Conte Vistarino e il pinot nero: un’orizzontale di Bertone, Tavernetto e Pernice 2013
- Augusto Gentilli
- Ven 02 Giu 2023
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Pernice, Tavernetto e Bertone rappresentano le tre più importanti espressioni del pinot nero vinificato in rosso dell’Azienda Conte Vistarino, una realtà nata a metà del XIX secolo e che, da sempre, ha legato il proprio nome e il proprio impegno a questo splendido vitigno borgognone.
L’Oltrepò Pavese – con i suo circa 3.000 ettari di pinot nero pari al 75% della superficie italiana di questo vitigno, che lo rendono il terzo produttore europeo di questa varietà dopo Borgogna e Champagne – rappresenta la culla italiana per questa varietà e un territorio nel quale queste uve sono declinate in tutte le possibili interpretazioni. Ovviamente, non voglio certo sostenere che quantità e qualità procedano necessariamente di pari passo ma è fuori questione che fra queste colline nascano spumanti Metodo Classico e pinot nero in rosso di assoluto valore che si stanno affermando nel cuore – e sulle tavole – degli appassionati mondiali di questo vitigno.
Azienda Conte Vistarino
L’Azienda Conte Vistarino a Rocca De’ Giorgi, in Oltrepò Pavese, ha indissolubilmente legato il proprio nome al pinot nero che rappresenta, da sempre, l’anima più profonda di questa storica azienda oltrepadana.
Le diverse interpretazioni di questo antico vitigno borgognone – in bianco, Metodo Martinotti, Metodo Classico e in rosso – rappresentano il cuore della produzione aziendale nonché la cifra distintiva di un lungo percorso iniziato nel 1850 quando il Conte Augusto Giorgi di Vistarino piantò le prime barbatelle di pinot nero in Oltrepò.
La nuova cantina
Molte sarebbero le parole da scrivere per raccontare un’Azienda che ha saputo, pur mantenendo saldo il timone nel segno della qualità, evolversi accogliendo le nuove esigenze del mercato e il grande sviluppo dell’enoturismo come testimoniato, solo a titolo di esempio, dagli importanti lavori che hanno portato, nel 2017, all’inaugurazione della nuova cantina e delle nuove strutture ricettive. Un occhio di riguardo in tutto il progetto è stato ovviamente riservato, oltre che all’impiego di soluzioni e tecnologie volte a preservare al meglio le qualità dei vini durante tutte le fasi di lavorazione e affinamento, al rispetto ambientale data anche la collocazione della Cantina stessa in una Valle – la valle Scuropasso – caratterizzata da un’elevata biodiversità e dalla presenza di specie di elevatissimo valore conservazionistico. Innanzitutto, va ricordato che la nuova struttura nasce dalla ristrutturazione di un antico edifico agricolo già esistente e che al suo interno non è stato installato alcun impianto di climatizzazione dei locali per mantenere minimo l’impatto energetico dell’Azienda; la Cantina, inoltre, è dotata di sistemi ecocompatibili quale, ad esempio, un sistema di riutilizzo delle acque meteoriche che vengono impiegate per l’irrigazione e per la pulizia delle aree esterne della Cantina. Avendo avuto, in passato, il piacere di intervistare Ottavia Vistarino – l’attuale titolare – rimando a tale intervista per ulteriori approfondimenti sulla filosofia e sulla storia di questa importante Cantina.
L’Oltrepò Pavese e il pinot nero
Fin dalle prime righe di questo articolo ho posto l’accento all’importanza che il pinot nero riveste all’interno della filiera vitivinicola oltrepadana. Mi sembra opportuno ricordare che tale vitigno è alla base di una DOCG – Oltrepò Pavese Metodo Classico – oltre che della DOC Pinot nero dell’Oltrepò Pavese, dedicata alla vinificazioni in rosso; inoltre, altri vini – Spumanti Metodo Martinotti e vinificazioni in bianco o in rosa ferme o frizzanti – sono inseriti nella Denominazione di Origine Controllata “Oltrepò Pavese”.
L’importanza di questa varietà per il territorio ha portato, nel 2008, alla pubblicazione del volume “Guida all’utilizzo della Denominazione di Origine Pinot nero in Oltrepò Pavese”, frutto di una collaborazione fra il Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese, l’Università degli Studi di Milano e lo studio AGER. Punto focale di tale pubblicazione è stata la zonazione del territorio oltrepadano al fine di evidenziare le vocazionalità delle diverse porzioni collinari e delle vinificazioni alle quali sono destinate le uve prodotte. Avendo già trattato, pur se per sommi capi, questi argomenti in un precedente articolo rimando ad esso per gli approfondimenti sulle Denominazioni e sui risultati della zonazione.
Pernice, Bertone e Tavernetto: i tre cru dell’Azienda Conte Vistarino
Nella vasta produzione di Conte Vistarino, i tre cru di pinot nero vinificati in rosso – Pernice, Bertone e Tavernetto – rivestono senz’ombra di dubbio un posto di assoluto rilievo.
Ho avuto recentemente il piacere di degustare – con alcuni colleghi della Delegazione FISAR di Pavia – l’annata 2013 di questi tre importanti pinot nero. Ritengo utile ricordare che per Tavernetto e Bertone il millesimo 2013 rappresenta la loro prima annata di produzione mentre Pernice viene prodotto fin dal 1997.
Nelle righe che seguiranno saranno brevemente descritti le caratteristiche pedoclimatiche delle tre vigne, l’andamento climatico dell’annata 2013 e le pratiche di cantina al fine di fornire le necessarie informazioni utili alla corretta interpretazione dei vini degustati.
Le vigne
Pernice
Questa vigna, citata per la qualità dei suoi vini fin dagli anni ‘60 grazie alla passione e alla competenza del compianto Luigi Veronelli, è stata reimpiantata con gli attuali sesti di impianto e selezione clonale nel corso del 2001. Si estende per una superficie di 3,1ha a una quota media di 300m s.l.m e occupa un versante costituito da limo (52,9%), argilla (44,2%) e una piccola quota di sabbia (2,9%); tale versante gode di un’esposizione sud-orientale.
Bertone
Questo cru, realizzato nell’anno 2005, si estende per una superficie di 1,57ha lungo un versante con esposizione sud-occidentale a una quota media di 350m s.l.m.. Il suolo è costituito da limo (57,3%), argilla (37,9%) e sabbia (4,8%).
Tavernetto
Realizzata nel corso del 2004, questa vigna si estende per una superficie di 1,7ha lungo un versante situato a un’altitudine media di 330m s.l.m. che gode di un’esposizione verso sud-est. Il suolo di questo cru è costituito da argilla (40,3%), limo (30,0%) e sabbia (29,7%). È importante porre l’accento sull’elevato tenore di sabbia in quanto quest’ultima è nota per regalare ai vini maggior finezza ed eleganza in cambio di una struttura più lieve e di una minor intensità cromatica.
L’annata 2013
Il 2013 è iniziato con un inverno caratterizzato da precipitazioni tra le più abbondanti del decennio 2010-2020, pari a ben 1032mm; è da segnalare che tale inverno ha, però, offerto temperature miti. In seguito, le temperature si sono mantenute entro valori normali anche nel corso dell’estate grazie all’alternanza fra periodi soleggiati e altri più ricchi di piogge.
Pratiche di vigna e cantina
I tre vini sono ottenuti da uve pinot nero in purezza raccolte in modo totalmente manuale. La vendemmia inizia generalmente con la vigna Bertone, che ricordo avere esposizione sud-occidentale, tra fine agosto e inizio settembre per essere poi seguita da quella nelle vigne Pernice e Tavernetto che iniziano, di solito, entro la prima decade di settembre.
La vinificazione avviene in tini tronco-conici di rovere; dopo circa due giorni di macerazione pre-fermentativa a freddo (10°C), la temperatura della massa viene portata a temperature comprese fra i 25 e i 28°C permettendo così lo svolgimento della fermentazione alcolica; durante tale fase sono svolte periodiche follature manuali per un periodo di una decina di giorni. In seguito, i vini maturano in barrique di rovere per circa 12 mesi all’interno delle quali svolgono anche la fermentazione malolattica; prima della loro messa in vendita, i vini affinano per almeno un anno in bottiglia.
La degustazione
Prima di iniziare il racconto di questi tre vini, voglio che ricordare che l’annata 2013 era ancora commercializzata come Provincia di Pavia IGT Pinot nero Rosso; attualmente questi tre vini sono posti in commercio come Pinot nero dell’Oltrepò Pavese DOC.
La degustazione si è svolta il giorno 2 marzo 2023.
Tavernetto – 2013
Il trasparente color granato di questo Tavernetto ci introduce a un bouquet in grado – cosa certo non frequente – di coniugare finezza, intensità e tipicità. La paletta olfattiva, inoltre, sfoggia una notevole complessità aprendo con le tipiche note di confettura di lampone e fragolina di bosco che sembrano ammantare, senza mai prevaricare, un dinamico susseguirsi di sensazioni quali la rosa rossa appassita, il pepe nero, il tamarindo e la liquirizia. Una delicata rotazione del calice e qualche minuto di attesa permettono, a questo 2013, di aprirsi del tutto arricchendosi di sentori di mandarino, cipria, cuoio e di un’aggraziata sfumatura di funghi secchi; l’insieme è, infine, attraversato da una spiccata nota di eucaliptolo che gli conferisce un’intrigante verticalità olfattiva.
Il sorso è elegante, sobrio e lieve in virtù di un corpo ben presente, ma non eccessivo, e di un’altrettanto garbata morbidezza; l’insieme trova equilibrio e personalità grazie alla composta – ma ancora ben presente – freschezza e ai tannini fitti e dolci supportati dalla spiccata sapidità; molto lunga la persistenza.
Bertone – 2013
Di color granato trasparente, il Bertone 2013 sfoggia un quadro olfattivo più intimo e “scuro” del precedente regalandoci evolute note fruttate di confettura di more di rovo e mirtillo nero affiancate da quelle delle prugne disidratate. Un attimo di paziente attesa ci premia grazie alla comparsa di un quadro olfattivo elegante e complesso nel quale spiccano le note di incenso, sottobosco, cuoio, corteccia di China; il tutto è percorso da una ben presente vena balsamica.
Al palato, questo pinot nero si offre teso e ancora vibrante, di maggior corpo e morbidezza rispetto al precedente, nonché di compiuto equilibrio grazie alla vivida – ma piacevole – tessitura tannica e all’integrata freschezza; molto lunga la persistenza.
Pernice – 2013
L’inattesa gioventù di questo Pernice 2013 inizia a manifestarsi con la presenza degli ultimi riflessi rubino all’interno di un luminoso e trasparente color granato.
Il naso – decisamente più improntato alla finezza che non all’intensità – apre con garbate note di confettura di piccoli frutti rossi alle quali si affiancano delle inattese, ma assai piacevoli, sensazioni di pietra focaia accompagnate dai sentori di pot-pourri di fiori rossi e da quelli, garbatamente amaricanti, del tamarindo, della corteccia di China e del rabarbaro.
Al palato, si offre di corpo, morbido e sorretto dalla composta freschezza oltre che da tannini eleganti ma certo ancora sostenuti da un’adolescenza ancora non conclusa; lunga la persistenza.
Considerazioni conclusive
Questi tre differenti vini esprimono in modo esemplare sia la tipicità del vitigno – in termini di quadro olfattivo, eleganza del sorso, struttura tannica e longevità – pur coniugandolo in modo altrettanto netto con il territorio oltrepadano e con le caratteristiche delle singole vigne.
L’eleganza, la sobrietà e la “leggerezza del sorso” del Tavernetto raccontano, infatti la sabbia presente in vigna e l’esposizione sud-orientale della stessa esattamente come il maggior contenuto di argilla e limo si esprime in Pernice e Bertone offrendoci vini di maggior struttura, in modo particolare nel Pernice nel quale, probabilmente, si manifestano, inoltre, la quota leggermente inferiore e la maggiore presenza di argilla rispetto al limo.
Conte Vistarino
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