli veri, quelli che narrano di storie importanti e di persone capaci di lasciare un segno – non invecchiano, non perdono importanza col passare del tempo. La cronaca spicciola, il gossip, la notizie mordi e fuggi, invece, hanno bisogno di immediatezza perché altre sono già pronte a prenderne il posto.
La VI Edizione del Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti (26 e 27 novembre 2016) si è conclusa ormai da quasi due mesi e il suo “riverbero” continua a essere presente non solo nella mia mente ma, cosa ben più importante, nelle conversazioni con altri enoappassionati, con i produttori – e non solo quelli associati alla Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti – e con i colleghi. Il Mercato è divenuto un punto fisso nel panorama delle manifestazioni italiane – e non solo – dedicate al vino e non tanto per i numeri che ne esprimono il successo (9.000 ingressi e 421 vignaioli presenti con i loro prodotti) né per la formula, che permette ai visitatori di acquistare direttamente le bottiglie, e neppure per la pur notevole qualità dei prodotti presentati bensì, a mio avviso, soprattutto per lo spirito che anima i Vignaioli, per la possibilità di scambiare sempre, nonostante la forte presenza di visitatori, quattro chiacchiere con i produttori, potendo così confrontarsi direttamente con il loro approccio alla vigna e al vino, oltre che con le loro bottiglie, nonché per lo spirito stesso della Federazione, che va giustamente fiera del proprio forte legame con la terra e con la vigna, ovvero dell’essere vignaioli. In tal senso, è emblematica la frase che Luigi Gregoletto – premiato come Vignaiolo dell’anno – stampa sulle proprie retroetichette: “Sopra la stessa zolla. Sotto la stessa goccia. Nello stesso letame“. Un vero inno a chi ama la terra e ne rispetta il senso e le regole ricevendone in cambio i frutti capaci di dare un senso al proprio lavoro e, probabilmente, a un’intera vita.
I vignaioli, le loro storie, i loro vini: un piccolo viaggio tra grandi persone
Talvolta scrivere ti porta a sentirti inadeguato, ti pone di fronte ai tuoi limiti come persona e come appassionato di vino: questa è una di quelle volte. Come scegliere chi raccontare, come decidere quali fra i tanti vini assaggiati sia, secondo me, più meritevole. La qualità dei prodotti è certamente la strada maestra ma, in questo caso, aiuta poco dato l’alta qualità delle bottiglie in degustazione; poco aiuto viene anche dalle storie delle Aziende che, a vario titolo, mostrano, in grandissima parte, spunti di interesse. A questo punto, ritengo che la decisione debba essere presa d’istinto, ovvero che sia giusto raccontare quei vignaioli che – a pelle – hanno saputo colpirmi, che hanno saputo comunicare – con una parola, uno sguardo, un sorriso – quel qualcosa in più. Raccontare, insomma, quelle Aziende in cui l’Uomo – oltre che il vino – mi sia sembrato il vero protagonista.
Un’ultima precisazione: per ogni Azienda ho deciso di recensire un vino solo – scegliendo quello che, a mio avviso e per ragioni di volta in volta differenti, meglio rappresenti Azienda e/o territorio – raccontando per sommi capi la Cantina, la sua storia e la sua attività in una breve introduzione.
Barbaglia
Questa Azienda Vitivinicola, fondata a Cavallirio (NO) nel 1946 da Mario Barbaglia, è da sempre impegnata nella valorizzazione dei vitigni tradizionali, quali Nebbiolo, Vespolina, Uva rara, Croatina ed Erbaluce; attualmente può contare su circa 3ha di vigneti dai quali ottiene le uve per produrre annualmente circa 25.000 bottiglie. Sergio, oggi al timone dell’Azienda, da alcuni anni ha fortemente creduto nella possibilità di utilizzare alcuni di questi vitigni – Erbaluce e Uva rara – per la produzione di Spumanti Metodo Classico in bianco e rosé, anche a dosaggio zero. Mi fa piacere segnalare che l’Azienda produce, tra le numerose referenze, anche un Boca Doc, storica Denominazione del territorio, caratterizzata da vini eleganti e di grande longevità.
Curticella – Spumante Metodo Classico Brut – 2010
Ottenuto da uve Erbaluce, questo Metodo Classico – sboccato dopo una permanenza di 60 mesi sui lieviti – si presenta di un brillante paglierino arricchito da un perlage fine ed elegante. Al naso, si offre con gradevoli sensazioni di frutta bianca, nocciola tostata ed erbe provenzali; in bocca, è lineare, netto e ampio; la pienezza del corpo è ben sorretta da una nitida freschezza e da un’effervescenza cremosa e avvolgente.
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Castello di Ripa d’Orcia
A pochi chilometri da San Quirico d’Orcia, in provincia di Siena, sorge – in un paesaggio di rara bellezza nel quale coesistono attività agricole e ambienti naturali, esempio concreto di sviluppo sostenibile – il Castello di Ripa d’Orcia dove la famiglia Aluffi Pentini Rossi coltiva da generazioni la vite e l’ulivo. Il Sangiovese, il Merlot e il Syrah sono i vitigni di maggior importanza aziendale. Un ruolo centrale, almeno in termini di qualità e tradizione, è svolto dal Vin Santo che, ottenuto da uve Trebbiano toscano e Vermentino, rappresenta un pezzo di storia “liquida” di queste terre.
TerrediSotto – Orcia Doc Riserva – 2012
Il Sangiovese, vitigno simbolo della grande Toscana vitivinicola, dà vita a questo Orcia Doc che ci conduce all’assaggio sfoggiando un caldo e luminoso color rubino. Il frutto rosso maturo e succoso è la vera anima del suo bouquet che viene però reso assai più intrigante da piacevoli sensazioni agrumate e speziate. Il legno, sapientemente utilizzato, ne armonizza l’insieme senza, però, connotarlo in modo marcato. In bocca, si presenta succoso, ampio, di corpo ed equilibrato.
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Davide Vignato
Fondata a Gambellara (VI) circa 100 anni fa grazie alla passione e all’impegno di nonno Rinaldo, l’Azienda Vignato giunge a Davide tramite il lavoro di papà Gian Domenico che iniziò a vinificare le uve di famiglia. Oggi Davide produce vini naturali secondo i criteri dell’agricoltura biodinamica. I terreni vulcanici, tipici di Gambellara, e la grandezza dell’uva regina di queste terre – la Garganega – sono, ovviamente, gli altri imprescindibili protagonisti di quest’Azienda.
El Gian – Gambellara Doc Classico – 2015
Le uve Garganega, ottenute da vigneti di circa 25 anni coltivati su suoli vulcanici, sono all’origine di questo Gambellara Classico che si offre allo sguardo di un cristallino color paglierino; il naso, tipico e fine, esprime sentori di frutti e fiori bianchi pervasi da note minerali che ci conducono direttamente alla roccia da cui prende vita. Al gusto, si presenta netto e lineare in virtù di una freschezza tagliente che ne sorregge il corpo donandogli, unitamente alla piacevole chiusa amaricante, una beva facile ma certo mai banale.
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De Bacco
Due giovani – Marco e Valentina De Bacco, fratello e sorella – e un sogno: recuperare e rilanciare l’antica tradizione del Feltrino (BL) della vitivinicoltura di qualità, preservandone le antiche varietà – quali Bianchetta trevigiana, Pavana e Trevisana nera – e sperimentando varietà ad ampia diffusione quali, ad esempio, Incrocio Manzoni 6.0.13, Pinot nero, Chardonnay o Merlot.
Costanza, impegno e più di un pizzico di sana follia hanno premiato l’Azienda che oggi sta raccogliendo i frutti di un lavoro duro, affermandosi come nuova e interessante realtà del panorama enoico del Veneto e non solo.
Saca – Vino Spumante Extra Dry
Spumante Metodo Martinotti da uve Bianchetta trevigiana con rifermentazione in autoclave di circa 80 giorni, il Saca spicca per la finezza del perlage nonché per la gradevolezza delle sue note di mela, pesca bianca e frutta tropicale acerba piacevolmente intrecciate ai sentori dei fiori bianchi. In bocca, si offre molto equilibrato, di buon corpo, nitida freschezza e di più che soddisfacente persistenza. Uno spumante gradevole, tecnicamente ineccepibile, ma non per questo privo di anima o personalità.
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Fratelli Aimasso
Siamo in Langa, e più precisamente a Diano d’Alba (CN), dove Luca Aimasso continua l’attività di famiglia, fondata negli anni ’30 dai bisnonni Lorenzo e Argentina, coltivando e vinificando principalmente Dolcetto, Barbera e Nebbiolo. La Produzione, che attualmente si attesta intorno alle 50.000 bottiglie, trova nel Diano d’Alba Docg e nel Barbera d’Alba Doc il cuore della propria attività ma altri prodotti, quali ad esempio il Nebbiolo d’Alba e il Langhe Doc Arneis, sono capaci di ben rappresentare i rispettivi vitigni, le Langhe e, cosa fondamentale, l’impegno e la passione che Luca profonde nel proprio lavoro.
Nebbiolo d’Alba Doc – 2014
Un Nebbiolo dal color rubino piuttosto intenso che al naso racconta di ciliegie mature, di lampone e di prugne disidratate attorno alle quali si avvolgono le note dolci e tostate del cioccolato nonché, a donare una speziata verticalità, i sentori del pepe nero. In bocca, si mostra di corpo, fresco e con una struttura tannica ancora contrassegnata da giovanile irruenza; un vino interessante per carattere e complessità che vedrà nei prossimi smussarsi alcuni spigoli giungendo così alla sua forma migliore.
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Ilaria Salvetti
L’Azienda Agricola Ilaria Salvetti, a Caluso (TO) nasce ufficialmente nel 2012 come realizzazione di un lungo percorso – iniziato dal nonno di Ilaria, detto Talin, e continuato dal papà Carlo – che ha visto nel tempo crescere e modernizzarsi sia i vigneti sia la cantina. Ad oggi, l’Azienda può contare su circa 1,5ha di vigneti oltre che su un’uguale superficie già impiantata e in attesa di entrare in produzione; tutte le vigne sono condotte secondo le regole viticoltura biologica. L’Erbaluce rappresenta l’unica varietà aziendale con la quale, da sempre, viene prodotto, come da tradizione locale, un Erbaluce di Caluso passito Docg al quale, recentemente, si è affiancato l’Erbaluce di Caluso Spumante Docg Metodo Classico.
Erbaluce di Caluso Docg Spumante Metodo Classico Brut- 2014
L’Azienda Ilaria Salvetti propone la prima annata, affinata per 18 mesi sui lieviti, del proprio Metodo Classico Brut che si fa notare per eleganza e piacevolezza. Nel calice, si offre di un brillante paglierino all’interno del quale si osserva una finissima effervescenza. Al naso, i frutti bianchi croccanti e i leggeri sentori di crosta di pane sono resi più raffinati dalla felice unione con le note floreali del biancospino nonché dalle fini sensazioni di anice stellato che si rendono immediatamente percepibili pur mantenendosi garbate e armoniche. L’ingresso in bocca è nitido ma non aggressivo, in virtù di un’acidità marcata ma composta e della minuta dimensione delle bollicine che, al palato, si offrono cremose e avvolgenti; più che soddisfacenti corpo e persistenza. Un prodotto di sicuro interesse che sarà bello seguire negli anni a venire.
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Il Mosnel
Il Mosnel – azienda nata nel 1968 raccogliendo l’eredità della precedente azienda famigliare Barzanò Barboglio – rappresenta una delle realtà più note e affermate della Franciacorta spumantistica. Attualmente, l’Azienda, certificata biologica, si estende per circa 38ha su terreni di proprietà fortemente vocati per viticoltura. I vigneti – costituiti Chardonnay, Pinot nero e Pinot bianco oltre che da Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Merlot – sono condotti a guyot o cordone speronato con elevate densità di impianto.
Franciacorta Docg Saten – 2011
Ottenuto da uve Chardonnay in purezza, questo Blanc de Blanc inizia ad affascinare fin dal primo istante, non appena lo sguardo accarezza il suo brillante color dorato percorso da infinite minuscole bollicine. Il suo bouquet – ampio, profondo ed elegante – fonde la fragranza della frutta bianca e gialla croccante con le note di frutta assai più matura che riecheggiano di Francia e di grandi Champagne; la frutta secca tostata, il gelsomino e una soffusa mineralità completano un panorama olfattivo davvero ricco e armonico. In bocca, colpisce per la cremosità dell’effervescenza che, insieme alla marcata acidità, sorreggono un corpo importante donandogli equilibrio e grande piacevolezza di beva.
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Pierluigi Zampaglione
Siamo a Calitri, in Alta Irpinia (AV), dove l’Azienda Agricola Pierluigi Zampaglione dal 1990 ha abbracciato l’agricoltura biologica come forma di amore e rispetto per la propria magnifica terra. L’Irpinia è terra di grandi vini e grandi vitigni e tra questi – fra le bacche bianche – un ruolo di primo piano è occupato dal Fiano. Ecco, allora, che l’Azienda decide, nel 2006, di produrre il Don Chisciotte, un vino naturale a base Fiano ottenuto da uve prodotte a circa 800m di quota vinificate in rosso che, negli anni, si è affermato come punto di riferimento per gli appassionati dei vini bianchi a macerazione nonché, ovviamente, del Fiano. In occasione del Mercato, Pierluigi ha posto in degustazione tre annate, ovvero 2015, 2014 e 2009.
Don Chisciotte Fiano Campania Igt – 2009
Un vino certo non facile da dimenticare grazie al suo carattere – apparentemente scontroso ma in realtà capace di offrire emozioni uniche – nonché in virtù dell’eleganza e della complessità del suo bouquet. Il naso, infatti, apre con sensazioni di frutta gialla matura nelle quali si intersecano – dando vita a una rete fitta e intricata di profumi – le note di idrocarburo, un’elegante sensazione balsamica, che gli dona verticalità, e una spiccata mineralità che porta in sé la memoria delle pietre e della roccia. L’assaggio è ampio, profondo ed equilibrato, grazie alla pienezza del corpo nonché a una struttura tannica nervosa, fitta e avvolgente e all’ancora nitida freschezza; molto lunga la persistenza.
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Podere ai Valloni
Il cuore di questa Azienda, nata nel 1980 per merito della famiglia Sertorio, è rappresentato dalla Vigna Cristiana nella quale Nebbiolo (70%), Vespolina (20%) e Uva Rara (10%) trovano condizioni uniche di vita grazie alle rocce vulcaniche acide – rioliti – all’interno delle quali affondano le radici. Siamo nel nord del Piemonte, in comune di Boca (NO), alle pendici del Monte Fenera dove da ormai quasi 40 anni l’Azienda produce il Boca Doc Vigna Cristiana, con il quale ha acquisito la propria meritata notorietà, oltre ad altre etichette di Colline Novaresi Doc. In occasione del Mercato, Podere Ai Valloni ha proposto quattro annate Vigna Cristiana; 2010, 2009, 2007 e 2005.
Boca Doc Vigna Cristiana – 2007
Figlio di un’annata molta calda, questo Boca Doc si presenta all’assaggio con un color granato chiaro con evidenti sfumature aranciate che certo difficilmente lasciano presagire la gioventù che lo caratterizza sia al naso sia, ancora di più, all’assaggio. Il suo bouquet – tipico, fine e complesso – regala piacevoli sensazioni di marmellata di frutto rosso nonché delicati sentori di scorza arancia amara e liquirizia; a questo già ricco panorama olfattivo si aggiungono, dopo una lieve rotazione, le note del potpourri di fiori rossi e del cuoio; una severa vena di mineralità percorre l’insieme completando un insieme di rara eleganza.
Al gusto, non si può non rimanere colpiti dalla gioventù dei tannini che, fini e setosi, si mantengono nervosi e vibranti. L’ottimo corpo, la ben presente acidità e la lunga persistenza completano un unicum di ottimo equilibrio e piacevolezza di beva.
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Post Scriptum
Le Aziende citate sono state riportate in rigoroso ordine alfabetico.