Intervista a Roberto Donadini: neo presidente eletto di F.I.S.A.R.
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Augusto Gentilli
- Sab 19 Nov 2022
- 6 minute read
Recentemente eletto alla massima carica della Federazione, Roberto Donadini entrerà in carica a partire dal giorno 1 gennaio 2023.
Qual è il ruolo della sommellerie e come raggiungerlo al meglio in questo primo scorcio di XXI secolo? Una domanda questa che mi trascino da un po’ in veste di comunicatore del vino e di sommelier F.I.S.A.R. piuttosto attivo nella pianificazione e nello svolgimento della didattica.
Le recenti elezioni per il rinnovo del Consiglio Nazionale di F.I.S.A.R. (29-30 ottobre 2022) e la vittoria della lista presentata da Roberto Donadini – pertanto nuovo Presidente in fieri della Federazione – mi hanno fornito un’eccellente opportunità per rivolgere questa domanda a chi, per i prossimi quattro anni, dovrà guidare una delle principali realtà italiane finalizzate all’assaggio, al servizio e alla comunicazione del vino e che attualmente conta 70 Delegazioni Autonome e oltre 12.500 associati.
Roberto Donadini nasce a Valdobbiadene 52 anni fa, da quasi 30 risiede a Conegliano (TV) e nella vita lavora in proprio come agente di commercio. È socio della Delegazione F.I.S.A.R. di Treviso dal 2007, sommelier dal 2008 e Direttore di Corso dal 2009; nel 2010 diviene Delegato per la provincia di Treviso, incarico che manterrà fino al 2018 quando sarà eletto nel Consiglio Nazionale uscente presieduto da Luigi Terzago al quale vanno, ovviamente, i miei personali ringraziamenti per il lavoro svolto.

Ciao Roberto, innanzitutto complimenti per la tua elezione alla presidenza di F.I.S.A.R. Iniziamo subito con la “domanda delle domande”: quale ritieni debba essere oggi il ruolo del sommelier?
Ritengo che una sfida per un sommelier sia saper conciliare la sua preparazione in materia di vino con la capacità di comunicarla in modo efficace e adatto al pubblico che si trova davanti. Preparazione sul vino che implica anche una profonda conoscenza del territorio, del cibo e delle realtà produttive. Rappresentare l’anello di congiunzione tra produttore e consumatore è, secondo me, solo un primo aspetto. Ciò che contraddistingue un ottimo sommelier sono anche le cosiddette soft skills o competenze trasversali. Il sommelier ha, infatti, l’arduo compito di accompagnare il consumatore in un percorso sensoriale unico, mantenendo allo stesso tempo lo stile e l’etichetta dell’ospitalità che lo caratterizza.
A mio avviso, molti percepiscono ancora oggi il sommelier come una sorta di “Sacerdote del tempio di Bacco” dotato di capacità al di sopra di quelle dell’uomo qualunque. Condividi questa mia sensazione e, nel caso, come credi che un’associazione come F.I.S.A.R. debba affrontare tale problema per avvicinare quante più persone possibile al mondo del vino?
Ritengo che nel tempo la figura del sommelier si stia allontanando sempre più da questa metafora che ci vede come molto distanti dall’uomo qualunque. A tal proposito noto con piacere un intenso lavoro all’interno della nostra associazione per intercettare sempre più l’interesse del pubblico verso il nostro mondo. Interesse e sensibilità sicuramente crescente tra i profani, basti pensare al crescente numero di manifestazioni enogastronomiche, alla rinnovata cultura del vino come aperitivo e accompagnamento al cibo. È importante che gli interessati trovino in F.I.S.A.R. un’offerta adeguata e variegata. Ciò si ottiene con un miglioramento e rafforzamento del minicorso che fornisce le basi necessarie per capire il mondo del vino. In presenza di un interesse più profondo si può poi passare al corso standard. Infine, intendiamo collaborare di più con i nostri soci albergatori e ristoratori, che con le loro competenze specifiche ci aiuteranno a raggiungere una più ampia platea di pubblico,coniugando la ristorazione e l’hȏtellerie al buon bere.
In ogni ruolo si è assistito, negli ultimi anni, a una richiesta di sempre maggior professionalità e competenza: come pensi che F.I.S.A.R. possa – e debba – rispondere sempre meglio a tale necessità?
Per dare maggior professionalità e competenza ai nuovi sommelier è necessario che la loro formazione avvenga secondo uno standard. Occorre quindi che anche i docenti e i direttori di corso utilizzino lo stesso linguaggio. Lavoreremo quindi per formare i relatori uniformandone la preparazione a livello nazionale, sia in termini di conoscenze tecniche, sia per quanto riguarda i metodi di insegnamento. Un’altra figura fondamentale su cui lavorare è quella del direttore di corso. È indispensabile, infatti, che abbia, da un lato una preparazione sufficientemente approfondita, ma soprattutto buone abilità comunicative volte a creare un ambiente confortevole per l’insegnamento creando un gruppo di lavoro coeso ed partecipativo.

Il ruolo del sommelier diviene sempre più una figura legata alla comunicazione e alla divulgazione del vino: quali progetti hai in mente per favorire l’approfondimento di questi ruoli per vostri soci?
Saper comunicare le proprie conoscenze rappresenta una competenza trasversale per il sommelier, a tal scopo lavoreremo per uniformare la formazione dei nostri relatori e direttori di corso in modo da rendere la nostra offerta unica e di valore in tutte le nostre sedi. Potenzieremo quindi il corso di C&D già esistente concentrandoci ancor di più nel capire il pubblico con cui ci interfacciamo.
All’interno delle varie associazioni di sommellerie e degustazione si assiste sempre più alla presenza di semplici appassionati: come pensi si potrebbe agire per risolvere le differenze di aspettative – e di preparazione necessaria – tra i due ruoli, ovvero il sommelier semplice appassionato e quello che vorrebbe affrontare un percorso professionale nel settore?
Ritengo che il percorso formativo fino alla qualifica di sommelier con qualche piccola rivisitazione sia corretto. Quello che in F.I.S.A.R. manca è lo step successivo, un progetto di formazione superiore. Non è sufficiente il corso di C&D ma occorrono master nel servizio, master sulla degustazione e master sulla comunicazione, per dare la possibilità a chi ricerca un percorso professionale di trovarlo all’interno di F.I.S.A.R., perché no, coinvolgendo a supporto di tale scopo anche delle associazioni di categoria, come enologi, ristoratori, albergatori e docenti di importanti istituti alberghieri. Per quanto riguarda i semplici appassionati, penso vadano indirizzati verso il minicorso. Questo verrà rivisitato in forma e contenuti, per avvicinarci alle esigenze di questo tipo di pubblico.
F.I.S.A.R. – Federazione Italiana Sommelier Albergatori Ristoratori Associazione di Promozione Sociale
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