• Mer 07 Giu 2023

La raffinata eleganza piemontese – Il Ristorante Vittoria a Tigliole d’Asti

Non è divino?”
“Che cosa?”

“Tiffany… È una meraviglia, vero? Capisci cosa intendo quando dico che niente di brutto può accaderti qui? Se io trovassi un posto a questo mondo che mi facesse sentire come da Tiffany, comprerei i mobili e darei al gatto un nome!”.

(“Colazione da Tiffany”, romanzo di Truman Capote, 1958 – trasposizione cinematografica di Blake Edwards, 1961)

A Tigliole, nel cuore e nel verde della campagna astigiana, sorge un’elegante casa settecentesca, il cui grande portone d’accesso si affaccia direttamente sulla via principale del paese, che sale verso la chiesa.

La casa appartiene alla Famiglia Strocco fin dal 1928, quando gli antenati Alessandro e Vincenza l’acquistarono dai conti Borgnini e, pur mantenendo l’attività di contadini, adibirono parte della dimora ad osteria, dove trovavano ristoro i viandanti diretti e provenienti dalla città di Torino.

Tale veste l’osteria mantenne fin verso gli anni ’70 del secolo scorso, quando Aldo Strocco, figlio di Alessandro e Vincenza, e la moglie Gemma, decisero di trasformarlo in ristorante.

Alla guida della cucina del Ristorante Vittoria, oggi vi sono ben tre generazioni di famiglia.

Gemma; la figlia Alessandra Strocco, che con la madre aveva già ottenuto nel 1997 il riconoscimento della Stella Michelin; e ora anche Massimiliano Musso, nipote di Gemma, giovane e brillante chef, che ha via via conquistato terreno in cucina, fino ad affiancare mamma e nonna, mietendo inoltre per conto proprio prestigiosi incarichi, come l’adesione alla Federazione Italiana Pasticceria Gelateria e Cioccolateria e la partecipazione alla manifestazione “Tirreno 2013”, con l’équipe dell’eccellenza italiana della Federazione.

La cucina della famiglia Strocco si basa solamente su materie prime del territorio. L’orto della casa fornisce le verdure, mentre per l’olio e il pescato il Ristorante Vittoria si rivolge a produttori della vicina Riviera Ligure.

La mano di Gemma, Alessandra e Massimiliano si destreggia perfettamente tra i piatti della grande tradizione astigiana e le proposte più innovative, senza mai azzardare accostamenti e preparazioni troppo stravaganti.

L’amouse bouche offerto dalla casa è un interessante viaggio nella filosofia gastronomica del Vittoria.

Dal piccolo rotolo di salmone con ricotta su riduzione al lemon grass, si passa all’assaggio di bagna cauda e si arriva al peperone arrotolato con ripieno tonnato. Insomma, storia e creatività in cucina.

La vellutata al Raschera con pere caramellate e croccante di nocciole, l’uovo fritto con fonduta e cardi gobbi di Nizza croccanti delle Terre Alfieri, così come l’antipasto “a sorpresa” a base di carne – con una favolosa battuta al coltello di eccezionale consistenza, su crema di Parmigiano Reggiano 36 mesi, ed un’ottima terrina di coniglio e fegato – sono il modo eccelso e raffinato con cui il Vittoria interpreta la grande arte dell’antipasto piemontese.

L’atmosfera di classe, raffinatezza e professionalità che si respira in questa grande casa astigiana perfettamente si sposa con la cordialità, la disponibilità e l’affabilità del servizio nelle due belle sale – alle quali si aggiunge il gran salone dei ricevimenti – oggi gestito con grazia ed attenzione da Valentina, moglie dello chef Massimiliano, e dall’ottimo Roberto.

Un cenno particolare merita la splendida carta dei vini – assai saggiamente suddivisa per vitigni – ricca di straordinarie etichette italiane e d’Oltralpe, così come di proposte sempre di qualità, più vicine al territorio e di grande interesse.

Abbiamo, peraltro, avuto occasione di visitare la bella cantina, di recente ristrutturazione, e conversare coi proprietari circa le scelte enologiche. Non dimentichiamo, poi, che dalla vigna di famiglia si ottengono un Grignolino e una Barbera.

L’agnolotto gobbo “piatto storico” è uno dei grandi classici della cucina della famiglia Strocco e della gastronomia astigiana.

La sfoglia all’uovo sottilissima, il ripieno di tre carni arrosto e verdure, la preparazione manuale dell’agnolotto stesso, con la piega della pasta su di un lato e il taglio della rotella sugli altri tre sono le basi del “gobbo” astigiano – oggi De. Co. del Comune di Asti – un delizioso fagottino tondeggiante e rettangolare, inimitabile, unico grande piatto della festa piemontese.

Ed è proprio la gioia della festa, della grande occasione, della ricorrenza familiare che trova luogo perfetto per esprimersi in questo straordinario ristorante astigiano.

Accanto alla tradizione, il Vittoria sperimenta in cucina con i ravioli di zucca, il crudo di gamberi e la salsa di lardo d’Arnad DOP, dando vita ad una notevole e mai banale armonia di sapori, deliziando anche la vista del commensale.

Il petto di piccione cotto al cartoccio con il suo fondo, foie gras, cosce croccanti e funghi porcini è pietanza d’eccellenza assoluta che si affianca ad altre interessanti proposte, quali il salamino croccante, cotto a bassa temperatura con animelle, rognone, midollo, cervella di vitello su puntarelle e riduzione di mosto delle uve di casa, ma anche il cappello da prete con il suo ristretto alla Barbera invecchiata, cialda di polenta e verdurine e l’escursione rivierasca con il calamaro ripieno in doppia cottura, erbe aromatiche e sugo al nero di seppia.

Il dessert, regno dello chef Massimiliano, è segno di distinzione, arte e innovazione.

La ganache di liquirizia con glassa al cioccolato fondente e frollini al limone, dolce al contempo goloso ma anche rinfrescante e digestivo, è per noi stata una deliziosa esperienza, così come il sorbetto di arancia e frutto della passione con brumoise di verdurine candite e croccante alla fava di cacao, senza scordarsi un must del Vittoria, cioè il tortino di gianduia su crema di cioccolato bianco, in carta ormai da oltre trent’anni.

Il caffè, con le coccole delle ottime friandises, conclude un pranzo eccellente in un luogo d’incanto – oggi anche moderno ed affascinante relais, Cà Vittoria – che da sempre comunica quella sensazione di calore, sicurezza e armonia, richiamando alla mente le citazioni d’esordio, tratte da “Colazione da Tiffany”, con cui, prima di passare la parola allo chef Massimiliano Musso per qualche domanda, ci piace ancora concludere: “L’eleganza è la sola bellezza che non sfiorisce mai”.

“Massimiliano, ci racconti com’è stato crescere accanto a due cuoche straordinarie come tua nonna e tua madre?”

Fin da bambino, sono cresciuto in cucina con la mia famiglia, la passione per la cucina è nata molto presto, ho mosso i miei primi passi in pasticceria che è stato il mio primo vero amore. Per anni, ho aiutato la nonna e la mamma per i dessert, torte, piccola pasticceria, grissini, pane, fino ad arrivare a fare i panettoni con il lievito naturale. Da due anni, ho preso in mano insieme a mia mamma la cucina del ristorante con la supervisione della nonna, la mia creatività unita alla loro esperienza ha dato vita ad un buon team!

“La tradizione e la creatività nella vostra cucina: quanto tempo dedichi alla sperimentazione dei nuovi piatti?”

Ad ogni piatto della nostra cucina viene dedicato moltissimo tempo, la carta della primavera-estate ho iniziato a studiarla e sperimentarla a novembre e inizieremo a servirla a fine marzo. Quest’anno ho iniziato con lo studio e sperimentazione dei dessert, per poi passare alle pietanze, e così via.

“Abbiamo visitato la bella cantina del vostro ristorante: ci racconti i vostri criteri nella selezione enologica e l’idea di suddividere la carta dei vini per vitigni?”

Dopo molte riflessioni e considerazioni, mia moglie Valentina ed io stiamo cercando di dare un nuovo volto al nostro locale, al ristorante e, quindi, anche alla carta dei vini, vista l’importanza che viene data alle materie prime; come base di partenza per comprendere il prodotto e la sua estrema valorizzazione, abbiamo voluto introdurre un concetto che induce a dare importanza e rilievo all’elemento caratterizzante del vino, cioè il vitigno e vitigni. Il nostro ruolo in sala è quello di espandere la storia e la cultura del vino. L’esempio che portiamo sempre è quello delle nostre famiglie che in passato hanno sempre fatto il vino in casa dal Grignolino, alla Barbera, al Moscato, grazie a loro oggi abbiamo una “mission”, ossia continuare a coltivare gli orti, il frutteto, il giardino delle erbe aromatiche.

“Nel vostro sito Internet si parla dei vostri corsi di cucina: vuoi raccontarci qualcosa di questa esperienza e dei vostri allievi?”

Abbiamo iniziato a fare dei corsi a piccoli gruppi di persone, massimo cinque persone: in questo modo riusciamo a seguire e a spiegare passo a passo le ricette. Gli stranieri, in particolar modo, hanno aderito ai corsi, con particolare predilezione alla preparazione di agnolotti, gnocchetti, antipasti.

“Come pensi che, per il futuro, l’educazione alimentare, al buon cibo e al buon vino, possa essere meglio sostenuta e divulgata?”

Ora sta a noi giovani riuscire a far comprendere alla nostra generazione e alle nuove leve il vero valore del buon cibo, del buon vino, della vera qualità. Purtroppo, nascono molte realtà improvvisate, che servono prodotti non di qualità a prezzi bassissimi, sicuramente fa gola poter pagare una cena 10,00 Euro o mangiare un filetto di fassona a 7,00 Euro, soprattutto in un momento difficile come questo, ma io mi chiedo dov’è la qualità?

Mi è capitato di recente di ordinare un filetto di fassona piemontese: dopo 10 minuti, ho ricevuto una bistecca ricoperta da tantissima salsa! Questo è il vero problema, spacciare un filetto di fassona piemontese per altro. I giovani non potranno mai essere istruiti, se poi si abituano a mangiare in locali non preparati. Al Vittoria, stiamo facendo alcune cene a tema a prezzi più contenuti, per invitare anche i giovani ad approcciarsi al buon cibo, al buon vino e all’educazione alimentare. Il nostro ruolo tramite social-network e passaparola è proprio quello di riuscire ad avere anche le nuove generazioni e step by step ci stiamo riuscendo.

Il nostro consiglio quindi è POCO MA BUONO “LITTLE BUT GOOD”! Invece di uscire a cena tutte le sere, fate due, tre cene al mese in locali di qualità dove la storia, la tradizione e la ricerca continuano!

Ristorante Albergo Vittoria
Via Roma n. 14
Tigliole (AT)
Tel.: 0141.667713
E-mail: info@ristorantevittoria.it
Sito Web: www.ristorantevittoria.it

Read Previous

La cucina di pesce veneziana – Osteria Stallo di Noale

Read Next

Voglia di andare e provare nuove sensazioni.