Fiera dei Vini di Piacenza: buona la prima!
- Fabio Volpentesta
- Mer 24 Gen 2024
- 16 minute read
Piacenza Expo ha ospitato la prima edizione della nuova Fiera dei Vini tra il 18 e 20 novembre 2023; una manifestazione “mostra-mercato”, patrocinata anche da Fisar, che ha contato 8mila visitatori e ben 250 cantine provenienti da tutta Italia, oltre a diversi olivicoltori e stand dedicati al food. Tra le realtà vitivinicole, sono stati presenti nomi ben conosciuti e protagonisti sul mercato da svariati anni, da Gianfranco Fino – con il suo primitivo di Manduria – a Claudio Cipressi e i vini a base di tintilia del Molise e, ancora, i veneti Maculan e Zymè o l’azienda familiare Mauro Sebaste nel cuneese. Davvero interessanti molte cantine meno blasonate, in alcuni casi di piccole dimensioni, quasi di nicchia o semplicemente nate da pochissimi anni; quello che segue è un modesto riassunto delle degustazioni, dedicate principalmente a loro.
Sassocreta – Abruzzo
A Montesilvano, in provincia di Pescara, troviamo la Cantina Sassocreta, in un contesto affascinante, “terra di montagna e di mare, di vigna e di vino”, come sottolineato nella presentazione del territorio abruzzese. Questa azienda, a conduzione familiare, si occupa della produzione non solo di vino, ma anche di altri prodotti agricoli di qualità, dall’olio extra vergine al tartufo, alle nocciole e alle noci.
Brecciaia – Terre di Chieti IGP Cococciola – 2022
Il vitigno cococciola è sicuramente figlio della terra abruzzese, sebbene ci siano scarsi riferimenti sulla sua origine; di certo questa varietà, poco conosciuta ma estremamente produttiva, è diffusa in questa regione, specificatamente nella provincia di Chieti.
In degustazione il vino si presenta con una tonalità giallo paglierino dalle sfumature verdoline; al naso spiccano intensi profumi floreali e fruttati (melone, albicocca, pesca bianca). Il sorso è accattivante, dotato di una bella traccia agrumata e di un ottimo equilibrio.
Sassaia – Trebbiano d’Abruzzo DOP – 2022
Vino dal colore giallo paglierino con immediati sentori di mela e, più in profondità, di fiori di campo e mandorla; al gusto è secco, delicato, moderatamente alcolico (12,5% vol.) nonché piacevolmente fresco e sapido.
Cretaia – Terre di Chieti Pecorino IGP – 2022
Alla vista appare di un giallo paglierino con riflessi dorati; molto piacevole all’olfatto con marcate note di fiori d’acacia, di banana, di pompelmo e di vegetale secco. In bocca, è spiccatamente asciutto con una vena acida croccante, sostenuta da un buon corpo e da un’importante sapidità.
Rosaia – Cerasuolo d’Abruzzo DOP – 2022
Le uve di montepulciano rimangono a contatto con le bucce per 24 ore, cui segue la fermentazione a temperatura controllata; il colore finale del vino ricorda una delicata nota di rosa antico. Il fruttato della pesca, della mora e del ribes rosso è intervallato dal floreale di viola e rosa per chiudersi con un erbaceo fresco; beva succosa e fragrante con una chiusa delicatamente balsamica.
Società Agricola Cociancig – Friuli Venezia Giulia
Ho il piacere di conoscere e chiacchierare con la simpatica Giulia, terza generazione di questa bella realtà, dove tradizione e passione familiare si fondono nella splendida cornice del Collio friulano, in località Pradis. Un capoluogo unico, Gorizia (chiamata “la Nizza dell’Adriatico”) e un territorio che con i suoi vigneti, in un particolare microclima mite e temperato, è espressione di un mosaico di fattori: è la terra dei grandi vini bianchi.
Friuli DOC Pinot bianco – 2022
Nel bicchiere il colore è un giallo paglierino poco intenso, mentre al naso ritroviamo sentori fruttati di banana, pera, albicocca, melone e arancia; in bocca il vino è pulito, molto elegante, di moderata acidità e una sapidità appena percettibile.
Friuli DOC Sauvignon – 2022
La tonalità di questo vino è un giallo paglierino limpido con qualche riflesso verdolino; sorprende all’olfatto per i suoi intensi profumi caratteristici della varietà, come la rosa, il pompelmo, la frutta esotica e la salvia. All’esame gustativo la freschezza si rivela in un piacevole aroma di arancia dolce che allunga il sorso in una buona persistenza.
Collio DOC Friulano – 2022
Alla base di questo friulano ci sono vigneti di circa 60 anni e anche in questo caso ritroviamo le stesse tonalità del vino precedente con evidenti sentori fruttati, dalla mela verde alla pesca a polpa gialla e ananas, che lentamente lasciano il posto a note di mandorla. In bocca, il vino è vellutato, caldo per via del titolo alcolometrico importante (14% vol.), ma ben bilanciato dalla freschezza e della sapidità in un sottofondo erbaceo e delicatamente amaricante.
Società Agricola Colmello di Grotta – Friuli Venezia Giulia
L’Azienda si trova a Farra d’Isonzo, sempre in provincia di Gorizia e si estende su una superficie di circa 21 ettari, dei quali 15 vitati, ripartiti tra le due zone delle DOC Isonzo e Collio. A tal proposito, prima della degustazione, il responsabile commerciale della cantina mi mostra le due differenti tipologie di terreni; da una parte il suolo isontino caratterizzato da calcare e ghiaia, dall’altra la tipica ponca, un impasto marnoso formato dalla stratificazione di sabbie calcificate, ricco di minerali e fossili.
Blanc de blanc – Isonzo del Friuli DOP Spumante – 2016
Lo chardonnay musqué utilizzato per questo metodo classico è un particolare clone di vite proveniente da Chablis; un pas dosé millesimato, 24 mesi sui lieviti con sboccatura 2019.
Il colore paglierino brillante è impreziosito da un perlage fine e persistente; i profumi ricordano la frutta secca e un agrume leggermente amarognolo con un sottofondo balsamico (quasi muschiato tipico della varietà). Bocca pulita con una fresca cremosità e un finale lungo.
Collio DOP Pinot grigio – 2020
Anche per questo vino l’Azienda ha utilizzato un clone francese (in questo caso alsaziano), che regala al vino una limpida e delicata tonalità ramata; questo pinot grigio rimane in anfora di terracotta da 500 litri per circa due settimane. Le note olfattive rievocano una frutta polposa, una caramella mou e delle spezie dolci; all’esame gustativo appare morbido, con una moderata acidità e sapidità che aumentano la piacevolezza della beva.
Collio DOP Ribolla – 2022
Questo vino da ribolla gialla in purezza, affinata in anfora, si veste di un paglierino scarico e rivela al naso sentori floreali e fruttati (mela golden, pera, agrumi, erbe aromatiche); al palato, è fresco e sapido con un finale di miele piacevolmente ammandorlato.
Azienda Agricola La Masera – Piemonte
Settimo Rottaro (TO), a pochissimi chilometri dal piccolo lago di Viverone, rientra nella zona di produzione dell’erbaluce di Caluso, alla base della DOCG omonima; qui ha la seda la cantina La Masera, dal termine dialettale con il significato di “muro a secco”. Protagonista di queste terre moreniche è naturalmente l’autoctono e tenace erbaluce (o albaluce, come veniva chiamato dalle generazioni antiche), che nella denominazione si coniuga nelle tipologie secco, spumante e passito.
Masilè – Erbaluce di Caluso Spumante Pas dosé DOCG – 2019
Il vino rimane 36 mesi sui lieviti e nel bicchiere il colore è di un paglierino dai riflessi verdolini molto scarico; i profumi e gli aromi sono tipici della varietà, dalle note di mela verde e fiori di campo, alle erbe aromatiche e fieno, con un sorso decisamente citrino e persistente.
Masilè – Erbaluce di Caluso Spumante Brut DOCG – 2018
Questo secondo metodo classico si caratterizzata per una tonalità simile al precedente, mentre sono 40 i mesi di maturazione sui lieviti e otto i grammi di zucchero residuo. Al naso, oltre alla caratteristica nota di crosta di pane, spiccano maggiormente il limone, il pompelmo e la frutta a pasta bianca che si ritrovano anche in bocca, amplificate da una grande freschezza e sapidità.
Anima – Erbaluce di Caluso DOCG – 2022
Alla vista è luminoso e, al naso, regala profumi davvero gradevoli e marcati di mela, di pesca bianca, di albicocca e di fiori selvatici; il gusto è ricco, armonico e vivace, contrassegnato da un leggero sottofondo ammandorlato.
Mauro Sebaste – Piemonte
L’Azienda (associata FIVI) ha una storia molto appassionata e importante, focalizzata alla produzione di vini di alta qualità, aiutata anche da un territorio particolarmente vocato e unico; infatti, i 30 ettari di vigneti sono dislocati tra le Langhe, il Roero e il Monferrato. Numerose sono le etichette e le tipologie di vini prodotti (oltre a una gamma di grappe), dalle classiche DOCG, come Barolo, Nizza, Diano d’Alba, Roero Arneis, Barbera d’Asti, Moscato d’Asti, Alta Langa a diverse DOC.
Avremo – Alta Langhe Pas dosé DOCG – 2019
Seconda annata prodotta per questo spumante, a base di pinot nero all’80% e chardonnay al 20% (che passa 4 mesi in botte di legno) e una sosta sui lieviti per tre anni. Nel bicchiere, si presenta di un giallo dorato brillante, attraversato da un perlage fine e persistente; al naso, si avvertono delicati aromi di pasticceria ma anche di frutta candita, tostatura e agrumi dolci. Sorso fresco e deciso, con una spiccata sapidità che allunga il vino in un finale pulito e lungo.
Società Agricola Bulichella – Toscana
Promuovere il territorio è uno degli obiettivi di questa Azienda, dal 1983 anche agriturismo, da sempre attenta al rispetto dell’ambiente e della natura che la circonda: siamo a Suvereto (LI) nella splendida Val di Cornia.
Tuscanio – Costa Toscana Vermentino IGT – 2022
Le uve provengono da vecchi vigneti, tra i primi con certificazione biologica; prima della loro vinificazione, subiscono una criomacerazione in pressa con ghiaccio secco per circa tre ore. Alla vista si presenta di un giallo paglierino scarico e al naso è molto elegante, con sentori di frutta a polpa gialla e fiori bianchi; in bocca risaltano la grande sapidità e le note iodate che allungano il vino in un finale erbaceo e agrumato.
Sol sera – Costa Toscana IGT Rosato – 2022
Questo rosato è ottenuto da syrah in purezza, con la tecnica della macerazione “a lacrima” (breve contatto con le bucce in pressa aperta); dopo vinificazione in acciaio, una parte del vino affina in anfore da sette ettolitri e una parte in barrique. Il colore finale del vino è un rosa cipria molto luminoso e l’intensità olfattiva è carica di note floreali, di fragoline di bosco, di melagrana; il sapore è succoso, di buon equilibrio tra le morbidezze e le componenti di freschezza e sapidità.
I Garagisti di Sorgono – Sardegna
Sinceramente la cosa che maggiormente mi attrae di questa cantina, nata solo otto anni fa nella provincia di Nuoro, è il curioso nome. Tutto nasce dalla volontà di tre amici viticoltori di promuovere i loro vini e dare un segno tangibile al lavoro artigianale; il nome si ispira ai Vin de Garage, termine coniato dalla critica francese per designare i vini “di nicchia” nell’area bordolese, fuori dagli standard produttivi dei grandi marchi (un numero limitato di bottiglie da essere stoccate in uno spazio ristretto, come un garage appunto). Ho il piacere di parlare con i tre soci, Pietro, Renzo e Simone, i cui visi sono disegnati sulle etichette dei loro vini accanto ai rispettivi cognomi.
Parisi – Isola dei Nuraghi IGT Bovale – 2021
Il nome di fantasia usato per questa etichetta significa “insieme”, dal dialetto sardo, abbracciando appunto la filosofia aziendale. Alla vista, il colore è rosso rubino quasi impenetrabile, mentre il naso si riempie di intensi sentori di piccoli frutti rossi, di confettura di prugna e di marasca, avvolti da aromi terziari come cacao, cuoio, caffè tostato, dovuti all’affinamento il legno per un anno; l’entrata in bocca è importante, voluminosa, con una percezione alcolica netta e una trama tannica fine ed elegante che donano al vino una bella persistenza.
Murru – Monica di Sardegna DOC – 2021
L’uva monica, una delle più antiche della Sardegna, colora il vino di un rosso melagrana abbastanza scarico e si accompagna a sentori di fiori scuri, amarene, erbe della macchia mediterranea e spezie (dalla noce moscata al pepe nero); in bocca è corposo, tannico, non eccessivamente caldo e con un retrogusto ammandorlato.
Manca – Cannonau di Sardegna DOC – 2020
Questo vino è prodotto da uve cannonau provenienti da tre vigneti differenti, con suoli ricchi di granito rosa e bianco, nel cuore della regione. Il colore rosso rubino non è eccessivamente intenso; all’olfatto dominano eleganti note di rosa e viola, unite ai frutti di bosco in confettura e spezie. Il lungo riposo in botti di legno dona un sorso corposo e una piacevole morbidezza, con un’importante alcolicità (15% vol.) mai fastidiosa che si allunga in un finale balsamico.
Uras – Mandrolisai DOC – 2020
La base ampelografica per questa denominazione è bovale (maristeddu) al 40%, cannonau 35% e monica al 25%; il vino, prodotto da vigne quasi centenarie, affina per un anno in barrique di rovere. Si presenta nel bicchiere con una tonalità rubino dai riflessi porpora e un’armonia di profumi floreali, fruttati e di erbe aromatiche; al gusto è di corpo, caldo, dalla delicata freschezza e vellutata tannicità, decisamente di buona beva (descritto dagli stessi produttori come un vino “quotidiano”).
Azienda Agricola Vinicola Claudio Cipressi – Molise
Rimango più del solito presso lo stand del signor Cipressi, perché il racconto sulla storia della cantina e, soprattutto, sull’origine del vitigno tintilia è davvero avvincente e pregno di entusiasmo. Il signor Claudio (vignaiolo indipendente con certificazione bio) produce, in località San Felice del Molise (CB), non solo vini, ma anche grappe, olio extravergine di oliva e liquori. Sicuramente si deve a lui la riscoperta di una varietà autoctona, la tintilia, che in passato è stata a rischio di estinzione “a causa del suo essere difficile perché montana, dal grappolo spargolo e scarsamente produttivo”; è un’uva rustica, ricca in polifenoli (tannini e antociani), di media vigoria, scarsa produttività, resistente al freddo e all’attacco di muffe, con una raccolta tardiva.
Si è sempre pensato che sia stata introdotta nella seconda metà del Settecento, durante la dominazione borbonica, suggerendo un legame con l’etimo Tinto, che in lingua iberica significa “rosso”; Cipressi però, puntualizza con slancio come questo sia un errore storico, sottolineando l’origine incerta. Inoltre, osservando la tintilia nel bicchiere la sua tonalità non è poi così carica di colore; si può ipotizzare, pertanto, che il suo termine dialettale sia riconducibile al significato “molto vivace”.
Collequinto – Tintilia del Molise DOC Rosato – 2022
Questo limpido rosato color cerasuolo trasmette subito al naso piacevoli sensazioni che vanno dalla fragranza delle fragoline di bosco e melagrana alla dolcezza di una croccante mela rossa; perfettamente equilibrato al palato e dal sapore piacevolmente acido e sapido.
Macchiarossa – Tintilia del Molise DOC – 2017
Nel bicchiere si presenta di un rosso rubino dai bordi granati; l’intensità olfattiva è verticale con cenni di frutti di bosco e di spezie dolci. Gusto deciso, con buona sensazione pseudocalorica, ma ben bilanciata e un tannino ben evidente.
Settevigne – Tintilia del Molise DOC – 2016
La delicata tonalità rosso rubino si veste di sfumature granato, mentre il naso rivela note di frutta rossa matura, liquirizia, spezie, erbe aromatiche e macchia mediterranea; in bocca, il vino è caldo, armonioso, giustamente tannico con un finale balsamico.
66 – Tintilia del Molise DOC – 2015
Il numero indicato in etichetta rappresenta la particolare parcella di questa tintilia, caratterizzata da un’alta componente argillosa. Anche in questo caso il colore del vino è un rubino con riflessi granato; i 36 mesi di sosta in barrique donano sentori di spezie dolci e spezie scure (cannella, pepe nero, bacche di ginepro), accanto ai profumi di frutta in confettura, di sottobosco, di foglie di tabacco essiccato. Il lungo affinamento in legno accresce la rotondità e l’equilibrio gustativo del vino, composto da una buona alcolicità (14,5% vol.) e una tannicità vibrante.
Società Agricola Alessandra – Campania
Questa realtà vitivinicola è molto giovane, nata meno di venti anni fa, in terra cilentana, esattamente ad Acciaroli in provincia di Salerno; con una scelta davvero coraggiosa, Alessandra Di Pace fonda la sua azienda agricola in appena un ettaro e mezzo di terreni, con certificazione biologica ed ecosostenibile, dove viene allevato unicamente il vitigno primitivo. Il suolo è particolarmente ricco di piante spontanee, dal carrubo al corbezzolo, alla mentuccia e mirto; le attività in vigna, come il sovescio o la concimazione con prodotti naturali (come la polvere di zeolite) ed erbe aromatiche, contribuiscono a rendere il primitivo unico e dalle caratteristiche molto differenti da quello pugliese.
Cala Mona – Paestum IGP Primitivo Rosé – 2022
Questo rosato prende il nome dal territorio di Calamona, nel Parco Nazionale del Cilento, caratterizzato da una grande ricchezza di ferro, di magnesio e di rocce scistose. Le uve di primitivo macerano sulle bucce per circa sei ore e, dopo sgrondatura, fermentano con lieviti indigeni in serbatoi di acciaio.
Il vino si veste di un bel rosa ramato scarico, con sentori al naso di piccoli frutti rossi, di melagrana, di fiori scuri e di erbe aromatiche tipiche della macchia mediterranea; in bocca, ritroviamo aromi di pompelmo rosa oltre a una grande freschezza e mineralità, che allungano il sorso in una gradevole persistenza.
Catacatascia Bella di Notte – Paestum IGP Primitivo – 2016
Sembra uno scioglilingua, ma la parola catacascia indica in dialetto la lucciola che in estate illumina con la sua luce intermittente i vigneti. Il primitivo affina due anni in barrique di rovere francese di secondo passaggio; l’annata è stata più fredda del solito e questo ha determinato un titolo alcolometrico volumico di 12,5%. Nel bicchiere, il colore è rosso rubino con sfumature granato di buona intensità e le note olfattive ricordano i frutti di bosco, il vegetale fresco (ortica, rabarbaro), le spezie; al sorso, il vino è di buon corpo con aromi balsamici e una tannicità non invadente.
Catacatascia Firefly – Paestum IGP Primitivo – 2017
Annata decisamente differente con 14,5% di alcol in volume; anche in questo caso l’affinamento avviene in barrique (di secondo e terzo passaggio) per almeno un anno. Alla vista, il colore è un rubino con riflessi violacei e i profumi spaziano dal floreale scuro alla frutta rossa (mora, lampone, prugna), impreziositi da aromi terziari, come foglie di tabacco essiccato, cuoio, cacao amaro, liquirizia. Sorso piacevole, avvolgente, giustamente tannico e di buona persistenza; per distinguere questo primitivo dal precedente viene imbottigliato in una bordolese, anziché nella tipica borgognona.
Catacatascia Firefly – Paestum IGP Primitivo – 2020
Per questo vino l’Azienda ha puntato sull’utilizzo di anfore di terracotta da 750 litri, dove il primitivo, al termine della fermentazione malolattica, viene mantenuto sulle fecce fini per nove mesi (ulteriore riposo in bottiglia per almeno un anno); molta attenzione viene riposta alla micro-ossigenazione, al fine di migliorare alcune caratteristiche organolettiche, evitando di sovra estrarre e combinare subito antociani e tannini. Il colore è rubino poco trasparente e al naso si percepiscono note di viola appassita, di frutta rossa, di macchia mediterranea (menta, rosmarino), di pepe rosa; morbido al palato con una sensazione retro-olfattiva balsamica e una trama tannica fitta e setosa.